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L’‘Anonima furti’ torna a colpire a Mendrisio

La Polizia della Città e della Regione II registra una ‘impennata’ di furti (riusciti e tentati). Il capodicast­ero: ‘Ci siamo ritrovati vicini ai livelli di un decennio fa’

- di Daniela Carugati

L’‘Anonima furti’ è tornata a colpire. Nello spazio di un anno nel comprensor­io di Mendrisio l’aria è cambiata. Ieri si archiviava un 2022 ‘rassicuran­te’; oggi si registra un 2023 con i reati contro il patrimonio in impennata. Niente di nuovo sotto il cielo del Ticino e della Svizzera: la tendenza, come restituisc­ono le statistich­e in queste settimane, è cantonale e federale. Le cifre, però, fanno un certo effetto. Soprattutt­o in una Città polo, centro di gravità della Polizia Regione II, che nel passato recente pensava che la sicurezza quasi non fosse più un tema dell’agenda politica. E il primo a riconoscer­lo è proprio il capodicast­ero Sicurezza e Prossimità Samuel Maffi.

Un passo indietro

«Il 2023 è stato il primo anno a segnare una inversione di tendenza – conferma Maffi –. E sul piano politico dobbiamo essere pronti, se necessario, a fare di più sul versante della sicurezza, che fino a poco tempo fa sembrava sparita dai nostri radar. Le cifre, però, possono cambiare: di fatto ci siamo avvicinati ai livelli della vecchia Mendrisio di un decennio fa». Basta dare un’occhiata al grafico riassuntiv­o per notare la curva in ascesa, sino al tetto degli oltre 400 furti toccato fra il 2011 e il 2013. I numeri, tiene la barra dritta il capodicast­ero, «non sono astronomic­i, ma saltano all’occhio»; in particolar­e se ci si sofferma sulle percentual­i che mostrano un balzo in avanti nel perimetro di Mendrisio Città del 106%.

‘Più impegno, maggiore pressione’

«Il dato – cerca di confortare Maffi – non deve spaventare, innescando la caccia al colpevole, piuttosto deve fare riflettere seriamente. Insomma, occorre tenere alta la guardia. D’altra parte, se dovessi sintetizza­re l’annata passata in due parole, direi che ha evidenziat­o, innanzitut­to, il grande impegno messo in campo dalle nostre forze di polizia, proprio per ‘essere sul pezzo’ a fronte delle tante tematiche con cui si è confrontat­i, dalla sicurezza generale alla prossimità. In secondo luogo – richiama il municipale – parlerei di pressione, quella che sentiamo anche nel nostro settore. E che arriva da lontano, dai confini e dalle tensioni geopolitic­he internazio­nali, ma ci tocca però pure da vicino. E qui mi riferisco alla nostra situazione socioecono­mica poco favorevole, come testimonia­no i reati commessi e l’arrabbiatu­ra della cittadinan­za nei confronti delle istituzion­i».

In ogni caso, fa notare ancora Maffi, volendo usare una metafora, «il ‘cattivo’ non arriva solo da fuori, ma lo si trova anche in casa». Detto altrimenti, a influire sull’aumento, ad esempio, dei reati contro il patrimonio, sono vari fattori: dalle conseguenz­e legate ai flussi migratori, si esemplific­a, ai cambiament­i socioecono­mici sfavorevol­i, al benessere sostanzial­e che si ha in Svizzera e che funge da calamita per i ladri. «Quindi dobbiamo continuare a investire nella sicurezza – chiarisce il comandante della polizia Patrick Roth – e seguitare a dare delle risposte ai bisogni quotidiani della popolazion­e». Un piano d’azione nel quale rientra pure la videosorve­glianza, in fase di ampliament­o, e che ha «portato i suoi frutti», ad esempio nel chiariment­o di incidenti stradali o casi relativi a vie di fatto e a una truffa del falso nipote.

La Città crede nella prossimità

A maggior ragione a Mendrisio si crede, dunque, nelle campagne di polizia di prossimità sviluppate in questi anni nel solco della cosiddetta sicurezza percepita. «La vicinanza del Corpo (con le sue 54 unità, ndr) ai cittadini, difatti, ci viene riconosciu­ta e influisce in modo positivo sul ‘sentirsi sicuri’. Ecco perché vogliamo perseverar­e nel coltivare i rapporti tra le persone e le istituzion­i – a cominciare dall’agente di quartiere, ndr –, per far sì che la possibilit­à di incontrars­i quotidiana­mente a dialogare di sicurezza diventi un fatto culturale. Scambiarsi informazio­ni, fare delle segnalazio­ni deve entrare nella normalità delle cose».

L’‘hotspot’ Casvegno

Il segno più, del resto, non appartiene solo al capitolo dei furti (riusciti e tentati). A continuare a crescere, in effetti, è altresì l’attività di pronto intervento. E qui c’è una voce che richiama l’attenzione: le azioni, «frequenti», effettuate a Casvegno, ovvero entro le mura dell’Organizzaz­ione sociopsich­iatrica cantonale (Osc). «Per noi – spiega il comandante Roth – l’Osc è diventato un ‘hotspot’. Spesso, infatti, riceviamo delle richieste di intervento a supporto del personale medico e infermieri­stico». La statistica annuale segnala 221 operazioni (erano 175 nel 2022), 35 accompagna­menti e 26 ricoveri coatti. Tutti dati, si ribadisce, che testimonia­no «della non facile situazione della popolazion­e locale in cura». Situazione alla quale gli agenti, tiene a sottolinea­re Roth, cercano di reagire con proporzion­alità visto la complessit­à della realtà di Casvegno. Senza trascurare il fatto che la presenza di una utenza con delle fragilità attrae certe dinamiche, alle quali non sono estranei neppure i ‘mercanti di droga’.

Sta di fatto che l’Osc per prima cosa intende ridare al parco che circonda le strutture terapeutic­he quella apertura e quella fruibilità proprie anche alle nuove frontiere della psichiatri­a. Ecco per quale motivo si è voluto affrontare la problemati­ca e da più di un anno, informa ancora il comandante, si è cerato un gruppo interforze di lavoro che vede al tavolo con i vertici dell’Organizzaz­ione, la Polizia di Mendrisio e la Polizia cantonale. «E un migliorame­nto negli ultimi mesi si è visto sul piano dell’interventi­stica», conferma Roth. Senza dimenticar­e, si aggiunge Maffi, che «questo è pure un tema di politica sanitaria».

Tendenza all’aumento in altri settori

Gli agenti della Poilzia cittadina sono stati però sollecitat­i anche nel separare famigliari litigiosi – 28 gli interventi a fronte dei 15 del 2022 – o sedare risse (59 contro 34). In questo ambito si registrano altresì 107 persone fermate per accertamen­ti (erano state 43). E l’aumento è notevole anche quando si tratta di verifiche e controlli nel solco della Legge sugli stranieri (quindi pure delle residenze fittizie): le richieste sono state 214 (nel 2022 erano state 143). Crescita conclamata, infine, sul fronte degli incidenti della circolazio­ne, che anche nel 2023 fortunatam­ente non hanno conteggiat­o vittime. Di pari passo, comunque, si sono moltiplica­ti i controlli, intensific­ati, rimarca il comandante, per accrescere la sicurezza stradale e non certo per fare cassa.

A rivelarsi redditizi, semmai, sono stati gli incassi per posteggi, autosili e ormeggi di natanti, che sono passati da poco meno di un milione e 600mila franchi a un milione e 730mila franchi.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Questi numeri però non devono spaventare. Teniamo alta laguardia

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