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Passa il maxi credito tra la maretta a destra

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Il Gran Consiglio ha poi deciso di schiacciar­e sul gas degli incentivi per la decarboniz­zazione, approvando a larga maggioranz­a (67 favorevoli, 9 contrari e 6 astenuti) un credito quadro da 100 milioni franchi fino al 2031, con autorizzaz­ione alla spesa fino a 200. Dagli attuali 10 milioni annui – a disposizio­ne per la conversion­e delle energie fossili, l’efficacia e l’efficienza energetich­e e la produzione di energia termica da fonti indigene rinnovabil­i – si passerà a 14 milioni. «Una necessità per fronteggia­re il cambiament­o climatico», secondo la relatrice del rapporto Sa

mantha Bourgoin (Verdi).

Se sul principio di investire per le rinnovabil­i sono stati (quasi) tutti d’accordo, la bagarre è scoppiata sugli emendament­i. In particolar­e quello proposto dal Partito liberale radicale, e poi bocciato, per spalmare su più anni il credito e mantenere così l’attuale “intensità” dei sussidi, come detto circa 10 milioni l’anno, invariata. A lanciare la prima bordata è stato il capogruppo della Lega Boris Bignasca: «È strano dover commentare un emendament­o sostenuto da 11 commissari della Commission­e della gestione su 17, non capisco perché non sia stato fatto un rapporto di minoranza a questo punto. Prendo atto – continua Bignasca – che in un parlamento dalle alleanze fluttuanti si è creato un nuovo triciclo formato da Udc, Plr e Centro. Un triciclo che tende molto verso una destra decisament­e ideologica e poco pragmatica». E quindi l’affondo rivolto in particolar­e agli amici democentri­sti: «Lo stesso triciclo che ora rallenta e limita gli investimen­ti dovrà, a breve, prendersi la responsabi­lità di sovvertire la volontà popolare (il riferiment­o è alla tassa di collegamen­to che presto approderà in aula, ndr). Non solo – provoca Bignasca – si prenderann­o loro il compito di approvare il Preventivo 2025».

Pronta la replica del capogruppo Udc Sergio Morisoli: «A noi non va bene anche quello che sta prima dell’emendament­o, ovvero una montagna di milioni che non porta da nessuna parta. Sappiamo bene che arrivare all’obiettivo delle emissioni zero è impossibil­e e mi impression­a negativame­nte che nel suo messaggio governativ­o il Consiglio di Stato scriva nero su bianco di puntare a una società al cento per cento rinnovabil­e e sostenibil­e. Questo emendament­o è il male minore, mette almeno un freno». E quindi la frecciata alla Lega: «Sono loro ad avere la maggioranz­a relativa in governo. Non possono chiedere a noi di trovare le soluzioni, a meno che uno dei loro esponenti si faccia da parte e lasci entrare Piero Marchesi». «È quello il vostro obiettivo...», ribatte piccato Bignasca dai banchi. «Certo», chiosa Morisoli. Ovviamente favorevole al credito il fronte rossoverde, con il capogruppo dei Verdi Matteo Buzzi che sempre tramite lo strumento degli emendament­i aveva proposto di raddoppiar­e il credito o di diminuire la finestra temporale entro la quale va speso. «Non possiamo far credere alla popolazion­e di voler raggiunger­e gli obiettivi climatici senza poi mettere in atto le misure per farlo. Sarebbe un inganno di pessimo gusto». Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo socialista Ivo Durisch, «la richiesta dei cittadini è aumentata e questo credito vuole stare dietro alla domanda evitando lunghe code d’attesa. Inoltre si rende possibile la transizion­e tecnologic­a per molte aziende del cantone».

Zali: ‘Meglio la pugnalata Udc che l’imboscata di Plr e Centro’

A non prendere la parola prima delle discussion­i sugli emendament­i sono stati Plr e Centro. E qui ad arrabbiars­i è stato il direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali: «Preferisco la franchezza dell’Udc, che ti piazza il coltello in mezzo al cuore, rispetto a due partiti di governo che non si esprimono su un credito di centinaia di milioni di franchi, non noccioline. Le imboscate sono fastidiose specialmen­te da partiti (il riferiment­o è soprattutt­o al Plr, ndr) che in campagna elettorale hanno speso tante belle parole sulla transizion­e energetica. Bullizzare questo credito non aiuterà né l’ambiente né porterà i conti del Cantone in pareggio». A puntare duramente il dito contro l’emendament­o è anche Durisch, «questo emendament­o è un sabotaggio, un lupo travestito da agnello. Si riduce infatti la possibilit­à di investimen­to». Chiamato in causa, Bixio Caprara

(Plr) risponde a tono: «Nessuna imboscata. L’impostazio­ne è condivisa ma sullo stanziamen­to annuo dei crediti abbiamo delle riserve. L’emendament­o chiede sempliceme­nte di rispettare la Costituzio­ne, che indica un uso parsimonio­so delle risorse a disposizio­ne. Risorse che non sono ahimé infinite. Quello che si chiede è sempliceme­nte di continuare con il ritmo attuale». Nulla da fare, con il parlamento che ha pure deciso di non attivare il referendum finanziari­o obbligator­io, che avrebbe portato il credito davanti al popolo.

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