I Verdi puntano tutto sul solare «L’alternativa migliore all’atomo»
/ Lanciata l’iniziativa per inserire nella Costituzione l’obbligo di installare pannelli fotovoltaici su tetti e facciate Gysin: «La Svizzera è in ritardo» – Schmid (PLR): «Bisogna mantenere in attività più a lungo le centrali nucleari esistenti»
Il netto sì alle urne di domenica è solo l’inizio. «Ora bisogna andare avanti». Ma in quale direzione? La «legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili» inizia già a dividere: da una parte i gestori degli impianti idroelettrici chiedono alle associazioni ambientaliste di non far ritardare - a suon di ricorsi - i progetti previsti. Dall’altra, invece, i Verdi vogliono ora puntare tutto sullo sviluppo del fotovoltaico.
«Dopo la netta approvazione della legge sulle energie rinnovabili di domenica, questo è il logico passo successivo», ha spiegato in conferenza stampa la presidente dei Verdi, Lisa Mazzone, lanciando ufficialmente «l’iniziativa solare». Di cosa si tratta? Gli ecologisti chiedono che tutti i nuovi edifici e le ristrutturazioni più importanti siano dotati di tetti, facciate e infrastrutture adeguate per produrre energia rinnovabile. L’obbligo, tranne alcune eccezioni, riguarda anche gli edifici esistenti, che dovranno essere equipaggiati con i pannelli «entro 15 anni», o al più tardi entro il 2050, per evitare troppi casi di rigore. Gli ecologisti - sostenuti dal PS e da varie associazioni - avranno tempo fino a dicembre 2025 per raccogliere le 100 mila firme necessarie.
Il compromesso va corretto
Con l’approvazione della Legge sull’elettricità (che deve ancora entrare in vigore), in futuro solo «i tetti o le facciate degli edifici nuovi con una superficie determinante superiore a 300 metri quadrati vanno dotati di impianti solari». Gli ecologisti, già durante i dibattiti, avevano proposto di estendere questo obbligo, ma alla fine il Parlamento ha optato per il compromesso. «Per noi Verdi si tratta di una decisione mancata, che a nostro modo di vedere
va corretta. Il popolo avrà la possibilità di esprimersi», ci fa sapere la consigliera nazionale Greta Gysin. Per l’ecologista ticinese «i tetti, dove c’è un irraggiamento solare sufficiente e dove non sono protetti per altre norme, sono ideali per la produzione di energia. La Svizzera è fortemente in ritardo rispetto ad altri Paesi europei nello sviluppo del fotovoltaico».
Sfruttato il 10% del potenziale
Le stime indicano che oggi la Svizzera sfrutta solo un decimo del potenziale di energia solare degli edifici e nelle infrastrutture. Troppo poco, per gli ecologisti. I calcoli dell’Ufficio federale dell’energia indicano che si potrebbero (teoricamente) produrre fino a 70 terawattora (TWh) all’anno (a titolo di confronto, nel 2023 il consumo annuale era di circa 56 TWh).
«Domenica è stato dato un segnale importante (i sì hanno raggiunto il 68,7%, ndr): la popolazione sostiene la svolta energetica e climatica. Le condizioni quadro sono migliorate notevolmente, ma dobbiamo accertarci che queste installazioni vengano realizzate nei prossimi anni», sottolinea Gysin.
Per Aline Trede, presidente del gruppo parlamentare dei Verdi, il sole è una fonte inesauribile di energia. «E splende gratuitamente per tutti», aggiunge la consigliera nazionale bernese.
A suo avviso, oltre ai privati ne potranno approfittare anche le aziende (in particolare chi consuma molta energia) e tutta l’economia attraverso investimenti e posti di lavoro supplementari, poiché il settore è in piena espansione. «Si tratta di una risposta al nucleare e anche alle energie fossili, che spesso bisogna importare dall’estero», sottolinea Trede. «In questo modo - conclude poi Mazzone - si potrà pure uscire dalla nostra dipendenza dal nucleare».
Vecchie e nuove centrali
Già, l’atomo. Un tema che torna ciclicamente a ogni sessione parlamentare: a marzo il Consiglio degli Stati ha approvato un postulato che chiede di valutare la possibilità di mantenere in vita più a lungo le attuali centrali, nonché di considerare l’idea di costruire impianti di nuova generazione. Ieri il tema è arrivato anche sui banchi del Consiglio nazionale, ma senza successo. La Camera del popolo (per 97 voti a 88) ha respinto un postulato di Erich Hess (UDC/BE) che chiedeva di studiare le condizioni necessarie per la costruzione di nuove centrali nucleari con reattori di terza o quarta generazione.
Il discorso, tuttavia, non finisce qui. «In Svizzera l’approvvigionamento energetico non è assicurato», ci spiega il «senatore» Martin Schmid (PLR/GR), membro della Commissione dell’energia. «Con il voto di domenica abbiamo tracciato la rotta, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi. Per questo dobbiamo cercare di mantenere in attività il più a lungo possibile le centrali nucleari esistenti. Allo stesso tempo bisogna sviluppare le energie rinnovabili come ha chiesto la popolazione. I progetti, però, non sono ancora realizzati e per alcuni ci vorranno anche decenni», aggiunge il consigliere agli Stati, che si aspetta ora un’accelerazione, in particolare nell’approvazione dei progetti idroelettrici.
La popolazione sostiene la svolta energetica e climatica, dobbiamo accertarci che adesso i progetti vengano realizzati Greta Gysin consigliera nazionale Verdi
Proposta inutile ed estrema
Sull’iniziativa solare dei Verdi, Schmid è scettico. «Non credo sia una buona idea. Non serve un obbligo per tutte le case o gli edifici. Domenica, ad esempio, il canton Sciaffusa ha respinto nettamente questa proposta (l’iniziativa dei Giovani Verdi è stata bocciata dal 60,6% dei votanti, ndr). Al contrario, l’atto mantello approvato alle urne rappresenta una via molto più sensata. È così che deve avvenire la promozione del solare: non serve una soluzione così estrema, con un obbligo che si applicherebbe anche ai tetti rivolti a Nord». Il grigionese è però cauto anche sulle nuove centrali nucleari: «Penso che il divieto tecnologico verrà soppresso. Ma per costruire un nuovo impianto servono soldi e tempo, almeno vent’anni. A breve termine abbiamo bisogno di potenziare la produzione con le rinnovabili».
L’approvvigionamento non è garantito, bisogna mantenere il nucleare e allo stesso tempo sviluppare le energie rinnovabili Martin Schmid consigliere agli Stati PLR