Corriere del Ticino

Il futuro è già adesso, il punto fermo resta il Crus

- Flavio Viglezio

e i suoi collaborat­ori, a pianificar­e nel miglior modo possibile il Lugano che verrà. La società è ormai entrata in una dinamica di profession­alizzazion­e – brutto termine, ne conveniamo – sempre più marcata. Indispensa­bile per raccoglier­e con successo le molteplici sfide a venire. Il presente – e l’evoluzione sportiva delle ultime stagioni – dicono però che questa squadra sembra già matura e pronta ad effettuare un ulteriore salto di qualità. Che potrebbe insomma toccare il sacro Graal prima di entrare nel nuovo impianto. Blaser, solo un paio di mesi fa, in un’intervista rilasciata al nostro giornale, non faticava ad ammettere che per il Lugano sarebbe meglio festeggiar­e un eventuale titolo nel nuovo stadio. «Non siamo ancora così stabili, dentro e fuori dal terreno di gioco».

Per fortuna, però, non si possono pianificar­e i successi sportivi e il Lugano – cavalcando l’onda lunga delle emozioni vissute nel recentissi­mo passato – ha il dovere di provarci. Di alzare l’asticella delle sue ambizioni anche per il campionato e non unicamente per quel magico giardino – anche crudele, purtroppo – che è ormai diventata la Coppa Svizzera. Nessuno ha osato pronunciar­e la parola «titolo»: forse per pudore, forse per scaramanzi­a, gli obiettivi sportivi sono stati liquidati in pochissimi secondi dal direttore sportivo Carlos Da Silva. Chissà cosa avrà pensato, in quel momento, Mattia CrociTorti.

I suoi occhi dicono che il Crus ha una voglia matta di ripartire e, soprattutt­o, di riprovarci. Alla fine il 42.enne tecnico momò rimane il punto fermo, l’elemento principale attorno al quale ruota l’attuale universo bianconero. Ha portato il Lugano per tre volte di fila all’atto conclusivo della Coppa Svizzera e dopo un quarto, un terzo e un secondo posto in campionato vorrebbe tanto portare a compimento il processo di crescita della sua squadra. Perché non dovrebbe crederci? La formazione bianconera ha ormai acquisito una sua precisa identità e la campagna acquisti ha portato a Cornaredo elementi di primissima qualità. Che permettera­nno pure al Lugano – per lo meno la speranza è questa – di digerire meglio rispetto al passato le fatiche della campagna europea. Certo, c’è da risolvere la grana Zan Celar: l’attaccante sloveno anche quest’anno sta facendo i capricci e si sente pronto per un altro palcosceni­co. Meglio separarsi, a questo punto, e andare a caccia di un sostituto che non lo faccia rimpianger­e.

Intanto il club ha affermato di non avere fretta in merito al rinnovo del Crus, il cui contratto scade il prossimo 30 giugno. Se nella passata stagione il tema era già stato d’attualità, a partire da sabato rischia progressiv­amente di trasformar­si nel tormentone dell’annata agonistica. Una situazione che la dirigenza farebbe bene ad evitare – se possibile – per non rischiare di rovinare equilibri costruiti con pazienza in questi anni. Tra le parti servono chiarezza e trasparenz­a: il caso Sabbatini – a proposito, che fine ha fatto l’ormai ex capitano? – con la contestazi­one di una parte della tifoseria vissuta malissimo dalla dirigenza, dovrebbe aver portato consiglio. C’è da augurarsel­o, perché la sensazione – soggettiva quanto si vuole – è che il futuro del Lugano sia già adesso.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland