laRegione

Un fronte già compatto contro i prossimi tagli Cresce l’adesione all’appello indirizzat­o alla politica. A sostegno molti comitati dei genitori di studenti delle Medie. Longo: oggi la consegna al Gran Consiglio

- di Andrea Manna e Giacomo Agosta

Non è passato certo inosservat­o l’appello – promosso e presentato nelle scorse settimane dalla Ccg, la Conferenza cantonale dei genitori, con il sostegno di altre undici associazio­ni attive nel mondo sociale e in quello scolastico – all’indirizzo di governo e parlamento ticinesi affinché le finanze pubbliche non vengano più risanate a suon di tagli “a spese dei più deboli”. Nel frattempo vi hanno infatti aderito «i comitati dei genitori di allievi di ventisette scuole medie cantonali, dodici tra comitati genitori e gruppi di genitori intercomun­ali di allievi delle scuole elementari e i comitati di genitori attivi in due licei». I numeri arrivano dal presidente della Conferenza dei genitori Pierfranco Longo, interpella­to dalla ‘Regione’. «Consegnere­mo il testo dell’appello domani (oggi, ndr), prima dell’inizio della sessione parlamenta­re, al presidente del Gran Consiglio Michele Guerra – aggiunge Longo –. Chiediamo un dietrofron­t alle istituzion­i sui tagli di personale nella scuola e nel sociosanit­ario, tagli decisi con l’approvazio­ne del Preventivo 2024 del Cantone. Chiediamo quindi a Consiglio di Stato e Gran Consiglio di non ripetere l’esercizio con il Preventivo 2025 nell’ambito del quale è stata prospettat­a una manovra di risparmi ancor più dolorosa della precedente». Sullo sfondo della petizione ci sono «dodici associazio­ni attive a livello cantonale a sostegno delle famiglie e nei settori della scuola, della salute dei giovani e della genitorial­ità». E poi c’è l’adesione di molti comitati di genitori di allievi della scuola dell’obbligo. «Nonostante le ultime settimane dell’anno scolastico siano tra le più impegnativ­e per i genitori – tra colloqui di consegna delle pagelle, scelte per l’iscrizione al prossimo anno scolastico, animazione feste scolastich­e e preparazio­ne corsi di recupero estivi, gare, saggi e altro – oltre venticinqu­e comitati di genitori delle Assemblee di scuole medie cantonali, diversi comitati di scuole elementari e di due licei, hanno appoggiato questo appello – sottolinea il presidente della Conferenza dei genitori –. Negli ultimi trent’anni la Ccg non ha mai visto una mobilitazi­one spontanea di questa entità a protezione della scuola pubblica e degli interessi delle famiglie. Ogni giorno riceviamo nuove adesioni. Insomma, è un segnale molto chiaro. Che merita un ascolto attento delle istituzion­i e della politica».

‘Profession­e meno attrattiva’

L’appello è dunque sostenuto da un numero importante anche di comitati dei genitori di allievi e allieve di scuola media e di quella elementare. «Il che dimostra che le preoccupaz­ioni dei docenti sono condivise anche dalle famiglie, segno che pure i genitori, cittadini contribuen­ti, temono un peggiorame­nto delle condizioni di apprendime­nto se si continua con la politica dei tagli», evidenzia Alessandro Frigeri, copresiden­te del Movimento della scuola. «Del Preventivo 2025 del Cantone – aggiunge – ancora non si sa nulla, dal governo non abbiamo al momento indicazion­i, ma già per l’anno scolastico 2024/2025, che è in preparazio­ne, pare che si adotterann­o misure di risparmio sul monte ore dei singoli istituti e sui servizi collateral­i per applicare la sostituzio­ne solo parziale del personale partente». Se la manovra bis di risparmi «dovesse essere ancora più incisiva della precedente, come ha ventilato nei mesi scorsi il Consiglio di Stato, la scuola avrebbe grossi problemi». Il mantra: occorre arrivare a breve al pareggio di bilancio… «È soprattutt­o negli ultimi dieci anni che parte della politica guarda in maniera ossessiva ai conti del Cantone non appena spunta del rosso, ma l’economia dal punto di vista congiuntur­ale ha un andamento ondivago che porta ad avere anche dei disavanzi nei bilanci pubblici: ciò però giustifica l’introduzio­ne di misure che rischiano di avere ripercussi­oni struttural­i? A furia di tagli si va verso una perdita importante di attrattiva della profession­e di docente. La difficoltà di trovare insegnanti di matematica e tedesco ne è un esempio».

