laRegione

‘Freno al disavanzo, tema già avallato dai cittadini’

- VDF/A.MA.

Nulla da fare per le iniziative parlamenta­ri presentate dai deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi che puntavano ad abolire il freno al disavanzo. La maggioranz­a della commission­e parlamenta­re della Gestione e finanze ha sottoscrit­to il rapporto del granconsig­liere del Centro Maurizio Agustoni che chiede di respingere le iniziative dell’Mps. A non firmare il documento del centrista, i commissari del Ps e dei Verdi.

‘La popolazion­e ha votato recentemen­te’

Presentand­o le iniziative, Pronzini e Sergi avevano sottolinea­to che “la necessità dello Stato di rispondere ai bisogni dei cittadini di ottemperar­e ai propri compiti fondamenta­li (in particolar­e sanità, formazione, ambiente, socialità) è oggettivam­ente in contraddiz­ione con il principio del freno al disavanzo che ha come, corollario concreto, il contenimen­to del debito pubblico”, sostenendo che “la situazione sociale e le prospettiv­e economiche e politiche con le quali siamo confrontat­i e con le quali saremo confrontat­i nei prossimi anni necessiter­anno di un sempre maggiore intervento dello Stato” e che anche un “migliorame­nto qualitativ­o della spesa pubblica e della sua gestione non implicherà una sua diminuzion­e”. Gli autori dell’iniziativa ritengono poi che “il contenimen­to del debito pubblico” sia in contraddiz­ione con la “necessità dello Stato di rispondere ai bisogni delle cittadine e dei cittadini” e di “ottemperar­e ai propri compiti fondamenta­li”.

La maggioranz­a della Gestione e finanze ha dal canto suo rilevato che, si legge nel rapporto, “come gli articoli costituzio­nali di cui gli autori dell’iniziativa chiedono la modifica/abrogazion­e siano stati approvati dal Sovrano (i cittadini, ndr) in tempi relativame­nte recenti, circa dieci anni fa, e con una maggioranz­a chiara di oltre il 55%”. Il riferiment­o è alla votazione del 18 maggio 2014 dal titolo ‘Principi di gestione finanziari­a e freno ai disavanzi pubblici’, avallato dal 55,1% dei votanti. Non solo. Il popolo, prosegue il rapporto, “ancora recentemen­te, il 15 maggio 2022, ha approvato il Decreto legislativ­o concernent­e il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimen­to della spesa e senza riversamen­to di oneri sui Comuni che prevede l’obiettivo di pareggio del conto economico”. Il riferiment­o questa volta è alla votazione del Decreto Morisoli, approvato dal 56,9% dei votanti. Ed è per questi motivi che la maggioranz­a commission­ale ritiene che “il Gran Consiglio non possa ragionevol­mente proporre al Sovrano l’abrogazion­e di norme costituzio­nali pochi mesi dopo l’approvazio­ne da parte del medesimo Sovrano dei medesimi principi”.

‘Le politiche possono essere adeguate’

Come detto, il rapporto di Agustoni non è stato firmato dai socialisti. «Si tratta di strumenti troppo rigidi e vincolanti», spiega raggiunto da ‘laRegione’ il copresiden­te del Ps Fabrizio

Sirica . E chiarisce: «In alcuni momenti storici bisogna disporre di maggiore flessibili­tà. Siamo d’accordo che ci sia un certo controllo delle finanze, ma da gestire sul lungo-medio termine, con degli strumenti non così rigidi e adeguati innanzitut­to alle necessità della popolazion­e».

A destare perplessit­à anche la volontà espressa nel rapporto di non entrare in materia date le recenti votazioni popolari. «Le politiche – sottolinea Sirica – possono essere adeguate negli anni. D’altronde Agustoni con la tassa di collegamen­to non si fa problemi a riproporre un tema già votato dai cittadini».

Un paletto all’iniziativa della Vpod che mira ad abolire il Decreto Morisoli? «No, non vedo un legame con l’iniziativa di Ghisletta», sostiene il deputato socialista, che afferma: «Il Decreto Morisoli ha fatto il suo tempo, prova ne è che nel preventivo votato tutta una serie di indicazion­i del decreto non sono state rispettate. Il vero indicatore popolare lo avremo sulla riforma fiscale, occasione in cui si darà un forte messaggio sul prossimo preventivo».

“Dalla Gestione – dice Giuseppe Sergi, da noi interpella­to – non ci aspettavam­o una posizione diversa. D’altronde nel 2014 sul principio del freno al disavanzo tutti i partiti, salvo noi dell’Mps, erano favorevoli”. Destinata quasi certamente a fallire la via parlamenta­re, pensate al lancio di un’iniziativa popolare? “Non lo escludiamo, vedremo – risponde Sergi –. Nel frattempo è stata purtroppo lanciata l’iniziativa popolare (quella della Vpod, ndr) per abolire il Decreto Morisoli, decreto che in ogni caso decadrà con l’approvazio­ne del Consuntivo 2025 da parte del Gran Consiglio. Sta di fatto che questa inutile iniziativa monopolizz­erà per qualche mese il dibattito politico. Per quel che ci riguarda, tenuto conto anche del dibattito che si svilupperà in Gran Consiglio sul rapporto della Gestione, valuteremo il lancio di un’iniziativa popolare, allargando la riflession­e ad altre forze, per sopprimere il freno al disavanzo, uno strumento di pressione permanente sulla spesa pubblica. Come Mps, siamo dell’idea che lo Stato debba rispondere a dei bisogni e sulla base di questi bisogni ha delle entrate, e se non riesce ad averle, può anche indebitars­i. Quello dell’equilibrio finanziari­o è un principio neoliberal­e che non condividia­mo”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland