‘L’Italia è stata una salvezza’
È inutile girarci attorno. Il motivo per il quale mi sono trasferito in Italia, quasi cinque anni or sono, è essenzialmente economico. Lavoro nella medesima azienda da una trentina d’anni e da qualche tempo mi è stata ridotta la percentuale. Si era venuta a creare una situazione in cui a pesarmi di più, le dirò, erano in particolare i costi di cassa malati che su un salario di poco più di quattromila franchi, incidevano parecchio. In un primo tempo avevo pensato al canton Grigioni, dove tutto costa un po’ meno. Per vari motivi non se n’è fatto nulla e per finire è andata bene così anche in termini di chilometri percorsi, perché rispetto al mio posto di lavoro sarei stato più distante rispetto a dove abito. C’è di mezzo una frontiera, ma in pratica è come se abitassi in qualunque posto in Ticino a venti chilometri dalla ditta in cui sono impiegato.
Spostandomi in un paese nella zona di confine, sono passato dal pagare ogni mese 1’500 franchi di affitto e 500 di cassa malati, a una pigione di 600 Euro. Questo passo mi ha permesso decisamente di respirare in termini finanziari. In termini di ‘bellezza’, non posso dire che la regione dove sto mi piaccia particolarmente. Non è l’Italia da cartolina, per intenderci. E poi diciamocela tutta: il Ticino è veramente bello! Però purtroppo in certe situazioni non si può vivere di sola bellezza. Quando si è in difficoltà, non ci si può permettere granché in termini di attività nel tempo libero. Anche cose come gli scarponcini per andare in montagna o un pasto consumato in una capanna alpina non sono spese sostenibili e di certo non hanno la priorità su affitto, sanità, imposte. Per quanto piuttosto sottotraccia, quello dei cosiddetti working poor è un fenomeno dal quale anche la ‘ricca’ Svizzera non sfugge. Da quando vivo là, oltreconfine, oltre a fare la spesa di alimentari e abbigliamento (come peraltro molti residenti in Ticino), vado dal dentista, porto l’auto dal meccanico e via dicendo. Tutto costa meno e il risultato è che con gli stessi soldi con i quali prima faticavo a vivere, in Italia potrei risparmiare centinaia di franchi al mese. In questi anni sono riuscito anzitutto a sanare la mia situazione finanziaria, poi a mettere da parte qualcosa e oggi posso permettermi ad esempio di uscire a cena o andare dal parrucchiere con più frequenza; ciò che prima era impensabile. Da questo punto di vista è stata una scelta giusta. Ora ha cominciato a farsi strada l’idea di rientrare in Ticino. Però non a tutti i costi: cioè torno, se trovo un bell’alloggio, in una zona che mi piace perché è bello abitare in un posto in cui si sta bene. Altrimenti resto dove sono. Certo è che, venendo in Ticino, perderei il beneficio economico dato da un costo della vita più basso in Italia. È una riflessione che ho iniziato e mi sto guardando in giro senza fretta, perché dove sto, non mi manca nulla. Però mi lasci dire una cosa: per me l’Italia è stata una salvezza.
* nome noto alla redazione