Il momento fondamentale per i rifugiati
/ Lo racconta Lisa Gerig nel suo documentario d'esordio con il quale si è aggiudicata il Premio del cinema svizzero
Fin dalla prima scena è chiaro il metodo scelto dalla cineasta: ricostruire la realtà nei minimi dettagli
Il dispositivo filmico è chiaro fin dalla scena iniziale che vede alcune persone disporre tavoli, sedie e un computer all'interno di un ufficio assolutamente anonimo. Quella che si sta ricostruendo in funzione delle riprese è una sala di una qualunque delle sedi del SEM (il Segretariato di Stato della migrazione) che si occupa tra l'altro delle.audizioni che determinano il destino dei richiedenti d'asilo nel nostro Paese. È in questo scenario che si svolge gran parte del documentario d'esordio della regista Lisa Gerig che nelle scorse settimane si è aggiudicato il Premio del cinema svizzero. Seduti a turno uno di fronte all'altro, ai due lati del tavolo scopriamo quattro (veri) richiedenti d'asilo e quattro (veri) funzionari del SEM, impegnati a ricostruire fin nei minimi dettagli le vicende, molto spesso tragiche e dolorose, che hanno condotto in Europa persone in fuga dalla propria patria. Un confronto che in un primo momento sembra offrire ai «migranti» l'eccezionale possibilità di raccontare liberamente la propria storia. Non ci vuole però molto per capire che questa opportunità rimarrà disattesa poiché è quasi impossibile pretendere che qualcuno racconti ad un estraneo, oltretutto passando attraverso un interprete, fatti e situazioni traumatiche che non è ancora riuscito nemmeno a condividere con i propri cari.
Die Anhörung ha diversi pregi, primo fra tutti quello di mostrare per la prima volta come si svolgono questi interrogatori. Un'operazione nel segno della trasparenza che, nelle intenzioni della cineasta, mette a nudo l'inadeguatezza assoluta del momento cruciale dell'intero sistema Lisa Gerig è impegnata da un decennio nel sostegno ai richiedenti d'asilo che hanno ricevuto un decreto d'espulsione e non cala quindi la propria lezione dall'alto. Un atteggiamento partecipe ma che non perde mai di vista l'aspetto narrativo, come quando propone un inatteso quanto efficace rovesciamento di fronte che modifica completamente i rapporti di forza. A colpire in negativo nel corso di queste audizioni è soprattutto la rigidità dei criteri d'indagine di fronte alla varietà e alla complessità crescenti delle vicende di chi giunge nel nostro Paese alla ricerca di una nuova vita.
Die Anhörung, realizzato ovviamente anche con la collaborazione del SEM, riesce così ad unire un discorso politico coerente ed equilibrato su un tema che provoca profonde divisioni tra la popolazione svizzera, con un modo di raccontare innovativo ed originale. Un risultato non certo da poco nel campo del documentario di creazione.
Attorno allo stesso tavolo si ritrovano veri richiedenti d'asilo e veri funzionari del SEM