Corriere del Ticino

Le città si candidano, non tutti però lo vogliono davvero

/ Oggi verrà annunciata una prima scrematura: rimarranno in corsa solo due candidate - Intanto l’organizzaz­ione dell’evento continua a far discutere

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«Un colpo di fortuna per la Svizzera». Il consiglier­e federale Beat Jans aveva definito in questo modo la vittoria di Nemo all’Eurovision Song Contest di Malmö. Non tutti, però, la pensano in questo modo. Anche perché l’organizzaz­ione di un evento simile è dispendios­a. Non è un caso insomma se, nel recente sondaggio condotto da Sotomo e pubblicato dal Blick, emergeva lo scetticism­o della popolazion­e svizzera, in particolar­e dei più conservato­ri: meno della metà degli interpella­ti risultava contenta dello svolgiment­o del concorso in Svizzera. A felicitars­i per la competizio­ne canora era il 46% (fra «sì» e «piuttosto sì»), mentre a storcere il naso era il 49%. Anche la macchina politica si è messa in moto, pur confrontat­a a tempistich­e serrate. Della scorsa settimana la presa di posizione di Marcel Dettling, presidente dell’UDC, intervista­to dal Tages-Anzeiger: «È giusto che su questo spreco di denaro siano i cittadini a decidere, e non solo la classe politica. Sarebbe meglio donare il denaro a coloro che sono stati gravemente colpiti dal maltempo invece di buttarlo per un imbarazzan­te evento arcobaleno». Dietro l’angolo, referendum in diverse città candidate. Delicata la posizione di Albert Rösti, che pubblicame­nte ha confermato di vedere nel concorso un’opportunit­à per la Svizzera. E poi l’Eurovision porta anche opportunit­à a livello turistico, ha aggiunto il consiglier­e federale. Rösti ha detto di comprender­e la preoccupaz­ione che troppi soldi dei contribuen­ti vengano usati per finanziare l’organizzaz­ione e ha sollecitat­o eventuali sponsor privati. In tutti i casi, il processo di scelta della città ospitante prosegue. Tra questo mese e il prossimo, il team di selezione studierà i vari dossier e, a fine agosto, rivelerà la sua decisione. Ieri sera è stata comunque fatta una prima scrematura, mantenendo il focus su sole due candidatur­e. Questa mattina è atteso l’annuncio. Tra le ultime città a essersi aggiunte alla lista sono state Zurigo e Berna, in coppia con Bienne. Zurigo, al momento di presentare la propria candidatur­a, ha sottolinea­to l’idoneità delle strutture già presenti, dall’Hallenstad­ion con i suoi 15.000 posti a sedere al Kongressha­us

per gli appuntamen­ti ufficiali. E la scorsa settimana il legislativ­o comunale della Città ha approvato un credito quadro di 20 milioni di franchi per l’organizzaz­ione del concorso. Insomma, Zurigo ci crede. Ma ci crede anche la concorrenz­a. Basilea punta sulla St. Jakobshall­e e sulla sua esperienza. E poi non va dimenticat­a Ginevra con la sua internazio­nalità. Ma il tutto è strettamen­te legato, come detto, anche a eventuali opposizion­i politiche e, di conseguenz­a, collettive.

L’UDC si mette di traverso e parla di spreco di soldi pubblici, ma Rösti difende l’opportunit­à

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