laRegione

Caso Sinner, lo sfogo di Agostini: due pesi, due misure

Parla il friulano trovato positivo al Clostebol. ‘Ma io smisi’

-

Due pesi e due misure. È il pensiero di Stefano Agostini, ex ciclista italiano squalifica­to 15 mesi in passato dopo che nel suo corpo era stata rinvenuta traccia della stessa sostanza, e nella medesima quantità, rilevata nei ben due test antidoping non superati da Jannik Sinner nel marzo scorso: il primo avvenuto durante il torneo di Indian Wells, il secondo otto giorni dopo, lontano dalle competizio­ni. Agostini, ex corridore friulano della LiquigasCa­nnondale, oggi trentacinq­uenne, il giorno dopo l’annuncio della positività del numero uno del tennis mondiale si sfoga sui social, parole poi riprese dal magazine specialist­ico Tuttobiciw­eb. «È un episodio che ho cercato in diversi modi di rimuovere dalla mia vita, e a distanza di 11 anni esatti torna vivido nella mia mente – scrive Agostini –. Era il 21 agosto del 2013 quando a un controllo antidoping a sorpresa risultai positivo per una quantità infinitesi­male di una sostanza che non avevo mai sentito prima. Il maledetto Clostebol, principio attivo di una pomata usata per il trattament­o di tagli, escoriazio­ni della pelle e simili. Il giorno dopo la squadra mi sospese e un mese dopo mi licenziò».

‘Fu chiaro a tutti che non era per doping’

E per Agostini fu l’inizio della fine. «Un giornalist­a, del quale non faccio il nome, ma che ricordo molto bene, scrisse della mia positività riferendo che il Clostebol fosse stato largamente usato nel doping di Stato dalla Germania orientale. Per mesi cercai di spiegare all’Uci (l’Unione ciclistica internazio­nale, ndr) come mai si trovassero nel mio corpo quei 0,7 nanogrammi, e fu chiaro a tutti che non ci fosse stato nessun intento di alterare qualsiasi prestazion­e».

Ciò non bastò, tuttavia, a evitargli la squalifica: «Sulla base dei regolament­i dell’Agenzia internazio­nale antidoping (Ama, ndr) mi diedero 15 mesi di squalifica, ma io non riuscii ad accettarlo e smisi di correre a 24 anni. E adesso, nel 2024 il miglior tennista del mondo a 23 anni risulta positivo per la stessa quantità alla stessa sostanza, ma per lungo tempo nessuno ne sa nulla e dopo quattro mesi di silenzio (che lo porteranno a saltare le Olimpiadi per una “tonsillite”) viene assolto. Sono felice per lui, perché sono certo, come è stato nel mio caso, che l’assunzione non fosse mirata a migliorare la prestazion­e sportiva, ma allo stesso tempo resto perplesso per la totale differenza di approccio rispetto a due atleti, entrambi profession­isti (anche se non voglio fare paragoni) che praticano sport diversi».

 ?? KEYSTONE ?? Una vicenda destinata a far discutere a lungo
KEYSTONE Una vicenda destinata a far discutere a lungo

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland