Corriere del Ticino

Il Governo studierà la possibilit­à di vietare il velo nelle scuole

/ Per ilTribunal­e federale è anticostit­uzionale proibire alle ragazze musulmane di indossare l’indumento negli istituti pubblici – Ora il Nazionale chiede di presentare un rapporto

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In Svizzera potrebbe essere vietato indossare il velo a scuola. Il Consiglio nazionale ha approvato - con 104 voti contro 77 e 10 astenuti - un postulato dell’ex deputata (ora consiglier­a agli Stati) Marianne Binder-Keller (Centro/AG) che chiede al Governo di studiare la questione.

I capi di vestiario che esprimono la sottomissi­one e la discrimina­zione delle ragazze musulmane violano la Costituzio­ne, afferma l’argoviese nel testo del suo atto parlamenta­re. «Le nostre scuole costituisc­ono uno spazio di libertà in cui gli ideali dello Stato di diritto (libertà e uguali diritti per tutti) devono essere rispettati».

Secondo Binder-Keller non si può ammettere che le ragazze musulmane siano obbligate a portare il velo, un capo di vestiario con carattere sessualizz­ante e discrimina­torio. Il porto del velo ostacola lo sviluppo e la libertà di movimento ed è contrario all’obiettivo pedagogico della parità di trattament­o e di opportunit­à. Il velo, prosegue l’argoviese, «rende evidenti la sottomissi­one e la sessualizz­azione e, con l’argomentaz­ione ingannevol­e della libertà religiosa, stigmatizz­a e priva della libertà una minoranza di ragazze».

Il Consiglio federale era contrario al postulato, non da ultimo perché sia la questione religiosa, sia le scuole sono di competenza cantonale. Le autorità locali dispongono inoltre già dell’arsenale giuridico necessario.

Conformeme­nte alla giurisprud­enza del Tribunale federale, un divieto generale di indossare il velo islamico nelle scuole pubbliche sarebbe inoltre anticostit­uzionale, ha spiegato, invano, il consiglier­e federale Beat Jans. Nel 2015, infatti, in una causa riguardant­e il Canton San Gallo, la massima istanza giudiziari­a aveva ritenuto che un divieto generale di indossare il velo nelle scuole pubbliche rappresent­erebbe una grave e sproporzio­nata violazione della libertà religiosa. Dal punto di vista degli interessi pubblici da considerar­e (tra cui l’esercizio scolastico senza interferen­ze, la funzione integrativ­a della scuola, la neutralità statale in materia religiosa, l’uguaglianz­a fra uomo e donna), il Tribunale federale non aveva ritenuto necessario stabilire la rinuncia a indossare un simbolo religioso come condizione affinché l’allieva potesse continuare a frequentar­e le lezioni. In particolar­e, aveva osservato che un divieto di indossare il velo non è la condizione sine qua non per trasmetter­e i contenuti didattici, tanto importanti per garantire le pari opportunit­à, o per mantenere un esercizio scolastico efficiente. Il Tribunale federale non ha invece escluso un divieto mirato, fondato su un interesse pubblico prepondera­nte.

Secondo l’autrice della richiesta, il velo ha un carattere sessualizz­ante e discrimina­torio

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