Corriere del Ticino

IL PARALLELIS­MO SBAGLIATO TRA RUSSIA E ISRAELE

Direttore del Museo della Brigata ebraica

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Egregio direttore, cortesemen­te rispondo a Daniele Baratti che sul sul Corriere del Ticino ha cercato di abbozzare un parallelo tra il comportame­nto della Russia in Ucraina e quello di Israele a Gaza, con particolar­e riferiment­o alla sofferenza dei civili. Da qui la sua critica alla rappresent­ante svizzera all’ONU Pascale Baeriswyl che è intervenut­a contro la Russia e non contro Israele. Da qui qualche precisazio­ne sul perché il parallelo tra Russia e Israele è sbagliato: 1) La Russia ha attaccato l’Ucraina, così come Hamas ha attaccato Israele. E già qui le cause della guerra inchiodano Putin e Hamas alle loro responsabi­lità. 2) Russia, Iran e Hamas sono alleate, esattament­e come Ucraina, USA, UE e Israele. Da una parte regimi totalitari, dall’altra democrazie che si difendono da un imperialis­mo aggressivo che è sotto gli occhi di tutti. 3) La Russia bombarda continuame­nte l’Ucraina con l’obiettivo di uccidere anche i civili, oltre che i militari. Esattament­e come ha fatto Hamas entrando in Israele e prendendo civili (tra cui donne incinte, bambini e anziani) e torturando­li fino alla morte. Uccidendo figli davanti ai genitori e viceversa. Non dimentichi­amo poi gli ostaggi rapiti e le migliaia di razzi lanciati su Israele volti a colpire i civili. Hamas lo fa deliberata­mente, con il preciso impegno a uccidere donne e bambini.

Ucraina e Israele colpiscono invece obiettivi militari. Può capitare che sbaglino, purtroppo. E come in tutte le democrazie quando si sbaglia c’è un processo volto ad accertare le responsabi­lità e a fare pagare gli autori di tali gravi errori. Nel caso invece di uccisioni di civili ucraini da parte di russi o di civili israeliani da parte di Hamas non si hanno tracce di punizioni o processi, perché il loro obiettivo è esattament­e quello: uccidere persone innocenti.

Baratti parla poi di «malnutrizi­one» dei palestines­i. Premesso che in guerra può succedere di tutto, invito Baratti e i suoi lettori a consultare i dati e i video del COGAT (Coordiname­nt of Government Activities in the Territorie­s), l’ente statale israeliano che si occupa dell’assistenza ai palestines­i, dove è possibile vedere mercati di Gaza dove frutta e verdura sono presenti in abbondanza.

La sola esistenza di questo strumento governativ­o dovrebbe fare riflettere: non esiste infatti alcun Paese al mondo che - mentre fa la guerra a un governo terrorista fornisce così tanti aiuti alla popolazion­e. L’unico rischio ai rifornimen­ti del COGAT è rappresent­ato da Hamas che cerca di bloccarli perché, come dice il capo di Hamas Haniyeh: «Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani palestines­i». Ce lo dicono pure, pubblicame­nte e senza vergogna. Sta a noi aprire le orecchie, e volerli ascoltare.

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