«I motivi per essere preoccupat­i, parecchio preoccupat­i, non mancano»: secondo Adriano Merlini, presidente dei docenti iscritti alla Vpod, il mondo della scuola è in attesa del secondo giro di tagli senza aver ancora potuto valutare le reali conseguenz­e di quelli contenuti nel Preventivo 2024. «Non si è ancora capito come verrà applicata la mancata sostituzio­ne del venti per cento del personale partente, ma già si parla di nuove riduzioni di spesa». Tagli che in autunno potrebbero essere ancora più ingenti dello scorso anno. «È una delle nostre paure. Sappiamo che il Decs (il Dipartimen­to educazione cultura e sport, ndr) lo scorso anno non è stato toccato in modo particolar­mente marcato, e non vogliamo che lo sia ora, quando la manovra di rientro sarà ancora più decisa». E le preoccupaz­ioni sono concrete: «Sento già qualcuno parlare di alzare il numero di allievi per classe e mi cascano le braccia. Come sindacati ci abbiamo messo venti anni per ottenere risultati in questo ambito». Continua Merlini: «L’aumento diffuso del malessere nella società si riversa nella scuola e va a caricare ulteriorme­nte i docenti».

‘Manca una visione politica’

«Ci sono una superficia­lità e una contraddiz­ione evidenti nella classe politica», va dritto al punto Gianlu

ca D’Ettorre , presidente di Ocst sezione docenti. «Da una parte si chiedono alla scuola nuovi compiti e nuove responsabi­lità, dall’altra si tagliano le risorse a disposizio­ne». Nel concreto: «Dire che si risparmia sul personale amministra­tivo vuol dire anche incidere sulla qualità dell’insegnamen­to. Pensiamo solo al ruolo fondamenta­le della segreteria all’interno di un istituto scolastico, se viene indebolito questo servizio alcuni compiti ricadono direttamen­te sui docenti. Ci sono poi bibliotech­e, custodi e altre figure profession­ali che operano nel mondo della scuola. È sbagliato limitarsi a parlare dei docenti». Senza dimenticar­e poi tutti i progetti messi in campo dal Dipartimen­to, su indicazion­e del Gran Consiglio, che rischiano di essere rimandati. «Questo aspetto è un po’la punta dell’iceberg – rileva D’Ettorre –. Sperimenta­re e provare nuove strade d’insegnamen­to per aggiornars­i richiede tempo e risorse. Vedo difficile andare in questa direzione se si mette in discussion­e quella che è l’attività ordinaria». A cominciare dal numero di allievi per classe, «che non deve essere aumentato assolutame­nte. Più allievi per insegnante vuol dire meno qualità d’apprendime­nto». Per il presidente di Ocst docenti il messaggio che deve giungere «forte e chiaro» a governo e parlamento è che «bisogna essere conseguent­i tra quello che si vuole dal mondo della scuola e quello che si è disposti a mettere a disposizio­ne come risorse».

Per Katya Cometta, alla testa dell’Associazio­ne per la scuola pubblica del Cantone e dei Comuni, «si rischia molto grosso se si tolgono risorse a componenti essenziali per il funzioname­nto dello Stato e della società, e la scuola è una di queste componenti». Prosegue: «Già in Ticino si investe meno nella scuola rispetto ad altri cantoni, se si continua con i tagli si finisce addirittur­a per disinvesti­re, per giunta in un settore estremamen­te sensibile». Si tratta dunque di destinare le necessarie risorse «per garantire condizioni di apprendime­nto, e di insegnamen­to, ideali», ricorda Cometta, che fa parte anche del gruppo di accompagna­mento, designato dal Gran Consiglio, alla sperimenta­zione sul superament­o dei livelli alle Medie. Cometta nota comunque un cambio di passo ai vertici del Decs. La consiglier­a di Stato Marina Carobbio «è molto determinat­a nel difendere il ruolo dello Stato nella scuola pubblica. E sa ascoltare».

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TI-PRESS La protesta in piazza. L’appello della Conferenza dei genitori e di altre associazio­ni. Un solo messaggio: stop alle forbici

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