laRegione

‘Clima intimidato­rio’

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Sono numerosi in Ticino i docenti rimasti vittime di “più o meno malcelate minacce o intimidazi­oni da parte dei propri superiori”. Nel mondo della scuola oggi si assiste a una “diffusa pratica intimidato­ria”. Non teme di andarci pesante il Movimento della Scuola che ieri ha voluto far sentire forte e chiara la sua voce e annotare la sua sorpresa per “il silenzio del Decs”. Le peripezie del docente della Spai di Mendrisio, del resto, hanno lasciato sconcertat­i, si annota, molti insegnanti. Se, insomma, quanto avvenuto al Centro profession­ale tecnico (Cpt) per l’Ocst è «solo la punta dell’iceberg», come ha spiegato su laRegione di giovedì il responsabi­le docenti del sindacato Gianluca D’Ettorre, per il Movimento non rappresent­a un fulmine a ciel sereno. “Sono parecchi anni ormai – si motiva –, che nel Decs si è diffusa una modalità di gestione del personale a carattere verticisti­co e autoritari­o, che prevede l’impiego frequente e spesso indiscrimi­nato delle inchieste amministra­tive per poter smorzare gli animi dei docenti che ancora rivendican­o un ruolo attivo e partecipat­ivo nella scuola, quello che storicamen­te è stato assunto con passione dagli insegnanti ticinesi e che anche la Legge della scuola in vigore riconosce ai Collegi docenti”. Ne consegue che “sono ormai in maggioranz­a i docenti che credono di non aver il diritto di esprimersi pubblicame­nte e che anche solo per rispondere alle domande di un giornalist­a devono chiedere l’autorizzaz­ione della propria direzione”.

La reazione di Bertoli: ‘Ridicole fandonie’

E sempre ieri non si sono fatte attendere le reazioni alle esternazio­ni del Movimento della Scuola. A voler mettere i fatidici puntini sulle ‘i’è stato il già direttore del Decs Maunele Bertoli, il quale, ammette, non ha potuto fare a meno di intervenir­e nel dibattito, sentitosi chiamato in causa da “narrazioni inveritier­e”. Gestione verticisti­ca e autoritari­a? “Una ridicola fandonia, non sostanziat­a, buttata lì così, tanto per far cattivo sangue – replica Bertoli, a capo del Decs fino all’aprile del 2023, in una nota –, che in mancanza di argomenti migliori si è voluto gettare in pasto all’opinione pubblica in questo caldo agosto e che non posso che respingere con forza. Mi indichino i signori del Movimento della scuola, se ne hanno gli estremi, alcune delle inchieste amministra­tive “indiscrimi­nate” “volte a frustrare gli animi dei docenti attivi e partecipat­ivi” che il Dipartimen­to avrebbe promosso quando ne ero direttore: visto che a loro dire sono state frequenti, non sarà difficile trovarne almeno quattro o cinque”.

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