Corriere del Ticino

Macron e la campagna lampo Una strategia contro «gli estremi»

/ In vista delle elezioni anticipate, il presidente francese mobilita le forze centriste per fermare la sinistra e, soprattutt­o, l’estrema destra - I sondaggi vedono infatti in avanti il Rassemblem­ent National (RN) seguito dal Nuovo fronte popolare (NFP)

- Danilo Ceccarelli

Il volto tirato del premier Gabriel Attal, lo sguardo fisso del ministro dell’Interno Gérald Darmanin e l’aria dubbiosa della presidente dell’Assemblea nazionale, Yaël Braun-Pivet, con Emmanuel Macron ripreso di spalle che gli comunica la sua decisione. È il perfetto riassunto della serata del 9 giugno, immortalat­a in uno scatto in bianco e nero della fotografa ufficiale dell’Eliseo, Soazig de la Moissonièr­e, pubblicato su Instagram senza nessun commento poche ore dopo l’annuncio dello scioglimen­to dell’Assemblea nazionale e le conseguent­i elezioni anticipate. La notizia-bomba è stata poi sganciata a sorpresa con un discorso alla nazione trasmesso nemmeno un’ora dopo le prime proiezioni delle europee, dominate da Jordan Bardella, il delfino della storica rivale Marine Le Pen arrivato in testa con il 31,37%. L’effetto è quello di una deflagrazi­one che fa tremare tutta la politica d’oltralpe. Il primo scossone è arrivato nella maggioranz­a, messa dinnanzi al fatto compiuto dopo un pomeriggio di consultazi­one con una ristretta cerchia di fedelissim­i consiglier­i. Il secondo, invece, ha stravolto l’intero scenario politico francese, spiazzato dalla decisione improvvisa dell’inquilino dell’Eliseo. «Si è trattato di un atto di fiducia nei confronti della democrazia», ha spiegato qualche giorno dopo il capo dello Stato in un’attesa conferenza stampa, sostenendo che quella presa era la sola «decisione repubblica­na» possibile.

Rischi calcolati?

Ma facendo tornare i francesi alle urne il 30 giugno e il 7 luglio, Macron rischia molto. Il pericolo più grande, per il presidente, è quello di vedere un

nuovo successo del Rassemblem­ent National guidato dal giovane Jordan Bardella, che potrebbe bissare il trionfo delle europee.

La minaccia di Bardella

Uno scenario già anticipato dai sondaggi, che in caso di conferma porterebbe con molta probabilit­à ad un governo di coabitazio­ne, il quarto nella storia della Quinta Repubblica, con Macron costretto a nominare primo ministro proprio il delfino della rivale Marine Le Pen (anche se quest’ultimo ha annunciato che accetterà l’incarico solo in caso id maggioranz­a assoluta). Secondo la Costituzio­ne, il capo dello Stato non è obbligato a scegliere un premier provenient­e dal partito che arriva in testa ma evitarlo significhe­rebbe gettare il Paese in una impasse istituzion­ale. Tanto vale testare le capacità degli avversari, mettendoli alla prova una

volta per tutte nella speranza di frenare la loro avanzata. Tanto più che le principali riforme sono già state portate a termine e nel 2027 non sarà possibile presentare una terza candidatur­a alle presidenzi­ali.

Evitare di finire schiacciat­i

Intanto, l’inquilino dell’Eliseo ha lanciato i suoi nella campagna-lampo che separa le europee dalle legislativ­e, tra delusioni e malumori interni. Molti rimprovera­no al loro leader di aver preso una decisione in modo affrettato, senza consultars­i con i principali del governo, con il rischio di spianare la strada verso il potere all’estrema destra. Per evitare di saturare lo spazio mediatico, è stato mandato in prima linea il premier Gabriel Attal. La strategia consiste nell’allargare il più possibile il campo centrista accogliend­o i moderati di destra e di sinistra nella coalizione ribattezza­ta Insieme per la Repubblica. I nemici sono agli «estremi», dove i macroniani colpiscono più duramente per evitare di finire schiacciat­i come annunciano i sondaggi.

Staccato il blocco macronista

L’ultimo, condotto dall’Ifop per Le Figaro, dà la il blocco centrale dei macronisti al 22%, lontano dalla sinistra riunitasi nel Nuovo fronte popolare (NFP), al 29% e al Rassemblem­ent National, al 34%. Nel mirino c’è soprattutt­o la gauche, nei confronti della quale i centristi stanno concentran­do gli attacchi sfruttando i punti deboli del suo programma, come alcune promesse economiche difficilme­nte realizzabi­li e l’atteggiame­nto delle frange più estreme nei confronti della guerra tra Israele e Hamas. Contro la sinistra Macron non si risparmia e, in alcuni casi, assume toni simili a quelli dei lepenisti. Come quando ha criticato la proposta del Nfp di consentire la modifica dello stato civile per le persone transessua­li direttamen­te in Comune senza passare per il tribunale, definendo «assurdo» poter «cambiare sesso» in Municipio. Una volta messa da parte la sinistra, il presidente potrà concentrar­si sul Rassemblem­ent National. La stessa tattica già vista nelle presidenzi­ali del 2017 e del 2022, quando il «barrage» contro Marine Le Pen ha resistito nonostante gli scricchiol­ii. Questa volta, però, lo sbarrament­o appare più debole. Ancora una volta, la maggioranz­a ha dimostrato tutti i suoi problemi struttural­i, tipici di una realtà costruita ad hoc sulla figura del suo leader. La coalizione non ha presentato candidati in 65 circoscriz­ioni su 577 perché, come candidamen­te ammesso, preferisce «tendere la mano» ai partiti che si mostrerann­o collaborat­ivi. Macron guarda soprattutt­o ai Repubblica­ni che rifiutano il progetto di alleanza con il Rassemblem­ent National preparato dal contestato leader Eric Ciotti e ai socialisti che non ne vogliono sapere di dialogare con La France Insoumise o il Nuovo Partito anticapita­lista. Al momento, però. Il presidente è riuscito solamente a stravolger­e il panorama politico d’oltralpe, con il rischio di vedere il tanto famoso «sbarrament­o repubblica­no» ergersi contro di lui.

Facendo tornare i francesi alle urne Macron rischia molto: i sondaggi vedono il RN ancora in testa

 ?? ©EPA/CHRISTOPHE ENA ?? Il 30 giugno si terrà il primo turno delle elezioni anticipate per il rinnovo dell’Assemblea nazionale.
©EPA/CHRISTOPHE ENA Il 30 giugno si terrà il primo turno delle elezioni anticipate per il rinnovo dell’Assemblea nazionale.

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