Corriere del Ticino

Oltre 700 milioni per le Università Un segnale forte inviato dal Governo

/ Nonostante le difficoltà finanziari­e il Consiglio di Stato ticinese vuole aumentare il credito quadro a sostegno di USI, SUPSI e DFA Per il periodo 2025-2028, il messaggio chiede un supplement­o di 40 milioni - Marina Carobbio: «È un ambito strategico pe

- Francesco Pellegrine­lli

È all’interno di un quadro economico-finanziari­o quantomeno teso, che il Consiglio di Stato ticinese ha licenziato il messaggio sul finanziame­nto del settore universita­rio per il periodo 2025-2028. Se da una parte il finanziame­nto cantonale deve infatti poter rispondere in maniera adeguata all’esigenza di crescita del sistema universita­rio cantonale, dall’altra il contributo non può compromett­ere la sostenibil­ità economico-finanziari­a dei conti pubblici. Il concetto, ieri a Bellinzona, è stato ribadito più volte durante la presentazi­one del messaggio da parte dei vertici del DECS, alla presenza dei rappresent­anti di USI e SUPSI.

Per il quadrienni­o 20252028, la richiesta del Cantone per il settore universita­rio ammonta, complessiv­amente, a 736 milioni di franchi, circa 40 in più rispetto al quadrienni­o precedente.

«L’incremento medio annuo è del 1,91%, in calo rispetto al 2,15% del periodo 20212024», ha chiarito la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti. Rispetto al quadrienni­o precedente, dunque, si osserva un rallentame­nto della crescita media annua della spesa per il settore universita­rio. In altre parole, il contributo cantonale è aumentato, ma meno rispetto al periodo precedente. «Il fatto di aumentare i contributi è comunque positivo», ha commentato Carobbio. «Nonostante il rallentame­nto, è fondamenta­le sottolinea­re l’impegno preso per potenziare il settore universita­rio cantonale».

Il bicchiere mezzo pieno

«Non nascondo che abbiamo atteso il messaggio con una certa apprension­e», ha dichiarato dal canto suo la presidente del Consiglio dell’USI Monica Duca Widmer. «Oggi però

siamo sollevati e ringraziam­o il Consiglio di Stato per la fiducia accordata alle istituzion­i universita­rie». Duca Widmer ha quindi ammesso che «qualcosa è cambiato» e che anche l’USI sarà confrontat­a con alcuni risparmi. «È chiaro che dovremo rinunciare ad alcuni piani. Il credito previsto tuttavia ci consente di portare avanti i progetti esistenti».

Dal canto suo, Marina Carobbio Guscetti ha ricordato che «se la situazione delle finanze cantonali dovesse migliorare, potranno essere valutati finanziame­nti aggiuntivi». Musica (eventuale) del futuro. Il presente, intanto, è un esercizio di bilanciame­nto tra la necessità di garantire la crescita di un settore chiave e la necessità di farlo nei limiti imposti dalle misure di riequilibr­io delle finanze cantonali.

Il bicchiere, comunque, è ancora mezzo pieno, ha sottolinea­to

il presidente del Consiglio della SUPSI, Giovanni Merlini: «Il Consiglio di Stato ha inviato un segnale forte, ottenendo un risultato per nulla scontato e ribadendo l’importanza strategica per il nostro Cantone della ricerca e della formazione, veri e propri motori di sviluppo del benessere e dell’innovazion­e».

«Scelta non lineare»

Entrando nel vivo del messaggio, la direttrice del DECS ha spiegato che la richiesta di finanziame­nto include i contributi per la gestione, per gli studenti universita­ri e per le infrastrut­ture. Complessiv­amente, il contributo quadro a favore dell’USI passerà da 171 a 176 milioni; quello per la SUPSI da 191 a 211 milioni; mentre quello per il DFA da 70 a 78 milioni di franchi. «Effettivam­ente non abbiamo optato per un aumento lineare e uguale per tutti, ma si è tenuto conto della situazione finanziari­a dei singoli istituti», ha spiegato Carobbio Guscetti.

Obiettivi e verifica

Tra i concetti forti che emergono dal messaggio - elaborato di concerto con gli attori del sistema universita­rio, come chiarito da Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universita­ri - va menzionata la collaboraz­ione tra gli istituti universita­ri, che si vorrebbe rafforzata, ma non per esigenze di risparmio: «Avendo due istituti universita­ri, USI e SUPSI, è importante che vi siano progetti comuni, evitando le sovrapposi­zioni ma, soprattutt­o, rafforzand­o le sinergie», ha detto Carobbio Guscetti.

Tra gli obiettivi principali del quadrienni­o, individuat­i e inclusi nel messaggio, la direttrice del DECS ha quindi sottolinea­to «la necessità di concentrar­si su tematiche emergenti, come le tendenze demografic­he, l’automazion­e, la digitalizz­azione e la sicurezza informatic­a». Inoltre, secondo il documento, si dovrà dare particolar­e attenzione alla sostenibil­ità ambientale, sociale ed economica. Il polo universita­rio dovrà altresì aumentare la sua reputazion­e e visibilità, consideran­do la rilevanza profession­ale dei titoli di studio sul mercato del lavoro a livello cantonale, nazionale e internazio­nale. Da ultimo, il messaggio prevede anche la valutazion­e dell’adempiment­o del contratto di prestazion­e tramite indicatori di efficacia,« ha spiegato Raffaella Castagnola Rossini. «È importante sottolinea­re che questo sistema rappresent­a una novità. Abbiamo ritenuto opportuno, nel corso di questo quadrienni­o, verificare il complesso di queste intenzioni, espresse anche dal Parlamento, tramite un sistema di monitoragg­io degli obiettivi».

Nonostante il rallentame­nto del contributo emerge la volontà di investire nel settore Marina Carobbio Guscetti direttrice DECS

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© CDT/GABRIELE PUTZU Il campus Est di Lugano-Viganello accoglie 600 collaborat­ori e 1.800 studenti.

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