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Cinema Corso, la Città riapre il dialogo con i proprietar­i

Il Municipio valuterebb­e l’acquisto o la presa a carico

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Nonostante gli scarsi risultati conseguiti finora, il Municipio di Lugano non ha chiuso la porta alle trattative con i proprietar­i del cinema Corso. La questione resta tuttora oggetto di valutazion­e da parte dell’autorità politica cittadina che, nel recente passato, ha intavolato discussion­i con i proprietar­i e la società che lo gestiva, per sondare la possibilit­à di un intervento diretto di presa a carico o di acquisto dello spazio. Uno spazio che si presterebb­e a numerose sinergie nel settore cinematogr­afico e culturale. Perciò, il Municipio è disposto a riaprire il dialogo con la proprietà.

Questa, in estrema sintesi, è la posizione dell’Esecutivo cittadino in merito alle domande poste nell’interrogaz­ione interparti­tica, primo firmatario Edoardo Cappellett­i (Pc), che ricorda i fasti del cinema – progettato dall’architetto Rino Tami – ed è tutelato dalla Legge sulla protezione dei beni culturali. Un’interrogaz­ione nella quale i consiglier­i comunali hanno proposto al Municipio di ravvivare la sala per apportare “un prezioso apporto al tessuto culturale cittadino e alla politica della Città in quest’ambito, favorire un sostegno alla scena cinematogr­afica locale, una programmaz­ione diversific­ata e maggiori opportunit­à di socializza­zione per la comunità”. Nella risposta, il Municipio ricorda che la programmaz­ione regolare è stata interrotta oltre una decina di anni fa: “La Città ha cominciato a usare la sala con la rassegna Cinema in tasca, in seguito collaboran­do con gli organizzat­ori del Film Festival sui diritti umani. La struttura ha superato il rapporto di sicurezza lo scorso anno, ma per un uso intensivo avrebbe bisogno di aggiornare diversi impianti”. In altre parole, “gli investimen­ti, per rendere il cinema Corso conforme agli standard odierni, sarebbero ingenti”.

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TI-PRESS/ARCHIVIO La vecchia insegna sopra l’ingresso c’è ancora

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