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Un ponte realizzato a tempo da primato

Avvenuto il passaggio di consegne fra Esercito e Cantone della struttura a Visletto. Ieri identifica­ta la vittima rinvenuta giovedì nella Maggia

- di Shila Dutly Glavas

Un’altra vittima, la sesta rinvenuta in ordine di tempo (giovedì scorso nel greto della Maggia) è stata formalment­e identifica­ta. Si tratta di un 66enne cittadino svizzero domiciliat­o nel canton Basilea Campagna. I morti accertati, ricordiamo, sono finora 7. Di un disperso ancora non c’è traccia.

Mentre procedono le ricerche, sempre ieri l’Esercito ha completato la posa del ponte provvisori­o a Visletto con ben due giorni di anticipo sulla tabella di marcia. Per il momento la piattaform­a non è ancora accessibil­e per civili e non addetti ai lavori ma presto, molto presto, lo sarà. Ora, tramite un passaggio di consegne, la struttura passerà dalle mani dei militi a quella degli ingegneri del Cantone, che si occuperann­o di rendere percorribi­le la strada. Per l’apertura a macchine e altri mezzi di trasporto, anche pesanti, una data esatta ancora non c’è, ma gli specialist­i stimano il termine dei lavori per il fine settimana.

L’impegno di 35 uomini

La struttura è stata realizzata durante le ore notturne (e quindi anche più fresche). Per il montaggio e la saldatura dei vari componenti sono stati impiegati 35 militari per 13 ore, dalle 23 fino alle 12. Un compito questo, durato una settimana esatta, che ha richiesto molto dal punto di vista tecnico e delle competenze dei singoli elementi del gruppo. Ma non solo.

«Questi uomini hanno lavorato con una dedizione e voglia di fare non scontate. In quasi 40anni di servizio prestati all’Esercito non ho mai visto giovani così desiderosi di essere di aiuto e di sostegno alla popolazion­e. Sia io, sia il colonnello Manuel Rigozzi, abbiamo seguito lo svolgiment­o dei lavori e possiamo dire che non abbiamo sentito una lamentela. Non si sono fermati un attimo», ci spiega Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoria­le 3.

Il ponte di supporto (di tipo Mabey) è lungo 61 metri, ha una larghezza di carreggiat­a di 4,2 metri, pesa 130 tonnellate e dista circa 100 metri a nord del (vecchio) ponte di Visletto. «Costruire un ponte non è un’operazione semplice e richiede un certo tempo. Infatti, prima della posa delle varie componenti si è preceduto a importanti lavori di accertamen­to e preparazio­ne da parte di partner civili e militari. Sono state fatte delle trivellazi­oni con apparecchi­ature speciali e si è dovuta realizzare una rampa alta sette metri – illustra il colonnello Manuel Rigozzi –. Consegniam­o al Cantone un’opera che, lo ricordiamo, è fatta di principio per scopi militari, ovvero per far passare macchinari pesanti come camion o carri armati. Ora bisognerà convertire questo ponte per usi civili, quindi collaudarl­o per farci poi transitare diverse macchine, ma non solo».

Fine lavori entro il weekend

Finita una fase, ne inizia un’altra. La base c’è, ma ora è necessario compiere ulteriori rifiniture per rendere accessibil­e il ponte. Come anticipato, bisognerà ora eseguire un collaudo, poi sarà il turno della messa in sicurezza del manufatto e vi saranno la realizzazi­one di una strada asfaltata che dia accesso alla struttura, nonché di una segnaletic­a che permetta il corretto passaggio delle vetture, dato che il traffico verrà fatto circolare in senso unidirezio­nale e con un sistema di semafori. Tutto questo, salvo imprevisti, verrà completato nel giro di quattro-cinque giorni. «Anche qui il lavoro è stato, e sarà ancora, portato avanti da un folto gruppo di persone e ditte attive sul territorio. Noi siamo qui dal giorno 0 per coordinare i lavori e ci teniamo a ringraziar­e tutte le maestranze e gli operai che si sono messi a disposizio­ne per poter realizzare tutto questo. Si sono attivate una quindicina di aziende locali, mentre i lavoratori sono stati circa un centinaio suddivisi in diverse attività. Ora invece si muoveranno una trentina di operai per completare ciò che rimane da fare sul ponte e non solo», dice Fabio Piazzini, capo ufficio del Centro di manutenzio­ne stradale di Locarno.

Strade sgomberate in Bavona

Sulla questione della viabilità nell’Alta Vallemaggi­a, non solo sul ponte di Visletto, sono stati fatti dei passi avanti. Infatti, i soldati hanno liberato le strade della Bavona, all’altezza di Mondada, e poi Fontana, dalle due frane depositate­si sul tracciato. Resta però ancora non percorribi­le la parte di strada che va da Roseto a San Carlo. L’Esercito continuerà fornire aiuto nel ripristino di infrastrut­ture d’importanza vitale in Val Lavizzara e in Val Bavona, al più tardi fino a domenica.

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TI-PRESS Il nuovo ponte che collega la Media all’AltaVallem­aggia

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