Netanyahu sul Golan: «La risposta sarà dura»
/ Il premier israeliano a Majdal Shams promette battaglia – Hezbollah si prepara allo scontro – Nove soldati dell’IDF arrestati con l’accusa di aver stuprato un detenuto palestinese
Israele appare sempre più determinato ad attaccare in Libano in risposta al missile degli Hezbollah – un razzo Falaq con una testata da 53 kg – che sabato sera ha ucciso 12 tra bambini e adolescenti drusi sul Golan. «La nostra risposta arriverà e sarà dura» ha tuonato il premier Netanyahu che, a due giorni dall’attacco mortale, è andato a Majdal Shams, appunto sul Golan druso, dove è stato anche contestato da un gruppo di residenti al grido di «assassino, vattene» (i drusi sono arabi ma non palestinesi, in generale esaltano la loro appartenenza alla madrepatria siriana pur se da mezzo secolo vivono in Israele, avendo quest’ultimo annesso le Alture del Golan nel 1981, dopo averle strappate alla Siria nel 1967 e nel 1973).
Per ora la reazione israeliana si è limitata a raid mirati con i droni contro comandanti sul campo dei miliziani sciiti in Libano. Sulla stessa linea di Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant a cui, insieme al premier, il Gabinetto di sicurezza politico ha affidato la decisione finale della risposta in Libano.
Hezbollah continua intanto a lanciare razzi verso Israele e si prepara alla risposta dello Stato ebraico spostando missili di precisione e svuotando le postazioni militari nel sud. Un funzionario del gruppo libanese ha detto che la posizione della milizia non è cambiata e che non vuole una guerra a tutto campo con Israele, ma se scoppiasse il conflitto combatterebbe senza limiti.
Le reazioni internazionali
La comunità internazionale – a cominciare dagli USA che si sono detti «fiduciosi» – è al lavoro per scongiurare la reazione o almeno limitare i danni dell’attacco israeliano, con l’obiettivo di evitare un’ulteriore escalation nella regione, visto che dietro gli Hezbollah c’è Teheran. «C’è spazio per una soluzione diplomatica» ha detto il portavoce della sicurezza USA John Kirby, ribadendo tuttavia che «le Alture del Golan sono parte di Israele». Il Segretario di Stato USA Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il presidente israeliano Isaac Herzog ed ha sottolineato l’importanza di impedire un’escalation del conflitto. Il tutto mentre si moltiplicano le compagnie aeree europee – da Lufthansa ad
Air France – che hanno cancellato i voli per Beirut.
Un caso divisivo
Intanto, nove soldati israeliani della base di Sde Taiman sono stati arrestati con l’accusa di aver abusato sessualmente di un detenuto palestinese ritenuto membro di Hamas. Il provvedimento ha scatenato da una parte l’ira dell’ultradestra che sostiene a oltranza i militari, dall’altra lo sdegno di chi appoggia la ricerca di verità nel nome dell’onorabilità dell’IDF. A cominciare dal capo di Stato maggiore Herzi Halevi, che ha difeso l’inchiesta. Parlamentari e attivisti di ultradestra, invece, hanno inscenato una furibonda manifestazione a Sde Teiman e hanno fatto irruzione forzando la recinzione della struttura.