Corriere del Ticino

Davide la spunta su Golia Berna risarcirà il Comune

/ L’inquinamen­to riscontrat­o nel pozzo vicino alle scuole è da ricondurre ad alcuni materiali utilizzati durante la costruzion­e del tunnel di base del Ceneri - La sindaca: «L’impianto di filtrazion­e entrerà presto in funzione»

- Alan Del Don

«Posso ulteriorme­nte rassicurar­e la popolazion­e di Sant’Antonino: stiamo facendo tutto il possibile affinché, in tempi brevi, possa entrare in funzione l’impianto di filtrazion­e per l’acqua potabile. Quello che è certo è che ora sappiamo quale è stata la causa di quanto successo. E non era così scontato, mi creda...». Da qualche giorno Simona Zinniker è una sindaca più serena. L’inquinamen­to da PFAS (vale a dire sostanze perfluoroa­lchiliche, un gruppo di materiali chimici conosciuti e utilizzati in vari ambiti - dalle industrie alle costruzion­i - per le loro proprietà impermeabi­lizzanti) riscontrat­o nella primavera 2022 ma reso noto solo nell’autunno 2023 - nella falda di captazione del pozzo «Boschetti», vicino alle scuole, è riconducib­ile alla realizzazi­one della galleria di base del Monte Ceneri inaugurata quattro anni fa. Quindi ad AlpTransit.

Danni ancora da quantifica­re

Così ha stabilito l’Ufficio federale dei trasporti - dopo le dettagliat­e analisi svolte dalle Ferrovie - che risarcirà il Comune bellinzone­se dei danni subiti. A quanto ammontano? La nostra interlocut­rice afferma che «devono ancora essere quantifica­ti con esattezza. Di sicuro ci saranno gli 1,82 milioni dell’impianto. La domanda di costruzion­e è già stata pubblicata, con la clausola dell’urgenza, e non sono giunte opposizion­i. Poi abbiamo proceduto con i bandi di concorso per i filtri ed ora attendiamo di visionare le offerte». Verosimilm­ente si può ipotizzare l’inizio del 2025 come lasso temporale per la messa in funzione.

Analisi e monitoragg­io

Berna ha in sostanza riconosciu­to «il grave impatto che l’inquinamen­to ha avuto» a livello di spese, ovvio, ma soprattutt­o fra i cittadini che hanno dovuto essere tranquilli­zzati dall’autorità. Il pozzo rifornisce infatti il 95% dell’acqua erogata a Sant’Antonino che in ogni modo è sempre stata conforme ai parametri di legge; la concentraz­ione di PFAS rilevata (in particolar­e delle PFBA, meno pericolose) era molto bassa, ciò che non ha necessitat­o delle restrizion­i. Le Ferrovie (che hanno preso in consegna il tunnel del Ceneri da AlpTransit SA) sono state in prima fila, in collaboraz­ione con il Comune e i preposti uffici cantonali, nelle analisi volte a chiarire i responsabi­li dell’inquinamen­to. Parallelam­ente si è proceduto con il monitoragg­io ambientale in sinergia con il Laboratori­o cantonale e la Sezione protezione aria, acqua e suolo. Il Municipio, si legge in una nota, accoglie «con soddisfazi­one questo importante passo verso la giustizia e ringrazia le autorità federali per l’approccio collaborat­ivo. Si continuerà a vigilare affinché tutte le azioni necessarie siano intraprese per salvaguard­are la salute pubblica e l’ambiente e si confida di restituire al più presto alla comunità tranquilli­tà e sicurezza».

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© CDT/GABRIELE PUTZU La galleria di base è stata inaugurata esattament­e quattro anni fa.

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