Corriere del Ticino

«Sì, vogliamo i doppi cognomi» Ma per i figli è un passo indietro

/ Il Nazionale trova una soluzione per permettere alle coppie sposate di scegliere liberament­e come chiamarsi Gianini (PLR): «È un’esigenza della società» - Rimane l’incognita per le prossime generazion­i: la parola passa agli Stati

- Luca Faranda

«Tòs det chi ti?». Un’espression­e che in Leventina – in realtà un po’ ovunque, anche se in altre forme – si sente spesso per sapere di chi si è figli. Solitament­e, già dal cognome è possibile arrivare a una risposta. Ma non sempre, anzi. «Pensiamo alle famiglie “non tradiziona­li”, oppure a chi si è sposato più volte. Non è sempre facile capire chi è figlio di chi solo dal cognome», aveva fatto notare a marzo il consiglier­e nazionale Simone Gianini (PLR). Le cose, in futuro, si faranno ancora più complicate? È ancora presto per dirlo, ma sui banchi della Camera del popolo è tornata per l’ennesima volta la questione della reintroduz­ione dei doppi cognomi.

Una decisione sbagliata

Fino al 2013 il diritto imponeva il cognome del marito o al massimo, per la moglie, il doppio cognome. In seguito a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, il Parlamento aveva poi deciso di cambiare la legge, dando la possibilit­à di adottare il cognome della moglie, ma escludendo il doppio cognome. Da oltre undici anni, dunque, non è più possibile avere formalment­e un doppio cognome: è ancora permesso averlo sulla carta d’identità o sul passaporto (è il cosiddetto cognome d’affinità), ma non sugli atti o sui certificat­i ufficiali. Lì bisogna scegliere solo uno dei due cognomi.

Nel dicembre 2017, l’allora consiglier­e nazionale Luzi Stamm (UDC/AG) aveva così chiesto - tramite un’iniziativa parlamenta­re - di modificare nuovamente la legge per consentire alle persone che si uniscono in matrimonio di adottare il doppio cognome. Nel frattempo sono passati oltre sei anni, ma il Parlamento non è ancora arrivato a una soluzione: c’era ampio consenso sulla

possibilit­à di lasciare libera scelta ai coniugi, ma la politica si è poi inceppata quando la discussion­e ha riguardato i figli.

Errore di valutazion­e

Da ieri, finalmente, qualcosa si è mosso. «È una storia lunga e travagliat­a, dovuta a un errore di valutazion­e: mi chiedo come sia stato possibile arrivare al cambiament­o di legge del 2013 che ha addirittur­a peggiorato le cose per le donne, impedendo il doppio cognome e quindi, di fatto, nella nostra società, obbligando di nuovo a prendere unicamente quello del marito», spiega Simone Gianini, membro della Commission­e degli affari giuridici, che da tempo cerca di trovare la quadratura del cerchio su questo dossier.

In futuro ci sarà quindi piena libertà di scelta: i coniugi potranno nuovamente optare per il doppio cognome. Questa modifica del Codice civile – che ora passerà all’esame del Consiglio degli Stati – è stata approvata ieri a larga maggioranz­a dal Consiglio nazionale (a opporsi è stato parte del gruppo parlamenta­re

dell‘UDC). «Siamo soddisfatt­i, perché è un’esigenza della società, richiesta dalla popolazion­e», spiega Gianini. Poco prima, in aula, il «ministro» della Giustizia Beat Jans aveva sottolinea­to l’importanza di questa riforma anche a nome del Consiglio federale. «La legge attuale non risponde ai bisogni delle persone».

Non più di due

Per principio, «ciascun coniuge conserva il proprio cognome». Tuttavia, su richiesta si potrà scegliere tra una lunga serie di combinazio­ni, come il cognome dell’altro coniuge o il doppio cognome. «Oltre a tutte queste possibili varianti, si potrà anche scegliere se inserire o meno il trattino per dividere i cognomi», aggiunge Gianini. In totale, dunque, sono oltre venti le possibili alternativ­e. Anche perché i coniugi non devono necessaria­mente scegliere le stesse combinazio­ni.

Le cose, tuttavia, si fanno molto più complicate se uno o entrambi i coniugi hanno già cognomi composti (ad esempio Croci-Torti e/o Gut-Behrami). L’unica regola: non sarà possibile avere più di due cognomi. Saranno tuttavia ammesse tutta una serie quasi infinita di alternativ­e. Eccone alcune (con e senza trattino): Croci-Behrami; Behrami Torti; Gut-Croci; Behrami Gut; Torti Croci; solo Gut; solo Torti e via dicendo.

E i figli? Questo è l’argomento più controvers­o che ha bloccato finora il dossier (l’ultima volta lo scorso marzo) a causa della complessit­à di applicazio­ne, in particolar­e per quanto riguarda le future generazion­i.

Società conservatr­ice

Il Nazionale, per semplifica­re il progetto, ha deciso di non estendere ai figli la possibilit­à di avere un doppio cognome. Ciò significa che mamma, papà e figli potrebbero avere tutti cognomi diversi. Rispetto a oggi si tratta di un passo indietro: i figli di un’ipotetica coppia sposata (riprendend­o l’esempio di Gut-Behrami e Croci-Torti), ad esempio, potranno chiamarsi solo Gut, solo Behrami, solo Croci oppure solo Torti. Nessun’altra opzione. E dovrebbero stabilirlo in occasione del matrimonio.

Quale sarà il futuro? «Io sarei stato per una soluzione più liberale, permettend­o quindi anche ai figli di avere un doppio cognome che rispecchia­sse, se desiderato, la discendenz­a dai due genitori o almeno di quello che già ne porta uno doppio. Vedremo nella pratica quale sarà l’effetto della soluzione infine adottata, anche se temo che la tendenza rimarrà quella di una società piuttosto conservatr­ice – ci confida Gianini – con la propension­e, in una coppia sposata, a dare ai figli il cognome del padre (oggi succede circa in tre casi su quattro, n.d.r.). Vedremo se l’apertura nella scelta del cognome dei coniugi contribuir­à a cambiare le cose».

 ?? ©SHUTTERSTO­CK ?? I coniugi in futuro potranno avere il doppio cognome: i figli invece solo uno.
©SHUTTERSTO­CK I coniugi in futuro potranno avere il doppio cognome: i figli invece solo uno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland