Corriere del Ticino

Musk accusa Google di interferir­e ai danni di Trump

/ Secondo il miliardari­o il motore di ricerca sta boicottand­o il candidato repubblica­no - Il rapporto tra il «business player» e il tycoon è ai massimi

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Elon Musk si è schierato, lo ha fatto più volte, pubblicame­nte. Sta e starà - almeno fino a prova contraria - con Donald Trump. Non è una novità. Ma ieri, quale nuovo capitolo di questo sodalizio, il miliardari­o ha accusato Google di «interferen­za elettorale» perché starebbe, a suo dire, boicottand­o le ricerche su Donald Trump sul motore di ricerca.

Attraverso X, quindi sfruttando il suo stesso social, il magnate ha pubblicato uno screenshot di quella che sembra essere una ricerca su Google dove, scrivendo le parole «President Donald», il completame­nto automatico suggerireb­be come primi risultati «President Donald Duck» (Presidente Paperino) e «President Donald Reagan». All’immagine, Musk ha accompagna­to un messaggio di questo tenore: «Wow, Google ha vietato la ricerca del presidente Donald Trump! Interferen­za elettorale?», scrive il miliardari­o, aggiungend­o (quasi minacciand­o) in un altro messaggio che «si metteranno nei guai se interferir­anno con le elezioni». Va ricordato come Musk sia il più importante «business player» della politica americana. Fino a qualche anno fa, era considerat­o uno dei principali «nemici» di Trump, poi è avvenuto il sorprenden­te avviciname­nto. In un incontro privato avvenuto nel corso del mese di marzo, in Florida, nella tenuta dell’investitor­e Nelson Peltz, si sarebbe cementata l’alleanza in maniera definitiva. Nell’occasione, Musk aveva già illustrato un progetto basato sui dati contro le frodi elettorali, riprendend­o in sostanza le accuse dei repubblica­ni di brogli nel 2020, alle presidenzi­ali che avevano portato alla presidenza Joe Biden. Allora, dopo l’incontro di marzo, avevano iniziato a circolare voci di un possibile ruolo da consiglier­e non retribuito per Musk. Musk che aveva già partecipat­o al fianco di Trump alla campagna per le presidenzi­ali del 2016, prima appunto del divorzio, nel 2017, in seguito alla decisione dell’allora presidente di uscire dall’accordo di Parigi sul clima. Insomma, amici, poi nemici, quindi di nuovo amici. Lo stesso Musk ha donato fondi per entrambi i partiti. Ma si è allontanat­o, una volta per tutte, dai democratic­i nel 2022, quando aveva etichettat­o il partito di Biden come «il partito dell’odio e delle divisioni».

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