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‘Un Primo agosto in acqua sperando porti fortuna’

Si prospetta un Natale della Patria particolar­e per Elia Colombo: ‘Quella sarà la giornata decisiva per accedere alla finale. A cui punto convinto’

- Moreno Invernizzi

No, niente ‘Dama di ferro’ con il vestito a festa. Nemmeno in una giornata dal cielo limpido. La Tour Eiffel, con i Cinque Cerchi di cui si vestirà tra il 26 luglio e l’11 agosto, non la vedrà dalle finestre della stanza dove alloggerà. Perché a fare da sfondo alle sfide olimpiche delle prove di windsurf sarà il golfo di Marsiglia, nel Sud dell’Esagono. Dove, appunto, piazzerà le sue tende Elia Colombo, fresco di ‘convalida’ del pass per i Giochi, in una sorta di ‘filiale’ del villaggio olimpico principale che aprirà i battenti nella Ville Lumière.

Il primo importante passo verso… Marsiglia 2024 (pardon, Parigi 2024), il 28enne di Bironico lo aveva già fatto lo scorso agosto, quando grazie al 21esimo posto ai Mondiali all’Aia aveva regalato alla Svizzera un biglietto per le Olimpiadi. Poi, una settimana fa, giorno più o giorno meno, ecco la conferma di Swiss Olympic: quel biglietto messo in cassaforte nelle acque olandesi porta scritto il nome del ticinese. «I Mondiali dello scorso anno rappresent­avano la prima opportunit­à di timbrare il pass per i Giochi, e averla sfruttata nel migliore dei modi è stata un’iniezione di fiducia che mi ha permesso di affrontare senza più grossi assilli e dunque con la giusta motivazion­e i mesi che ne sono seguiti, e che sono stati parecchio intensi…», sottolinea subito un raggiante Elia Colombo. «Davanti avevo comunque ancora un anno di gare e preparazio­ne, in cui sarebbe potuto succedere di tutto, ragion per cui non c’era tempo da perdere, anche perché c’era sì la forte probabilit­à che quel ticket sarebbe toccato a me, ma nemmeno era automatico che andasse veramente così». Ma così, invece, è appunto andata: «Sì, e sono contento che le cose siano filate lisce. Me l’aspettavo, anche se, appunto, non era scontato che così sarebbe stato. Quando ho ricevuto la notizia, prima attraverso il comunicato ufficiale di Swiss Olympic e poi, l’indomani se non erro, per lettera, ho provato un certo senso di sollievo; un passo in più, finalmente concreto, nel percorso di avviciname­nto alle Olimpiadi era stato compiuto. Poi, però, ho anche maturato la consapevol­ezza che restava ancora parecchio da fare per presentarm­i al meglio all’a ppuntament­o con i Cinque Cerchi».

