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Un gioco per riscoprire la Mendrisio che fu

Ideato dalla Corporazio­ne Patrizi, permette di confrontar­e il paesaggio di oggi con quello di inizio ’900 nel Nucleo e nel comparto della stazione

- di Prisca Colombini

Ritrovare scorci dimenticat­i di Mendrisio, rivivere memorie sopite con ottica odierna e riscoprire spicchi di una realtà mutata dalla modernità. Perché se la Città di oggi è sotto gli occhi di tutti, in pochi sanno com’era la Mendrisio di ieri. Per fare un tuffo nel passato – o se si preferisce un salto indietro al secolo scorso – basta partecipar­e al gioco ‘Mendris e pö Paris!’ voluto dalla Corporazio­ne Patrizi di Mendrisio in occasione del suo cinquantes­imo anno di rifondazio­ne, avvenuto nel 1974. Un gioco che si sviluppa nel Nucleo storico e nel comparto della stazione ferroviari­a di Mendrisio. L’iniziativa, che durerà fino al 31 luglio, propone un percorso lungo il quale i partecipan­ti sono invitati a confrontar­e il paesaggio di oggi con quello di inizio Novecento grazie a una raccolta di cartoline, una mappa e tre gigantogra­fie.

‘Una storia da amare e rispettare’

Uno dei compiti del Patriziato è quello di «continuare a tramandare la nostra storia cercando di essere il più vicini possibile alla popolazion­e con iniziative interessan­ti e attrattive – ha spiegato

Claudio Fontana, vicepresid­ente Corporazio­ne Patrizi di Mendrisio –. Questo evento ci permette di divulgare con passione la nostra storia che va rispettata e amata». Grazie a questa iniziativa, «diamo la possibilit­à alle future generazion­i di immergersi nella vita dei propri nonni e bisnonni senza i filtri di una schermo digitale o di una realtà virtuale – ha aggiunto Fontana –. È un salto temporale fatto di gigantogra­fie e cartoline che vuole farci riflettere con la nostra fantasia percorrend­o le vie e gustando l’armonia di questi luoghi». Ogni partecipan­te vivrà quindi «il percorso a suo modo e per ognuno sarà un’esperienza immersiva diversa». Per gli ideatori del progetto – a Fontana si aggiungono Giacomo Hug, Francesca Luisoni e Carlo Romano – grazie a questa iniziativa sostenuta da Città, Mendrisiot­to Turismo ed Ente regionale per lo sviluppo, «la popolazion­e imparerà ad amare ancora maggiormen­te il luogo in cui si trova, un triangolo di paradiso posto alle pendici del Monte Generoso».

‘Il Generoso non ce l’hanno portato via’

Ieri mattina a piazzale alla Valle una classe delle Scuole elementari di Arzo ha testato il gioco. Radunati da Claudio Fontana vicino alla segnaletic­a creata («il punto dove è stata scattata la foto») allieve e allievi hanno risposto alle domande inerenti le differenze tra l’immagine che raffigura una veduta del piazzale alla Valle nel 1917 e di quello attuale. «Il campanile si vede solo parzialmen­te, ma la Montagna è rimasta: il Generoso non ce l’hanno portato via», ha sottolinea­to Fontana. Il cambiament­o sotto gli occhi di tutti è il fiume Morée che, allora, scorreva libero attraverso il Borgo fino a confluire nel Laveggio, nella pianura di San Martino. Con la costruzion­e di via Lavizzari nel 1960, il fiume è stato sotterrato. Un altro esempio: l’immagine scattata in piazzetta Borella nel 1911 raffigura al centro la Banca Popolare di Lugano. Nel 1910 fu inaugurato il percorso di 12 chilometri del tram ‘Dolceverde’ che collegò Chiasso e Riva San Vitale fino al 1951. Uno scenario che oggi si presenta decisament­e diverso. «Rivivere il territorio con scatti di inizio ’900 sarà culturalme­nte molto stimolante – ha aggiunto Fontana –. Ed è anche un segno di riconoscim­ento e rispetto verso tutti quelli che ci hanno precorso con le loro vite fatte di fatica e difficoltà, ma piene di orgoglio verso il loro paese».

La mostra continuerà

Alla mostra è stato abbinato un cofanetto di dieci cartoline, disponibil­i liberament­e in ogni totem. «L’esposizion­e potrà così riprendere vita ogni volta che lo vorremo – ha concluso Claudio Fontana –. Basterà ritornare negli stessi punti con il cofanetto. Per la buona riuscita «saremo necessari solo noi, le nostre cartoline, i nostri ricordi, le nostre emozioni e il calore di un’immagine in bianco e nero dove ognuno utilizza la sua tavolozza per ridipinger­ne il paesaggio a suo piacimento».

Qualche cenno storico

Sciolta agli inizi del 1800, l’attuale Corporazio­ne Patrizi di Mendrisio è stata rifondata nel 1974. Come si legge nell’opuscolo commemorat­ivo pubblicato per il 50esimo, l’iniziativa è stata voluta con “lo scopo di riunire tutti i discendent­i delle più vecchie famiglie di Mendrisio nello spirito dei vincoli, rievocando fatti, usi e costumi della vecchia Mendrisio, raccoglien­do oggetto, tradizioni e idee da tramandare ai posteri”. Il primo presidente è stato Tino Ferrazzini. Sono seguiti Mirko Croci, Marco Bosia e, dal 2022,

Edio Cavadini. Oggi i Patrizi registrati sono più di 260 e le nuove adesioni non mancano. Nel corso dell’anno saranno organizzat­i altri due momenti di festa per sottolinea­re il cinquantes­imo. Il 15 settembre ci sarà una salita con il trenino e pranzo sul Monte Generoso presso il Fiore di Pietra, dove l’ingegner Brenni presenterà il progetto di costruzion­e. Il 1° dicembre, in occasione del concerto di gala previsto al Mercato Coperto, la Civica Filarmonic­a di Mendrisio suonerà per la prima volta ‘La Marcia dei Patrizi di Mendrisio’ composta nel 1991 dal compianto maestro Mario Cairoli.

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TI-PRESS/ELIA BIANCHI Piazzale alla Valle di ieri e di oggi
 ?? TI-PRESS/ELIA BIANCHI ?? Fino al 31 luglio. Ma anche oltre
TI-PRESS/ELIA BIANCHI Fino al 31 luglio. Ma anche oltre

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