Gli Obama affossano Trump e lanciano Kamala: ‘Yes she can’
‘Non vogliamo altri quattro anni di caos alla Casa Bianca’
“Yes Kamala can”. La candidata democratica alla presidenza americana ha ricevuto il miglior energizzante per la sua campagna, una doppia dose di Obama. La coppia d’oro della sinistra Usa si è alternata sul palco di Chicago in un uno-due micidiale che ha elettrizzato i delegati, galvanizzato i democratici in tutti gli Stati Uniti e messo al tappeto, per il momento solo a parole, Donald Trump. La prima a intervenire è stata l’ex first Lady: “Qualcosa di magico sta accadendo. La speranza sta tornando”, ha dichiarato Michelle subito rievocando la potenza di quella “hope” che nel 2008 riuscì a portare il primo presidente nero alla Casa Bianca. L’ex first Lady ha chiamato Kamala “la mia ragazza”, espressione di una solidarietà femminile e di una sorellanza che è uno dei motivi ricorrenti di questa kermesse democratica.
“Sono l’unico stupido che parla dopo Michelle Obam a”, ha esordito l’ex presidente e non a torto. Anche se le sue innegabili capacità oratorie hanno comunque entusiasmato i democratici. L’ex presidente ha definito Trump “un miliardario di 78 anni che non ha smesso di lamentarsi dei suoi problemi. E che sta peggiorando ora che ha paura di perdere contro Kam ala”. Poi ha rivolto un omaggio a Joe Biden (“ha salvato la democrazia quando era in pericolo”) e infine battezzato Harris con il suo mitico slogan. “Yes we can”. “Yes she can. Non vogliamo altri quattro anni di caos, è un film già visto e di solito il sequel è più brutto”.
Dal lato Trump, che terrà il primo comizio all’aperto dopo l’attentato, il tycoon dovrebbe presto incassare l’endorsement di Robert F. Kennedy Jr., il candidato indipendente che pare ormai a fine corsa dopo i risultati miseri nei sondaggi.