Il ritorno de «L'Eternauta», cupo vagabondo dell'infinito
/ La nuova scintillante edizione di un grande classico della nona arte rievoca una delle più avvincenti avventure di fantascienza mai disegnate e la potenza di una lucida profezia sulla tragedia della barbara dittatura militare in Argentina
Ciclicamente ritorna. Un po' perché è un classico imprescindibile del fumetto di ogni tempo, un po' perché L'Eternauta rappresenta con la sua forza profetica uno dei momenti più alti e visionari della storia della letteratura disegnata. L'Eternauta è un classico argentino del fumetto di fantascienza ormai diventato, da autentico cult, patrimonio universale. Ora dopo quasi settant'anni (venne realizzato alla fine degli anni Cinquanta) e mentre sta per trasformarsi in una miniserie Netflix, tocca a Panini Comics riproporlo in lingua italiana in uno splendido formato orizzontale cartonato con una scintillante copertina a «effetto metal» che ne rinnova una lunghissima tradizione editoriale (dalla Eura editoriale a Lanciostory, passando per Linus e Comic Art) anche alle nostre latitudini. Sceneggiato da Héctor German Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López (due giganti della historieta argentina) negli anni Cinquanta, racconta di un'invasione aliena a Buenos Aires e della resistenza opposta dai suoi abitanti. La storia è nota a molti: in un momento imprecisato della seconda metà del Novecento una partita a carte tra quattro amici viene bruscamente interrotta, fuori dalla finestra sono cominciati a cadere fiocchi di letale neve fosforescente. È l'inizio di un incubo senza fine, il primo tragico preludio a un'invasione extraterrestre che porterà morte e distruzione a Buenos Aires e nel mondo intero. Testimone di questa terribile vicenda piena di angoscia , ma anche di disperata volontà di sopravvivenza e di resistenza è Juan Galvez (Juan Salvo nella versione originale spagnola) ovvero L'Eternauta (El Eternauta) un uomo pronto ad affrontare l'impensabile pur di salvare la famiglia e destinato sin dal principio
dell'opera a diventare un vagabondo del tempo e dello spazio (come recita il sottotitolo della saga). Narrata in flashback, la vicenda immagina uno sceneggiatore di fumetti - probabile alter ego dello stesso Oesterheld - che è intento al lavoro quando vede improvvisamente materializzarsi di fronte a lui un uomo che gli si presenta come Juan Galvez, detto l'Eternauta. L'uomo dice di essere un viaggiatore del tempo e inizia a raccontargli di una invasione aliena che ha avuto inizio con una nevicata mortale abbattutasi sulla capitale argentina. Barricatosi in casa con la famiglia ed alcuni amici, il protagonista sbarra porte e finestre e fabbrica delle tute ermetiche che permettono di sopravvivere ai fiocchi luminescenti che provocano la morte al solo contatto con la pelle. Isolati dal mondo esterno, senza possibilità di chiedere aiuto, Galvez, la sua famiglia e i suoi amici vivono ore d'angoscia. Dal cielo misteriosi globi infuocati discendono sulla città, la radio resta muta, spari per le strade fanno capire che tra i
sopravvissuti alla nevicata si è accesa una feroce lotta per la sopravvivenza. Galvez, insieme ai suoi amici, scopre che la nevicata è un'arma degli invasori alieni, e in breve tempo si ritrova arruolato nell'esercito a combattere in prima linea contro i mostruosi insetti ribattezzati «Cascarudo», uomini-robot privati della volontà, poi schiavi controllati dalla paura come i «Mano», e infine bestie feroci come i «Gurbo». Tutti controllati dai misteriosi «Loro», il nemico senza volto che ha invaso la Terra. Un grandioso fumetto di fantascienza, di azione di avventura insomma, uno splendido esempio di quella che Oreste del Buono chiamerà «linea latina» e che influenzerà in maniera diretta anche i maestri italiani della nona arte come Hugo Pratt, Dino Battaglia e tanti altri. Ma L'Eternauta è anche molto di più di un superbo prodotto di genere e oggi, guardando alle tragedie del Novecento lo sappiamo con certezza. L'invasione aliena dell'Eternauta è infatti una sorta di anticipazione dell'orrore del golpe argentino del 1976 ad opera di Jorge Videla, Viola, Massera, Galtieri e amena compagnia, mostrando la brutalità del potere repressivo dei regimi militari che tolgono al popolo la libertà e uccidono chi si oppone. Il fumetto in questo caso riuscì ad anticipare la realtà sconvolgente, dolorosa e sconcertante che in qualche maniera grazie alla loro sensibilità gli autori seppero annusare nell'aria. L'Eternauta è dunque in un certo senso una specie di monumento civile, di inconscia profezia, di messaggio disegnato alla cattiva coscienza di chi fece finta di non vedere. La sua prima edizione, ricordiamolo, fu pubblicata tra il 1957 e il 1959 (da tre a sette tavole settimanali) sul periodico «Hora Cero Semanal». Nel 1969 ne uscì una nuova versione , disegnata questa volta da Alberto Breccia, in cui la metafora dell'invasione aliena si fa più esplicita e va a criticare apertamente sia il primo golpe del 1966, sia le politiche imperialiste statunitensi. Nel 1976 Oesterheld inizia a scrivere i primi episodi de L'Eternauta - parte seconda. Il ritorno, di nuovo con Lopez ai disegni, e ancora una volta il messaggio democratico si fa più esplicito, più forte. Il 3 giugno 1977 la moglie di Oesterheld ne denuncia la scomparsa all'ambasciata tedesca (il Paese di cui era originario) di Buenos Aires. Di lui si hanno solo frammentarie testimonianze per alcuni giorni da alcuni compagni di prigionia. Poi più nulla. Desaparecido, come altri trentamila cittadini argentini. Come le sue quattro figlie, due delle quali in attesa di un figlio, come tre dei suoi generi. Il disegnatore Francisco Solano López riesce fortunosamente a fuggire in Spagna dove rimmarrà fino al ritorno della democrazia. Un fumetto di fantascienza diventa allora un monito e un baluardo di resistenza di fronte all'orrore di una delle pagine più buie della Storia del Novecento.