Oltre 700 milioni per le Università Un segnale forte inviato dal Governo
/ Nonostante le difficoltà finanziarie il Consiglio di Stato ticinese vuole aumentare il credito quadro a sostegno di USI, SUPSI e DFA Per il periodo 2025-2028, il messaggio chiede un supplemento di 40 milioni - Marina Carobbio: «È un ambito strategico pe
È all’interno di un quadro economico-finanziario quantomeno teso, che il Consiglio di Stato ticinese ha licenziato il messaggio sul finanziamento del settore universitario per il periodo 2025-2028. Se da una parte il finanziamento cantonale deve infatti poter rispondere in maniera adeguata all’esigenza di crescita del sistema universitario cantonale, dall’altra il contributo non può compromettere la sostenibilità economico-finanziaria dei conti pubblici. Il concetto, ieri a Bellinzona, è stato ribadito più volte durante la presentazione del messaggio da parte dei vertici del DECS, alla presenza dei rappresentanti di USI e SUPSI.
Per il quadriennio 20252028, la richiesta del Cantone per il settore universitario ammonta, complessivamente, a 736 milioni di franchi, circa 40 in più rispetto al quadriennio precedente.
«L’incremento medio annuo è del 1,91%, in calo rispetto al 2,15% del periodo 20212024», ha chiarito la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti. Rispetto al quadriennio precedente, dunque, si osserva un rallentamento della crescita media annua della spesa per il settore universitario. In altre parole, il contributo cantonale è aumentato, ma meno rispetto al periodo precedente. «Il fatto di aumentare i contributi è comunque positivo», ha commentato Carobbio. «Nonostante il rallentamento, è fondamentale sottolineare l’impegno preso per potenziare il settore universitario cantonale».
Il bicchiere mezzo pieno
«Non nascondo che abbiamo atteso il messaggio con una certa apprensione», ha dichiarato dal canto suo la presidente del Consiglio dell’USI Monica Duca Widmer. «Oggi però
siamo sollevati e ringraziamo il Consiglio di Stato per la fiducia accordata alle istituzioni universitarie». Duca Widmer ha quindi ammesso che «qualcosa è cambiato» e che anche l’USI sarà confrontata con alcuni risparmi. «È chiaro che dovremo rinunciare ad alcuni piani. Il credito previsto tuttavia ci consente di portare avanti i progetti esistenti».
Dal canto suo, Marina Carobbio Guscetti ha ricordato che «se la situazione delle finanze cantonali dovesse migliorare, potranno essere valutati finanziamenti aggiuntivi». Musica (eventuale) del futuro. Il presente, intanto, è un esercizio di bilanciamento tra la necessità di garantire la crescita di un settore chiave e la necessità di farlo nei limiti imposti dalle misure di riequilibrio delle finanze cantonali.
Il bicchiere, comunque, è ancora mezzo pieno, ha sottolineato
il presidente del Consiglio della SUPSI, Giovanni Merlini: «Il Consiglio di Stato ha inviato un segnale forte, ottenendo un risultato per nulla scontato e ribadendo l’importanza strategica per il nostro Cantone della ricerca e della formazione, veri e propri motori di sviluppo del benessere e dell’innovazione».
«Scelta non lineare»
Entrando nel vivo del messaggio, la direttrice del DECS ha spiegato che la richiesta di finanziamento include i contributi per la gestione, per gli studenti universitari e per le infrastrutture. Complessivamente, il contributo quadro a favore dell’USI passerà da 171 a 176 milioni; quello per la SUPSI da 191 a 211 milioni; mentre quello per il DFA da 70 a 78 milioni di franchi. «Effettivamente non abbiamo optato per un aumento lineare e uguale per tutti, ma si è tenuto conto della situazione finanziaria dei singoli istituti», ha spiegato Carobbio Guscetti.
Obiettivi e verifica
Tra i concetti forti che emergono dal messaggio - elaborato di concerto con gli attori del sistema universitario, come chiarito da Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari - va menzionata la collaborazione tra gli istituti universitari, che si vorrebbe rafforzata, ma non per esigenze di risparmio: «Avendo due istituti universitari, USI e SUPSI, è importante che vi siano progetti comuni, evitando le sovrapposizioni ma, soprattutto, rafforzando le sinergie», ha detto Carobbio Guscetti.
Tra gli obiettivi principali del quadriennio, individuati e inclusi nel messaggio, la direttrice del DECS ha quindi sottolineato «la necessità di concentrarsi su tematiche emergenti, come le tendenze demografiche, l’automazione, la digitalizzazione e la sicurezza informatica». Inoltre, secondo il documento, si dovrà dare particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il polo universitario dovrà altresì aumentare la sua reputazione e visibilità, considerando la rilevanza professionale dei titoli di studio sul mercato del lavoro a livello cantonale, nazionale e internazionale. Da ultimo, il messaggio prevede anche la valutazione dell’adempimento del contratto di prestazione tramite indicatori di efficacia,« ha spiegato Raffaella Castagnola Rossini. «È importante sottolineare che questo sistema rappresenta una novità. Abbiamo ritenuto opportuno, nel corso di questo quadriennio, verificare il complesso di queste intenzioni, espresse anche dal Parlamento, tramite un sistema di monitoraggio degli obiettivi».
Nonostante il rallentamento del contributo emerge la volontà di investire nel settore Marina Carobbio Guscetti direttrice DECS