Basta aspettare, occorre darsi una mossa
Ho seguito allibita la puntata della trasmissione «Falò» dello scorso 30 maggio. Chiedo come mai le nostre autorità cantonali aspettino che il pericolo dell’invasione delle palme nei nostri boschi e selve peggiori ulteriormente. Sono importantissimi per la protezione dei nostri centri,
borghi, nuclei abitati da smottamenti, frane, slavine. Dapprima questa qualità di palme si piantava solo attorno ai laghi, nelle ville, e i nostri amici confederati si sentivano subito in vacanza! Ora si moltiplicano con il cambiamento climatico, a ritmo incredibile anche nei boschi, nelle valli, sui monti. C’è da «remare» subito e non bisogna tollerare che i possessori di palme nei loro giardini non tolgano i fiori gialli a grappoli, che fioriscono ora e che poi diventeranno milioni di bacche nere, portate dappertutto nei boschi da scoiattoli, topi, uccelli, ghiotti di ciò.
Urge l’intervento immediato, con giardinieri o personale competente per le altezze dei tronchi, con fatture che dovrebbero poter essere deducibili dalle tasse E cosa può fare chi possiede un bosco proprio, che usa solo per le castagne? Si danno multe a chi posteggia fuori posto per un’oretta in più, o va a pochissimi km/h in eccesso con la vettura. Ma non esiste pericolo per la popolazione . E qui, in un caso di emergenza, si tentenna gravemente, non si osa… Chissà perché?
Salviamo i nostri bellissimi boschi che stanno scomparendo sotto una vegetazione selvaggia di piccole palme, difficilissime da strappare, malgrado gli avvertimenti già dati da biologi tempo fa. Stano diventando delle giungle!
Elena Sopranzi
Pregassona