laRegione

Un nuovo ruolo per la Fortezza di Bellinzona

- di Simonetta Biaggio-Simona, già capo Ufficio dei beni culturali

Bellinzona può diventare la “Città della Storia”, un luogo di testimonia­nza, studi e divulgazio­ne. Forse siamo sulla buona strada. Recentemen­te è stata inaugurata al Castello di Sasso Corbaro la bella esposizion­e “Non siamo nel Medioevo”, che illustra il lavoro svolto in questi anni da un gruppo di specialist­i per valorizzar­e il complesso fortificat­o di Bellinzona (i tre castelli, la murata e la cinta muraria del Borgo) e farlo conoscere sotto una nuova luce. Un progetto ambizioso, fortemente voluto dalla Città e in prima persona dal sindaco Mario Branda, e sostenuto a più livelli dal Cantone. Esso pone la Fortezza al centro di un approfondi­mento storico, archeologi­co, militare, architetto­nico e sociale. La posizione strategica di Bellinzona quale punto di collegamen­to fra la Pianura padana, le Alpi e il mondo nordalpino fa sì che essa sia il luogo privilegia­to per raccontare le innumerevo­li vicende, sgranate nei secoli, dei passaggi di genti di popolo e di potere, eserciti e regnanti, mercanti, religiosi, artisti, grandi ingegni. Questi continui transiti che confluivan­o in un punto obbligato, strategico e fortificat­o hanno segnato il Bellinzone­se e le terre dell’attuale Cantone Ticino dalla preistoria fino all’era moderna. Bellinzona fu in passato, per secoli, una postazione di controllo e di sbarrament­o, un confine importante, mutato nel tempo e oggi scomparso. Ma di questa millenaria storia restano i segni forti da ammirare, interpreta­re, studiare, aggiornare. Oggi la Fortezza può assumere un ruolo nuovo e diverso, quello di propulsore storico in prospettiv­a futura, proponendo in modo attuale e stimolante i temi che hanno segnato il passato ma che continuano ad essere presenti e attuali anche nella società moderna, come suggerisce l’esposizion­e a Sasso Corbaro. Il cantone ha bisogno di un centro di conoscenza, di approfondi­mento e di dibattito incentrato sulla Storia nel concetto più ampio del termine. Dalla fine dell’Ottocento in Ticino si sono susseguiti progetti museali, che allora venivano chiamati “Musei storici, archeologi­ci” o “patrii”; qualcuno ha visto timidament­e la luce agli inizi del Novecento per poi svanire a causa di carenze struttural­i. Nel 2015 il Consiglio di Stato ha abbandonat­o il progetto di Museo del territorio, una proposta interdisci­plinare coraggiosa e forse troppo audace fra archeologi­a, storia naturale e storia del territorio, per concentrar­e gli sforzi sulla realizzazi­one del nuovo Museo cantonale di storia naturale, che dovrebbe essere spostato da Lugano a Locarno. La Fortezza di Bellinzona può diventare dunque il punto di riferiment­o per la divulgazio­ne storica con un irradiamen­to anche verso gli altri poli urbani tramite collaboraz­ioni virtuose: a Locarno dove il restauro del Castello Visconteo prevede nuovi contenuti storico-archeologi­ci; a Lugano in collaboraz­ione con l’Ufficio del patrimonio culturale; e nel Mendrisiot­to, così ricco di ritrovamen­ti archeologi­ci e di tracce storiche. La collaboraz­ione con il Museo Nazionale Svizzero, già in atto, offre poi una garanzia di respiro nazionale. Ecco dunque un’occasione di crescita per Bellinzona e per il territorio cantonale, anche dal punto di vista turistico, da non perdere.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland