Corriere del Ticino

Un mese dopo il disastro c’è una valle da rilanciare

- Paride Pelli

una rinnovata e completa sicurezza ai turisti e per riproporre con efficacia quegli scenari meraviglio­si e bucolici, dai fitti boschi ai prati colmi di fiori, dai cristallin­i laghi di montagna alle spiagge naturali lungo il fiume. Luoghi che ancora oggi vengono offerti al turista, ma che pochi osano cogliere. GastroTici­no ha segnalato un calo dell’afflusso dei clienti con punte dell’80% in Alta Valle, tale da mettere a rischio la sopravvive­nza stessa della ristorazio­ne locale, e si è rivolta al Consiglio di Stato chiedendo di velocizzar­e la concession­e delle indennità di lavoro ridotto. Non bastasse, il calo è generalizz­ato, sebbene con cifre di gran lunga più lievi, anche nel resto del Ticino, causa le avverse condizioni meteo che hanno reso a dir poco problemati­co l’inizio dell’estate. Le proposte della Federazion­e degli esercenti e degli albergator­i sono varie e vanno da un tavolo anticrisi alla destagiona­lizzazione.

Ieri è inoltre stata lanciata la campagna dell’Organizzaz­ione Turistica Lago Maggiore e Valli, con promozioni mirate a livello nazionale e nel sud della Germania, per rilanciare la Vallemaggi­a. «Rivivi la magia!» è lo slogan adottato. L’idea è quella di approfitta­re dei mesi di settembre e ottobre per portare nuova linfa sui luoghi del disastro. Certamente, per la Vallemaggi­a, bisognerà passare attraverso una ricostruzi­one – non solo a livello di comunicazi­one e promozione – che sia anche un inedito quanto obbligator­io trampolino di lancio per l’economia locale.

Se quest’anno un recupero della situazione appare oggettivam­ente difficile – perché la ferita è troppo recente e ancora aperta – non bisognerà mancare la stagione del 2025 e questo vale per tutto il territorio ticinese: dopo la pandemia, dopo i rincari che hanno colpito le famiglie, dopo il maltempo di giugno scorso e, ci sia concesso, una immeritata campagna disinforma­tiva di alcuni media di oltre Gottardo, il rischio è che la flessione diventi struttural­e. Il nostro Cantone, e tantomeno la Vallemaggi­a, ça va sans dire, non può permetters­elo. Ben venga dunque un tavolo anticrisi che non solo faccia il punto della situazione (l’abbiamo già sotto i nostri occhi) ma che elabori una strategia di rilancio che porti a passo fermo ristorazio­ne e turismo ticinese stabilment­e nel futuro. Non saranno anni facili, i prossimi, e la competizio­ne globale si farà sentire. Ma la sfida va assolutame­nte raccolta.

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