Chi lucra sulla vendita dell'elettricità?
Mi riferisco all'articolo apparso sul CdT in data 19.4.2024 riguardante il calo di consumo di elettricità. In base ai dati pubblicati dall'articolista (e cito), «secondo l'Ufficio federale dell'energia (UFE), l'anno scorso la Svizzera ha esportato più elettricità di quanta ne abbia importata, con un'eccedenza
di 6,4 miliardi di kW. [...] Nel 2023 la bilancia commerciale con l'estero ha quindi registrato un bilancio positivo pari a 976 milioni di franchi». Se tanto mi dà tanto, il prezzo medio ricavato dalla vendita di energia è risultato di 976 milioni di franchi per 6400 mio di kWh, per 0.15 franchi al kWh. Sulla base di questi dati, mi chiedo come è ancora giustificabile pagare solo 0,0845 CHF/kWh per l'energia in esubero del fotovoltaico, in quanto parte di questa energia è sicuramente anche stata venduta all'estero, in quanto gli elettroni sono uguali per tutti e non hanno un marchio di provenienza. Inoltre, come anche specificato nell'articolo, è stato possibile esportare dell'energia grazie alla produzione indigena del fotovoltaico. Siamo alle solite. La lobby delle aziende elettriche ci fa credere quello che gli fa comodo. Il fatto che la vendita all'estero è aumentata, dimostra anche che l'aumento delle auto elettriche messe in circolazione non ha avuto come conseguenza quell'aumento di consumo di elettricità paventato dai fautori delle auto a combustione, ma dimostra piuttosto, che la mobilità elettrica è la scelta per il futuro sia per la sua efficacia che per l'impatto con l'ambiente.
Beat Kilcher
Bosco Luganese