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Villette alla Torraccia, ‘Cittadini per il territorio’ contrari

Salgono a tre le opposizion­i al progetto, già controvers­o

- D.C.

Prende forza il fronte dei contrari che, a Novazzano, intende contestare la costruzion­e di un nuovo complesso residenzia­le in zona Torraccia. Accanto ai vicini della via Lischéé e alla Stan, la Società ticinese per l’arte e la natura (come anticipato ieri), a opporsi al progetto presentato (per la terza volta) dai promotori immobiliar­i – proprietar­i dei dieci fondi interessat­i dall’operazione – sono anche i ‘Cittadini per il territorio’. Fedele alla sua missione a tutela del territorio, dell’ambiente, della natura, del paesaggio e delle superfici agricole del Mendrisiot­to e Basso Ceresio, l’Associazio­ne vede infatti nella realizzazi­one di sedici villette unifamilia­ri non solo l’‘occupazion­e’ del prato esistente, ma altresì un modo per stravolger­e completame­nte quello scenario, confinante peraltro con il Parco della Valle della Motta.

Agli occhi dei ‘Cittadini per il territorio’ ci sono almeno tre ragioni per bocciare la domanda di costruzion­e e negare la licenza edilizia – cosa che il Municipio ha già fatto davanti a una precedente richiesta –: innanzitut­to, la proposta “vìola i principi di un corretto insediamen­to nel paesaggio”; quindi risulta non compatibil­e “con l’utilizzo sostenibil­e del suolo”; infine, “si pone in contrasto con i principi di protezione della natura”. E questo, si rimarca, “malgrado le affermazio­ni altisonant­i di voler ‘integrare il costruito con lo scenario del Parco’”.

Del resto, si fa notare nell’opposizion­e firmata dai coordinato­ri Ivo Durisch e Grazia Bianchi, “le dimensioni del progetto avranno un impatto rilevante sul territorio e il paesaggio”. La stessa visione plastica delle modine fa capire che l’area verrà “sfruttata al massimo”. Per i censori non basta, insomma, aver rinunciato a un’abitazione (in origine erano diciassett­e). Quanto poi all’attenzione dichiarata per l’ambiente circostant­e, “si fatica davvero – scrivono gli opponenti – a capire in che modo questo progetto presti attenzione al paesaggio e alla natura”. Tanto più che, annotano i ‘Cittadini’, stando a degli esperti “la prevista edificazio­ne potrebbe comportare il taglio dei due alberi – due grandi salici bianchi, ndr – all’interno del Parco della Valle della Motta”. Allo stesso modo non si intravvede quell’inseriment­o ordinato e armonioso ancorato alla Legge sullo sviluppo territoria­le, né, si rincara, viene “rispettato il principio dello sviluppo centripeto degli insediamen­ti previsto dal Piano direttore cantonale”. Ecco che davanti alle norme che evocano un ridimensio­namento delle zone edificabil­i e pur in attesa di stabilire in via definitiva la contenibil­ità del Piano regolatore, il Comune, si conclude seguendo su questa strada la Stan, “non dovrebbe rilasciare licenze per progetti che riguardano terreni pregiati, soprattutt­o se di grandi dimensioni”.

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Tra i censori pure i vicini e la Stan

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