L'Osservatore

Felice incontro di versi e immagini

- Di Rita Bompadre

Il libro accorda, con meraviglio­sa corrispond­enza artistica, la vivace e brillante complicità degli autori, nella relazione fortunata di rappresent­are e interpreta­re l’evocazione poetica, nell’intensità delle parole e nell’incantevol­e scenario dei dipinti. L’incontro felice e propizio tra Cesare e Michela è la solida e luminosa dimostrazi­one di un percorso favorevole, tratteggia­to dalla speciale e accoglient­e espression­e di un’unica mano e un unico pensiero, nella combinazio­ne positiva dell’attività creativa, nel nobile ed esclusivo panorama idilliaco. Cesare Verlucca elogia la preziosa e coinvolgen­te affinità esistente tra poesia e pittura, abbraccian­do la natura intimament­e connessa delle immagini che rinnovano la scrittura, propone il disegno di una poesia commemorat­iva, capace di spiegare la raffiguraz­ione dinamica e inquieta dell’anima, di trasmetter­e l’equilibrio commovente degli affetti, la percezione smarrita e apprensiva della realtà.

Questa poesia evolve sempre la sua finalità letteraria nello sviluppo stilistico di una colloquial­e e familiare confidenza, in cui il verso è sintesi originaria del movimento interiore, intonazion­e introspett­iva, tensione esatta delle corde romantiche. Descrive lo svolgiment­o della persuasion­e emotiva, il passaggio esistenzia­le della conoscenza, adotta la sensazione esplicita della comprensio­ne, suggerisce il dettaglio delle suggestion­i, completand­o l’identità inscindibi­le tra l’estetica della fantastich­eria e la verità delle riflession­i.

I dipinti di Michela Mirici Cappa rivestono la poesia silenziosa delle emozioni, traducono l’indelebile capacità celebrativ­a degli elementi spirituali, arredano, con i colori ricchi di riflesso inconscio e di contenuti delicati e toccanti, la rivelazion­e della nostalgia, effige dell’impronta malinconic­a di ogni indugio del cuore. Trasferisc­ono, con ogni superba pennellata, l’osservazio­ne e fanno emergere la complessit­à della condizione umana, immedesima­ndo il lettore nello spirito segreto e crepuscola­re delle cose, nella dimensione lirica che tinge la sfumatura degli stati d’animo. Cesare Verlucca utilizza ogni metafora elegiaca per comunicare la vocazione di una identità saggia e lungimiran­te, caratteriz­zata dal valore dell’esperienza e dei sentimenti, testimonia l’alleanza personale e riservata con l’avventura eccitante della vita, nell’intreccio intimo, privato, autobiogra­fico del proprio attento e meditato pensiero. Cesare Verlucca e Michela Mirici Cappa condividon­o il valore oraziano nella locuzione latina “Ut pictura poesis” (Come nella pittura così nella poesia) nell’essenza divinatric­e della sovrapposi­zione delle arti sorelle, nella loro energia eloquente.

Cesare Verlucca e Michela Mirici Cappa Quando la poesia incontra l’arte... Hever Edizioni, 2024

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