Lavoro, l’occupazione è prevista al rialzo
/ Il sondaggio di ManpowerGroup svolto tra le imprese svizzere mostra una predisposizione più alta ad assumere nei prossimi tre mesi rispetto al resto dell’Europa - Più pessimisti gli imprenditori ticinesi che temono un calo delle assunzioni
Il leggero allentamento della politica monetaria della Banca nazionale, la graduale ripresa della domanda estera unita alla riduzione della pressione inflazionistica stanno contribuendo a un moderato stimolo all’economia svizzera. Uno sviluppo che però paradossalmente aggrava la carenza di manodopera qualificata. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio di ManpowerGroup sulle prospettive occupazionali in Svizzera. Le aziende, secondo il rapporto, stanno dunque cercando con maggiore intensità lavoratori qualificati: con un valore pari al 34%, le prospettive occupazionali nette destagionalizzate per il terzo trimestre dell’anno sono in aumento sia rispetto al secondo trimestre (29%) sia al terzo trimestre dell’anno precedente (27%). I datori di lavoro svizzeri sono quindi molto ottimisti. Nessun altro Paese in Europa riporta una prospettiva occupazionale netta così alta. In particolare, le aziende nei settori dell’energia, dei servizi di pubblica utilità e di comunicazione sono alla ricerca di lavoratori qualificati. Ma non in tutta la
Svizzera si respira la stessa aria. In particolare su sette regioni, in sei le prospettive sono positive con sfumature diverse. Per Zurigo, Svizzera nordoccidentale, Svizzera orientale e Ginevra le prospettive sono superiori alla media nazionale. Ciò è dovuto alla domanda di personale nei settori finanziario, assicurativo e immobiliare.
La Svizzera centrale e la regione dell’Altopiano, invece, restano indietro, ma registrano comunque intenzioni di assunzioni elevate. Decisamente controcorrente vanno le imprese ticinesi che - come nel secondo trimestre del 2024 - prevedono un calo delle assunzioni a causa del rallentamento del settore secondario (-14%).
Anche le dimensioni delle aziende contano. Le imprese con 250-999 dipendenti hanno prospettive occupazionali nette più alte (47%), seguite dalle aziende con 50-249 dipendenti (45%) e da quelle con meno di 10 occupati (39%). L’umore delle grandi aziende (oltre i mille dipendenti) è invece notevolmente peggiorato: 8% nel terzo trimestre di quest’anno rispetto al 33% dei tre mesi precedenti.
E l’intelligenza artificiale può colmare la carenza di competenze? «L’intelligenza artificiale non dovrebbe essere ignorata come forza lavoro aggiuntiva», afferma Eric Jeannerod, Country manager di Manpower secondo cui «il 57% delle imprese intervistate ha dichiarato di appartenere agli
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