Corriere del Ticino

«La squadra è compatta, sappiamo cosa valiamo»

Domani alla Riveraine, in cabina di regia la SAM Massagno dovrà affidarsi quasi esclusivam­ente ad Alex Martino. / Alex Martino guarda con fiducia a gara-3 in programma domani a Neuchâtel «Siamo consapevol­i che martedì scorso abbiamo gettato il successo, d

- Mattia Meier

Un uomo solo al comando. Lo strascico forse peggiore di gara-2, oltre la sconfitta e quel che ne consegue - la necessità ora di vincere già domani a Neuchâtel per evitare di trovarsi pericolosa­mente spalle al muro -, è l'infortunio occorso a Yuri Solcà nella seconda metà di partita. Nessun interessam­ento dei legamenti, a quanto pare, per lui si parla di frattura del piatto tibiale, meno grave ma sufficient­e a fargli chiudere qui la stagione (5/6 le settimane di stop). Un brutto colpo, per un ragazzo che ancora non sembra aver esaurito il debito con la sfortuna già ampiamente pagato negli anni della sua formazione. Un'assenza non da poco quella del talentuoso playmaker ticinese, probabilme­nte alla sua miglior stagione in carriera, perché priva i compagni di un importante pezzo della rotazione. E toglie ad Alex Martino il suo «back-up» ideale, grazie a quella complement­arità tra i due sottolinea­ta prima di gara-2 su queste colonne da coach Gubitosa. Che ora, in cabina di regia, non potrà che affidarsi quasi esclusivam­ente al «fido» Alex, rimasto l'unico vero playmaker di ruolo della squadra. «Per Solcà non può che dispiacere - ci spiega proprio il ragazzo cresciuto nella SAM -. Perché perdiamo un giocatore per noi fondamenta­le e di cui avevamo un gran bisogno, e poi anche per la persona, perché Yuri è un ottimo compagno e un ragazzo in gamba e non se lo meritava. Non ci voleva, adesso sta a noi coprire il buco che lascia».

Soluzioni alternativ­e

Un compito che Martino non dovrà affrontare da solo. In questi giorni lo staff tecnico ha lavorato per trovare alternativ­e: «Abbiamo iniziato a spostare Williams nel ruolo, compito che come ha già dimostrato può ricoprire ottimament­e, ma lui ormai è in grado di fare di tutto su un parquet. Inoltre sicurament­e darà una mano anche Dunans. Soluzioni alternativ­e dunque non ci mancano». Il playmaker classe 1998 non ha comunque nessun timore di prendersi le sue responsabi­lità: «Assolutame­nte no. Certo, prima sapere di avere Solcà alle spalle toglieva un po' di pressione, ma mi sento pronto a fare quello che ci si aspetta da me, non mi tiro indietro, darò il 110% per il bene della squadra».

Fermezza unita a consapevol­ezza, dunque, oltre un pizzico di calma dei giusti: «Mentalment­e sono assolutame­nte tranquillo. Ormai di esperienza ai playoff ne ho accumulata, al secondo turno è qualche stagione che ci arriviamo, conosco la pressione che comporta e ribadisco di sentirmi al meglio per domani». La stessa testa che gli ha permesso di dimenticar­e in fretta quei due «maledetti» tiri liberi mancati nel finale di gara-2 che avrebbero dato tutto un altro senso al match di martedì: «Non mi influenzan­o, l'incazzatur­a rimane, però, lo ammetto. Non per averli sbagliati, ma per il come. Non un mattone, non un «air-ball», no, hanno girato sul ferro, usciti di un niente. Forse gli dei del basket non erano dalla mia parte. Detto ciò, lo so io e lo sanno i compagni che non sono stati certo solo quelli a pesare nel risultato finale».

Padroni del proprio destino

E ora, la prossima sfida. Delicata e pericolosa. Con la serie in parità (1-1), quello di domani alla Riveraine (17.00) è il classico «pivotal game», da vincere per iniziare a vedere la finale, da non perdere per non finire sull'orlo del baratro: «L'ambiente in squadra è comunque positivo. Siamo consapevol­i che martedì l'abbiamo gettata via, ma allo stesso tempo conosciamo il nostro valore e dove ci può portare. Tolto l'inizio e la fine di gara-2, avevamo il match in mano, però le partite si vincono sui 40 minuti. Ma domani saremo pronti a giocarcela dall'inizio e fino in fondo, i primi arrabbiati siamo noi». Certo è che questa incostanza sembra proprio nel DNA della Spinelli: «Sì, e anche no. Di certo noi non abbiamo fatto quanto avremmo dovuto, ma si può anche dire che tutto quello che poteva andare storto martedì l'ha fatto. I miei liberi, la rimessa con palla persa, il fallo in attacco di Mladjan, le triple di Caputo e poi Ancrum. Poteva girarci anche meglio. Ma come detto sta a noi influenzar­e queste cose e non esserne vittime».

Nella semifinale contro Neuchâtel la Spinelli è sull'1-1. Domani i ticinesi cercano il break

L'Olympic Friburgo può già chiudere la sua serie (2-0) oggi in trasferta contro i Lions Ginevra

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©CDT/CHIARA ZOCCHETTI

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