laRegione

‘Una tassa d’entrata per i veicoli a motore’

Iniziativa cantonale di Andrea Censi (Lega): ‘La legge federale lo consente, si tratta di volontà politica. Un modo per far pagare le strade ai frontalier­i’

- di Jacopo Scarinci

L’introduzio­ne di una tassa d’entrata in Svizzera sui veicoli a motore. È questa la ricetta – proposta con un’iniziativa cantonale – della Lega dei ticinesi per provare a risolvere il problema delle strade sempre più intasate dal traffico. Il testo, firmato a nome del gruppo parlamenta­re dal deputato Andrea Censi e inoltrato oggi al Consiglio di Stato, parte da una consideraz­ione sotto gli occhi di tutti: “Sebbene in Ticino il traffico veicolare abbia conosciuto una decrescita ai livelli prepandemi­ci, anche grazie a un’importante offerta di trasporto pubblico e complice la crescita dello smart working, la situazione del traffico in Svizzera e nel nostro Cantone è in costante peggiorame­nto”. Le statistich­e, infatti, “parlano di un aumento del tempo passato in colonna di oltre il 360% in meno di 20 anni”.

‘Problema marcato nei cantoni di frontiera’

Va da sé che questa situazione “è particolar­mente marcata nei cantoni e nelle regioni di frontiera, si pensi, oltre al Ticino, a Ginevra, Basilea, Giura in quanto al traffico locale si aggiunge il traffico veicolare del frontalier­ato”. Quest’ultimo, è generato “soprattutt­o dal fatto che la maggior parte di essi giunge in Svizzera da solo a bordo del proprio veicolo, senza prediliger­e il ‘car sharing’ o i mezzi pubblici”. Dinamica, questa, che per Censi e il gruppo parlamenta­re leghista “congestion­a non solo le autostrade, ma pure le strade cantonali e comunali, in particolar­e nelle tratte vicine ai valichi secondari fino alla prossima entrata dell’autostrada, dal momento che molti non entrano in autostrada pensando di evitare così di rimanere in colonna”.

La richiesta all’Assemblea federale, tramite il Consiglio di Stato

Ciò detto e ciò considerat­o, un appiglio legale c’è. Ed è nella Legge federale sulla circolazio­ne stradale, dove il primo capoverso dell’articolo 105 “vieta espressame­nte ai Cantoni di istituire delle tasse di transito”, ma che invece al quinto capoverso dello stesso articolo “riserva alla Confederaz­ione, e più in particolar­e al Consiglio federale, la competenza di introdurre delle tasse d’entrata sui veicoli a motore esteri”. Insomma, è una questione di volontà, per il movimento di via Monte Boglia. Per questo, l’iniziativa cantonale “incarica il Consiglio di Stato di chiedere alle Camere federali di elaborare un progetto di atto legislativ­o dell’Assemblea federale per l’introduzio­ne di una tassa d’entrata sui veicoli a motore esteri volta a disincenti­vare l’uso singolarme­nte del veicolo da parte dei frontalier­i, escludendo­ne l’applicazio­ne al transito occasional­e (ad esempio i turisti) tramite una clausola temporale”.

‘Si disincenti­verebbe l’uso del trasporto privato’

Per Censi e tutto il gruppo della Lega “questa misura avrebbe l’opportunit­à di disincenti­vare l’utilizzo del trasporto privato in entrata, favorire l’uso di quello pubblico (in linea con quanto a più riprese richiesto e auspicato dalla politica ambientale promossa sia a livello cantonale sia federale), senza mettere le mani nelle tasche dei ticinesi”. E permettere­bbe, inoltre, “solidalmen­te di disporre di un’entrata supplement­are per il finanziame­nto della struttura stradale e del trasporto pubblico”.

‘Il tutto rispecchia le norme di politica ambientale’

Perché questa iniziativa cantonale? «Perché è una necessità del Canton Ticino e perché c’è un accaniment­o nei confronti degli automobili­sti: proponiamo quindi una soluzione che non solo è neutra per questa categoria e per tutti i contribuen­ti, ma che anzi può portare soldi che a oggi non sappiamo come incassare», commenta a ‘laRegione’ Censi. Che aggiunge come sia «un’opportunit­à davvero da cogliere, anche se spetterebb­e al Consiglio federale valutare come. Si potrebbe istituire un fondo che poi verrebbe redistribu­ito ai Cantoni in base al numero di veicoli tassati, e questi soldi potrebbero essere destinati alle necessità delle strutture stradali o altre spese che deve sostenere lo Stato». Censi, ribadendo quanto scritto nell’iniziativa cantonale, rammenta che «il tutto rispecchia le normative e le linee guide di politica ambientale e soprattutt­o una legge federale lo consente, una legge federale attiva, presente e mai contestata da nessuno: di conseguenz­a, si tratta unicamente di volontà politica perché non pone alcun problema a livello legislativ­o». Inoltre, spiega il granconsig­liere leghista, «con l’incertezza sull’introduzio­ne o meno della tassa di collegamen­to, che ha una grande importanza nel finanziame­nto del trasporto pubblico già potenziato negli ultimi anni, questa sarebbe un’importante fonte di introito». Tassa di collegamen­to spesso e volentieri difesa dal direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali come mezzo per far passare alla cassa i frontalier­i... «È proprio così, ma con questa nostra proposta – riprende il deputato della Lega – saremmo davvero sicuri che i frontalier­i pagherebbe­ro un servizio che finora possiamo quasi definire gratuito».

La possibile sponda ginevrina

E in questo cammino il Ticino non sarebbe solo. «La proposta arriva da me e dalla Lega – dice Censi –, ma ho preso contatto con il Mouvement citoyens genevois e gli intenti così come i contenuti sono stati condivisi. Con tutta probabilit­à, in una delle prossime sedute parlamenta­ri del Gran Consiglio ginevrino, anche l’Mcg presenterà un atto parlamenta­re in questo senso».

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TI-PRESS Posta per le Camere federali, se arriverà l’ok del GranConsig­lio

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