RIFORMA, NON SONO SOLO SGRAVI AI RICCHI
Come imprenditori di famiglia a capo di un’azienda che da oltre 65 anni è attiva nel Luganese siamo preoccupati dal dibattito in corso sulla riforma fiscale. Essere contrari, ci mancherebbe, è legittimo. Ma nel dibattito sarebbe importante mantenere in ogni caso l’onestà intellettuale. Dai contrari si parla solo di «sgravi ai ricchi», peraltro sottacendo che l’unico obiettivo della riforma è quello di trattenere sul territorio i buoni contribuenti o se possibile attirarne (e alla luce delle spese che crescono ci servono come il pane). Ma come imprenditori – che di certo non possono considerarsi tra i superricchi – siamo toccati direttamente da altre misure che fanno parte del moderato pacchetto. Un Sì il 9 giugno ci farebbe dormire più tranquilli innanzitutto perché toglierebbe a molti imprenditori la preoccupazione della successione aziendale. Se quest’ultima avviene tra discendenti diretti allora già oggi va tutto bene, ma molto spesso, in assenza di figli, a poter riprendere un’azienda sono concubini o discendenti non diretti. Ecco che in quel caso la tassazione può superare oltre il 40% di aliquota, rendendo di fatto praticamente impossibile il passaggio in nuove mani dell’azienda. Il lavoro di una vita rischia di venire meno.
Ma anche a livello del ritiro del capitale previdenziale per noi imprenditori la situazione è tutt’altro che serena. Siamo praticamente il cantone più caro in questo ambito fiscale, ragione per la quale conosciamo vari colleghi che si recano in cantoni vicini al momento della pensione. Il risparmio fiscale è enorme e non giustificato.
Per quanto sembrerebbe logico rientrare più o meno nella media svizzera in termini fiscali, nei dibattiti televisivi si era parlato addirittura di «atto immorale». Siamo basiti. Un rifiuto di questa mini-riforma sarebbe un segnale che indica che il Ticino non riuscirà mai a trovare maggioranze su delle riforme. Poiché più moderata di così non potrebbe essere e soprattutto tocca non solo i «super ricchi» ma anche gente come noi. Anzi con un Sì alla riforma si compenserebbe a tutti i cittadini anche l’aumento del 3% delle imposte, ciò che sarebbe clamoroso in questo momento. Speriamo nella ragionevolezza della nostra gente.
Un «sì» al pacchetto il 9 giugno ci farebbe dormire sonni più tranquilli