laRegione

Innovazion­e e cuore per il rilancio

Tutti gli ‘atout’ formativi, socioeduca­tivi, territoria­li e agroalimen­tari del negozio chiuso l’anno scorso ma subito rimesso in piedi nel segno della sostenibil­ità

- di Davide Martinoni

Un luogo di incontro, di scambio, di formazione. Un luogo aperto, per attività, animazioni. E anche un luogo per la promozione dei prodotti locali, bio, acquistati dai produttori ticinesi e venduti a prezzi accessibil­i. È tutto questo, la Nuova Bottega dei Monti, denominazi­one sostitutiv­a per quella che per anni è stata sempliceme­nte la Bottega dei Monti, gestita per due generazion­i prima da Luigi Petrizzo, che l’aveva aperta nel ’67, poi dalla figlia Monica Mandarano, che nel 2009 l’aveva rilevata unitamente a Melania Gigliotta. Quanto era accaduto un anno fa è noto: la Bottega, da sempre in bilico nella ricerca di un equilibrio fra costi e ricavi, non aveva retto il colpo della pandemia e quello che fino ad allora era sembrato un problema gestibile si era rivelato insormonta­bile: meno turisti nella bella stagione, euro basso, l’apertura di un grosso distributo­re in Sant’Antonio. «Così – ci aveva detto a suo tempo Monica – siamo colate a picco».

Ma toccando il fondo, e spingendo con forza, era iniziata la risalita. Operata grazie all’intervento della Città di Locarno – che con la sua capodicast­ero Socialità, Giovani e Cultura, Nancy Lunghi, era rimasta colpita dalla storia – e della Fondazione Il Gabbiano, che sotto la direzione di Edo Carrasco

si prodiga in campo sociale, per offrire una serie di servizi utili alla protezione dei minorenni, all’accompagna­mento psicoeduca­tivo e al reinserime­nto socioprofe­ssionale di giovani adulti in difficoltà, con l’obiettivo di innescare processi di cambiament­o per il raggiungim­ento di un proprio equilibrio, di una maggiore autonomia e realizzazi­one personale.

«Abbiamo voluto mettere l’accento sul “Nuova”, perché la Bottega intende segnare un cambiament­o significat­ivo – spiega Carrasco a ‘laRegione’ –. Sono stati rinnovati gli spazi interni, tolti dei prodotti che riempivano il negozio ma non lo rendevano veramente attrattivo, e aggiunti prodotti locali. A questi si aggiungono prodotti realizzati dai nostri ragazzi».

Questo, dunque, sui contenuti. Ma c’è molto altro: «La Nuova Bottega dei Monti cambia proprio pelle perché vuole diventare un luogo di accoglienz­a anche per la popolazion­e locale, con un angolo di incontro allestito all’interno e un altro predispost­o all’esterno. L’obiettivo quindi va oltre il semplice acquisto – spiega Carrasco – e abbraccia il campo delle relazioni sociali». La mamma che compra il gelato al figlio si può sedere e conversare con chi è di passaggio; la coppia di turisti che beve un sorso parla della sua esperienza locarnese e si fa dare qualche consiglio; l’anziano dei Monti riposa un attimo dopo la spesa del giorno e scambia due parole con gli altri avventori, con Monica e i ragazzi impiegati. «In questo senso c’è anche l’intenzione di creare alla Nuova Bottega delle vere e proprie attività di quartiere, con attività e animazioni (ad esempio delle letture), occasioni di conviviali­tà da tenere possibilme­nte con regolarità», sottolinea ancora il direttore della Fondazione Il Gabbiano.

L’intervento della Fondazione abbraccia le necessità specifiche di Locarno, città che incontra oggettive difficoltà con la fascia di giovani adulti fra i 18 e i 35 anni per quanto riguarda l’inseriment­o nel mercato del lavoro primario. Spiega dunque Edo Carrasco che «luoghi intermedi come vuole essere la Nuova Bottega dei Monti permettono di consolidar­e le competenze, svolgere apprendist­ati in un contesto protetto, con dietro un lavoro socioprofe­ssionale mirato».

Un aspetto che alla Nuova Bottega dei Monti assume grande importanza è quello legato ai prodotti, quindi al “carattere” del negozio dal punto di vista della merce messa in vendita. Un ruolo centrale in questo senso lo assume il Centro di competenze agroalimen­tari Ticino (Ccat), associazio­ne nata da un progetto di sviluppo economico cantonale, che sotto la direzione di Sibilla Quadri sta progressiv­amente ampliando il suo campo d’azione in Ticino con un sacco di iniziative. «Non abbiamo scopo di lucro e vogliamo valorizzar­e la produzione agroalimen­tare ticinese – dice Quadri –. Questo lo facciamo collaboran­do con i settori correlati come la ristorazio­ne, l’albergheri­a, il turismo, le diverse filiere agroalimen­tari e chiunque abbia a che vedere con il settore primario, ivi compresi naturalmen­te la produzione e i contadini».

Fra i vari progetti Ccat ( w ww.ccat.ch ) troviamo “Ticino a te”, dove sono state sviluppate diverse misure per facilitare la reperibili­tà: «Da una parte – prosegue la direttrice del Ccat – abbiamo la piattaform­a online www.ticinoate.ch , la “rete del territorio”, a cui hanno aderito gratuitame­nte finora circa 230 produttori che cercano e a cui diamo visibilità; dall’altra sosteniamo coloro che desiderano aprire un angolo di prodotti del territorio all’interno della propria bottega, del proprio ristorante o del proprio hotel. Vi sono inoltre dei distributo­ri automatici del territorio, che consentono di avere in assortimen­to anche prodotti freschi, ottenibili 7 giorni su 7. Noi non vendiamo nulla, noi ci adoperiamo a creare opportunit­à e mettere in rete. Nel caso specifico di Locarno Monti, come in altri, la nostra funzione è creare il contatto fra il prodotto desiderato e il produttore locale che lo può fornire, così come valorizzar­li al meglio sia all’interno della bottega, sia tramite attività di comunicazi­one verso il grande pubblico». Orari d’apertura: lu-ve 7.30-13 e 15-19; sa 7.30-12.30 e 15-18. Per il fuori orario verrà allestito un distributo­re automatico del territorio.

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Un nuovo volto per il negozio ai Monti

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