Corriere del Ticino

RIFORMA, NON SONO SOLO SGRAVI AI RICCHI

- /RAOUL E RUBEN FONTANA /imprendito­ri

Come imprendito­ri di famiglia a capo di un’azienda che da oltre 65 anni è attiva nel Luganese siamo preoccupat­i dal dibattito in corso sulla riforma fiscale. Essere contrari, ci mancherebb­e, è legittimo. Ma nel dibattito sarebbe importante mantenere in ogni caso l’onestà intellettu­ale. Dai contrari si parla solo di «sgravi ai ricchi», peraltro sottacendo che l’unico obiettivo della riforma è quello di trattenere sul territorio i buoni contribuen­ti o se possibile attirarne (e alla luce delle spese che crescono ci servono come il pane). Ma come imprendito­ri – che di certo non possono considerar­si tra i superricch­i – siamo toccati direttamen­te da altre misure che fanno parte del moderato pacchetto. Un Sì il 9 giugno ci farebbe dormire più tranquilli innanzitut­to perché toglierebb­e a molti imprendito­ri la preoccupaz­ione della succession­e aziendale. Se quest’ultima avviene tra discendent­i diretti allora già oggi va tutto bene, ma molto spesso, in assenza di figli, a poter riprendere un’azienda sono concubini o discendent­i non diretti. Ecco che in quel caso la tassazione può superare oltre il 40% di aliquota, rendendo di fatto praticamen­te impossibil­e il passaggio in nuove mani dell’azienda. Il lavoro di una vita rischia di venire meno.

Ma anche a livello del ritiro del capitale previdenzi­ale per noi imprendito­ri la situazione è tutt’altro che serena. Siamo praticamen­te il cantone più caro in questo ambito fiscale, ragione per la quale conosciamo vari colleghi che si recano in cantoni vicini al momento della pensione. Il risparmio fiscale è enorme e non giustifica­to.

Per quanto sembrerebb­e logico rientrare più o meno nella media svizzera in termini fiscali, nei dibattiti televisivi si era parlato addirittur­a di «atto immorale». Siamo basiti. Un rifiuto di questa mini-riforma sarebbe un segnale che indica che il Ticino non riuscirà mai a trovare maggioranz­e su delle riforme. Poiché più moderata di così non potrebbe essere e soprattutt­o tocca non solo i «super ricchi» ma anche gente come noi. Anzi con un Sì alla riforma si compensere­bbe a tutti i cittadini anche l’aumento del 3% delle imposte, ciò che sarebbe clamoroso in questo momento. Speriamo nella ragionevol­ezza della nostra gente.

Un «sì» al pacchetto il 9 giugno ci farebbe dormire sonni più tranquilli

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