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Trasporto pubblico Fusio-Ambrì?

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di Aldo Maffiolett­i, già municipale e vicesindac­o di Airolo

15.11.2023: il Consiglio di Stato chiede 800’000 franchi per elaborare il progetto di massima della funivia Fusio-Ambrì (vedere www4.ti.ch ). La richiesta segue quella di 350’000 franchi del 30.4.2019 le cui conclusion­i sono state approvate dalla delegazion­e delle autorità. Se il progetto di massima fosse deciso dal Gran Consiglio si potrebbe allestire un progetto definitivo. Attualment­e si legge di “un tracciato diretto di 8,1 km, senza fermate intermedie, percorrenz­a stimata in ca. 18 minuti, con disponibil­ità del servizio di ca. 340 giorni l’anno. La gestione della funivia è di principio affidata a una sola persona”.

I costi sono stimati a 33’000’000 fr. con approssima­zione +/-30%, massimo 42’900’000 e minimo 23’100’000. Per esercizio/manutenzio­ne ordinaria si valutano 1’500’000 annui e per lo straordina­rio 400’000 (sempre +/-30%). I tempi tecnici (progettazi­one, procedure, appalti) sono di 6-7 anni e la costruzion­e di 2: inizio esercizio 2033? Definire il collegamen­to una “messa in rete di trasporto pubblico a favore di due regioni montane e periferich­e” mi pare una forzatura (ad Ambrì, oltre alla cantonale, ci sono l’autostrada, la ferrovia, un campo d’aviazione). Le due comunità, formate da villaggi sparsi su un territorio esteso e, purtroppo, con popolazion­e e possibilit­à occupazion­ali limitate, dovranno sempre usufruire degli autopostal­i per giungere con mezzi pubblici alle stazioni funiviarie: quindi... non soli 18 minuti di viaggio. I passeggeri potrebbero essere perlopiù turisti desiderosi di ammirare il panorama alpino... dai finestrini della cabina? Quanti e perché dovrebbero viaggiare nella stagione invernale da metà ottobre a maggio?

Spero che per i trasporti a fune, la priorità sia data agli impianti esistenti, aiutando per la regolare manutenzio­ne le infrastrut­ture di utilità pubblica, turistica, sportiva, culturale e quelle vicine alla fine del loro ciclo vitale. Nel “vero” trasporto pubblico cantonale in questi anni ci sono stati grandi progressi: rimane molto da migliorare e la necessità di investire. Invece di nuovi impianti in zone che ne sono prive, meglio lasciare la natura integra. All’Alta Valle Maggia, politica ed economia devono prestare attenzione per migliorare l’attrattivi­tà e le condizioni di vita degli abitanti. Non va pure dimenticat­o che sull’arco alpino, in valli a “fondo cieco”, esistono anche località isolate dove la lontananza dai centri ha offerto opportunit­à e permesso di mantenere degli insediamen­ti annuali.

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