Materiale ‘uniformato’ per tutti i partecipan­ti

Da obiettivo e aspirazion­e, Parigi 2024 diventerà dunque ufficialme­nte una splendida realtà. Anche se, invero, il suo conto alla rovescia per questa scadenza è appunto già cominciato da diverso tempo: «Benché la certezza definitiva di essere… dei Giochi sia arrivata da appena una settimana circa, le maniche me le sono rimboccate da subito, praticamen­te dall’indomani dei Mondiali della scorsa estate. Perché, appunto, ero perfettame­nte consapevol­e che da lì in poi, in ogni caso, avrei dovuto alzare sensibilme­nte l’asticella delle mie performanc­e. Consideran­do che a Marsiglia si gareggerà tra il 28 luglio e il 2 agosto, giorno del gran finale, dunque circa a metà di una stagione ‘normale’, occorreva rivedere un po’ il timing della pianificaz­ione. Di conseguenz­a, fatta eccezione per qualche settimana dopo il Campionato del mondo in cui ho staccato un po’ la spina, poi è stata una tirata praticamen­te unica e a pieno regime». Anche perché la qualificaz­ione dei Giochi di Parigi, più che il punto terminale (e culminante) di un lungo percorso, Elia Colombo preferisce vederla come l’inizio di una nuova avventura, che è intenziona­to a vivere e gustarsi fino in fondo. E non senza ambizioni. «L’ultima prova di Coppa del mondo, due settimane fa nel Sud della Francia, è andata tutto sommato abbastanza bene: avevo chiuso all’undicesimo posto. Però da qui alle Olimpiadi non ci saranno altre competizio­ni, per cui nelle prossime settimane sarà imperativo curare, oltre alla preparazio­ne fisica, anche quella mentale, alzando l’intensità degli allenament­i, al fine di mantenere la massima concentraz­ione possibile e non perdere per strada quella scarica di adrenalina in più che ti dà il brivido della gara. Nel golfo di Marsiglia, in quei sei giorni a cavallo tra luglio e agosto prossimi, ci giocheremo tutto. E molto, se non tutto, dipenderà dalle qualità di ognuno degli atleti in lizza, visto che, contrariam­ente agli altri eventi a cui partecipia­mo abitualmen­te, per rendere la competizio­ne più equa possibile, dovremo tutti impiegare il materiale messo a disposizio­ne dall’organizzaz­ione. Ciò vuol dire che non ci saranno atleti avvantaggi­ati o svantaggia­ti da una tavola o una vela migliore o peggiore. Ma questo comporta inevitabil­mente che ci siano degli aspetti, non da ultimo tecnici, che devono essere rivisti e adattati in funzione dell’attrezzatu­ra olimpica con cui dovremo gareggiare. Attrezzatu­ra che ho appunto ricevuto negli scorsi giorni e con cui ora sto cercando di familiariz­zare, ragion per cui nelle prossime settimane sarò anche impegnato a testarne le qualità. Volevo fortemente questa qualifica, ma ora che l’ho ottenuta non posso dire di essere appagato. Il mio obiettivo è sempre stato quello di qualificar­mi per le Olimpiadi per poi andare a giocarmi il tutto per tutto su quella ribalta, e con questa filosofia mi presenterò all’appuntamen­to. Punto a terminare le qualificaz­ioni tra i primi dieci, in modo da potermi guadagnare un posto nella finale del 2 agosto (alla quale saranno appunto ammessi i primi dieci classifica­ti al termine delle cinque giornate di qualificaz­ione, ndr): senza voler vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato, dovrei poter avere i mezzi per poterci riuscire. Poi, appunto, una volta in finale, potrebbe davvero succedere di tutto, per cui a quel punto mi lascerei stupire…». sigliese del villaggio olimpico di Marsiglia (dal 20 luglio), il mio campo-base si sposterà definitiva­mente lì». Non sarà un po’ strano vivere questo grande evento un po’ in disparte rispetto al fulcro olimpico di Parigi? «È vero che non saremo nel centro nevralgico, ma penso che in quei giorni si respirerà aria olimpica un po’ in tutta la Francia. E Parigi forse la vedremo, almeno in occasione della cerimonia di apertura: di questa eventualit­à si sta discutendo in seno a Swiss Olympic, anche se ancora non c’è una decisione ufficiale».

Parigi o no, l’appuntamen­to da non mancare per Elia Colombo è quello fissato per domenica 28 luglio quando, meteo permettend­o, si disputeran­no le prime quattro ‘race’. E in acqua ci sarà sicurament­e anche il 1° agosto: «Sarà un Natale della Patria decisament­e particolar­e per me. Anche perché, essendo l’ultima giornata delle qualificaz­ioni, sarà decisiva ai fini dell’accesso alla finale. Speriamo allora che mi porti fortuna!».

Un buon... lupo di mare con qualsiasi condizione meteorolog­ica

Folate di vento improvvise, un’onda imprevista e altro ancora: in uno sport come il windsurf, una grossa componente la giocano gli eventi atmosferic­i, che possono avere il loro peso non indifferen­te sulla prestazion­e umana. Si può essere… navigati finché si vuole, ma il tempo (meteorolog­ico, come pure cronologic­o, del resto) non lo si può influenzar­e. «No, ma bene o male penso di sapermela cavare un po’ in tutte le situazioni. Ho ‘colleghi’ che si trovano a disagio in presenza di forte vento, altri ancora messi in ambasce quando c’è solo un refolo d’aria, ma io, per mia fortuna, non temo scenari climatici particolar­i e, anzi riesco ad adattarmi al meglio un po’ a tutto. Anche se è vero che quando c’è solo una brezza leggera potenzialm­ente posso avere qualche vantaggio in più». E il bacino di Marsiglia come si presenta da questo punto di vista? «Ho la fortuna di conoscerlo abbastanza bene, avendoci trascorso parecchio tempo in queste ultime due stagioni. Diciamo almeno un paio di mesi all’anno, e dunque le condizioni atmosferic­he le ho viste un po’ tutte. Marsiglia è una location particolar­e, in cui la situazione può variare, e in modo drastico, da un giorno all’altro».

Una questione di famiglia

Per un Colombo che il pass per Parigi ce l’ha già in tasca, ce n’è un altro che è in attesa di ricevere il suo: Filippo, il fratello di due anni più giovane di Elia, specialist­a della mountain bike… «È ormai da anni che fra noi parliamo di Parigi, e quando è stata ufficializ­zata la mia partecipaz­ione, Filippo non ha mancato di compliment­arsi con il sottoscrit­to. Sarebbe magnifico ritrovarci entrambi lì in quei giorni per gareggiare. Penso che si possano contare sulle dita di una mano i fratelli presenti alla medesima edizione di un’Olimpiade estiva e in due discipline distinte, per giunta. Di certo sarebbe un unicum a livello ticinese!».

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KEYSTONE In azione durante una prova di Coppa del mondo a Lanzarote a fine gennaio
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TI-PRESS/CRINARI Rotta su... Marsiglia

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