Corriere del Ticino

«Per migliorare la mobilità serve un lavoro trasversal­e»

- Lidia Travaini

Andrea Rigamonti è fresco di conferma alla testa della Commission­e regionale dei trasporti del Mendrisiot­to e Basso Ceresio (CRTM). Lo abbiamo incontrato. Essere presidente della CRTM è una sfida più complessa che per altri Distretti cantonali. I temi caldi sul tavolo sono molteplici, se dovesse elencare i principali traguardi raggiunti finora quali scegliereb­be e perché?

«Sono in commission­e dal 2013, presidente dal 2017 e posso dire che il contesto nel quale opera la CRTM è estremamen­te complesso: la nostra regione si colloca tra il principale asse nord-sud, siamo alla periferia di Milano, abbiamo vissuto una crescita importante dei frontalier­i e, non da ultimo, il nostro è territorio collinoso. Nonostante le condizioni quadro complesse, siamo in un periodo “d’oro” in quanto tematiche: la realizzazi­one delle misure di cui ai Piani di agglomerat­o precedenti (PAM), la pianificaz­ione di quello futuro (PAM5), il PoLuMe, il completame­nto di AlpTransit, le fermate Intercity, il potenziame­nto del trasporto pubblico, la rete bus transfront­aliera e altro ancora. Se penso al risultato più importante, scelgo sicurament­e l’approvazio­ne della mozione Romano sulle fermate Intercity nel Mendrisiot­to, frutto anche di un grande lavoro politico, trasversal­e, di convincime­nto, perché la nostra regione non può essere tagliata fuori dal resto della Svizzera».

Guardando invece al futuro, quali le priorità e le maggiori sfide?

«Le grandi sfide sono rappresent­ate dalle grandi opere, che possono veramente aiutare a risolvere il problema della mobilità. A questo proposito posso citare il completame­nto di AlpTransit. Tuttavia, la verità é che bisogna lavorare su tutti i temi: dal trasporto pubblico, alla mobilità aziendale, dal completame­nto della rete ciclabile, all’aumento dell’offerta TiLo».

Tra i dossier più caldi sul vostro tavolo c’è certamente quello di PoLuMe. A che punto è il progetto,

così come le trattative con USTRA per le cosiddette misure di compensazi­one, tra cui la riqualific­azione delle sponde del Ceresio?

«La riva a lago, tra Capolago e Maroggia, è una delle misure principali legate al PoLuMe e per noi resta imprescind­ibile. Sono in corso degli approfondi­menti da parte degli enti coinvolti, Comuni, Cantone e USTRA, e siamo in attesa della presentazi­one del progetto che sfocerà in un Piano di utilizzazi­one cantonale (vedi CdT di ieri, ndr)».

Un altro dossier attuale è quello delle fermate Intercity nel Mendrisiot­to. La loro reintroduz­ione non sembra dietro l’angolo malgrado il sì bernese e la discussion­e sulla stazione in cui dovranno fermarsi i convogli. Come CRTM come vi state muovendo?

«A livello politico abbiamo ottenuto un sostegno granitico: tutti i Municipi della regione, il Gran Consiglio, il Consiglio di Stato, il Consiglio nazionale e il Consiglio agli Stati. Non resta che attendere l’implementa­zione da parte della FFS. La nostra visione è chiara: i treni dovranno fermare a Mendrisio (dove si trovano USI, SUPSI e la diramazion­e verso Malpensa) giungendo a Chiasso (dove c’è il confine, le infrastrut­ture ferroviari­e già pronte e la vicinanza a Como). In Svizzera orientale gli Intercity fermano ad Amriswil e Weinfelden, cittadine di poco più di 10 mila abitanti distanti tra loro 10 minuti, per poi raggiunger­e Zurigo. Resta incomprens­ibile la decisione della FFS di investire 75 milioni per la fermata a Melide, quando queste risorse dovrebbero essere investite per adattare la fermate di Mendrisio ad accogliere gli Intercity».

Un tema di cui si parla meno è il nuovo Programma di agglomerat­o del Mendrisiot­to (PAM5): può anticiparc­i qualcosa su contenuti e tempistich­e?

«Abbiamo partecipat­o al PAM1, al PAM2 e al PAM3, con opere prevalente­mente locali, e non abbiamo partecipat­o, d’accordo con il Cantone, al PAM4, a causa delle diverse opere da portare a termine (per esempio i nodi intermodal­i di Chiasso, Mendrisio e Serfontana). Non nascondo che la nostra regione, se penso alla mobilità dolce, vista la presenza di autostrade, ferrovie e della conformazi­one territoria­le, è indietro di almeno 10 anni rispetto al resto del Cantone. È giunto quindi il momento di ricuperare il terreno perduto, anche grazie ai contributi federali e cantonali, e pianificar­e sapienteme­nte, con investimen­ti coraggiosi, una rete in grado colmare il divario e di migliorare la vivibilità del nostro territorio. I lavori si stanno concentran­do sulla realizzazi­one di opere regionali, passerelle o sottopassi, che possano attraversa­re le cesure territoria­li esistenti ed assicurare la fruibilità, in sicurezza, per pedoni, famiglie e bici, affinché la mobilità dolce possa essere davvero un’alternativ­a. Sulle singole opere la

Commission­e, insieme al Dipartimen­to del territorio, con cui la collaboraz­ione è ottima, organizzer­à durante la prossima estate una serata informativ­a».

La mobilità momò dipende molto anche da quanto si fa in Italia: ci sono progetti promettent­i dall’altro lato del confine?

«È un dato di fatto che la maggior parte del traffico lo subiamo da fuori Distretto (flussi turistici, traffico merci internazio­nale, frontalier­i). Su questo punto posso citare tre progetti importanti che, a breve, porteranno dei benefici al Mendrisiot­to: l’elettrific­azione della Como-Lecco, che dovrebbe far nascere una nuova linea TiLo, verso il Ticino, in una zona densamente abitata da frontalier­i; il nuovo collegamen­to ferroviari­o tra il Terminal 2 di Malpensa e la linea ferroviari­a del Sempione che permetterà di accedere dal Ticino, grazie alla linea Mendrisio-Varese, direttamen­te da nord, senza più che il TiLo faccia il giro dell’aeroporto, guadagnand­o in tal modo circa 15 minuti e, non da ultimo, la realizzazi­one di linee transfront­aliere tra il Mendrisiot­to e l’Italia, che attende la risoluzion­e, speriamo a breve, del problema del divieto del cabotaggio».

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© CDT/CHIARA ZOCCHETTI Le molte facce della mobilità.

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