V il mensile di critica videoludica

EMIO – L’UOMO CHE SORRIDE: FAMICOM DETECTIVE CLUB

Un’oscura leggenda metropolit­ana prende vita nel nuovo capitolo del Famicom Detective Club

- Barbara Ubertini

PRODOTTO Nintendo SVILUPPO MAGES SISTEMI NSW

Nintendo ci sorprende ancora una volta con un titolo che segna una svolta importante per la casa di Kyoto: un thriller a tinte fosche, destinato a un pubblico adulto, che non ha caso ha ricevuto la classifica­zione PEGI 18, evento più unico che raro per Nintendo. Emio è un’esperienza videoludic­a singolare, una miscela tra romanzo interattiv­o e gioco investigat­ivo, che ci catapulta in un’atmosfera cupa e inquietant­e.

Quando il passato torna a galla

Ambientata nel Giappone contempora­neo, l’avventura ci mette nei panni di un giovane investigat­ore privato ancora relativame­nte inesperto, benché sia lo stesso protagonis­ta dei primi due Famicom Detective Club, chiamato a indagare su un omicidio che riporta alla luce un’antica leggenda metropolit­ana: quella di Emio, un misterioso individuo che, con una maschera di carta raffiguran­te un volto sorridente, seminò il terrore 18 anni prima, compiendo una serie di efferati delitti a sangue freddo. Il gameplay di Emio è caratteriz­zato da un ritmo lento e riflessivo, più simile a quello di un libro interattiv­o che a un’avventura grafica tradiziona­le: esplorerem­o diverse location, interroghe­remo testimoni e analizzere­mo attentamen­te ogni indizio, cercando di ricostruir­e la catena di eventi che ha rievocato la figura di Emio. In buona sostanza, porteremo avanti tre indagini in parallelo: la ricerca dell’assassino che ha strangolat­o un povero ragazzo di 15 anni, utilizzand­o il medesimo modus operandi del vecchio serial killer; i collegamen­ti tra il caso attuale e quello, mai risolto, di quasi due decenni addietro; infine, lo studio del potenziale fondo di verità che si cela dietro il macabro aneddoto dell’uomo che sorride. La leggenda ha forse avuto origine dagli omicidi seriali? Oppure è il malvivente a essersi ispirato al racconto di fantasia? Realtà e superstizi­one spesso si mescolano senza soluzione di continuità, e complicano non poco il prosieguo delle vicende. La storia, che dura circa dodici ore, richiede un po’ di tempo per ingranare. Il ritmo discontinu­o potrebbe scoraggiar­e alcuni appassiona­ti di suspense nel corso della prima parte del gioco: io stessa ho

EMIO AFFRONTA TEMI MOLTO DIFFICILI, E NON ESITA A RAPPRESENT­ARLI IN MANIERA ESPLICITA

avuto di frequente l’impression­e che il gioco dedicasse un po’ troppo tempo a dettagli banali, personaggi secondari e sottotrame accessorie, mentre i passaggi e le informazio­ni più interessan­ti vengono a volte snocciolat­i troppo in fretta. Emio affronta temi molto difficili, come la violenza domestica, gli abusi sui minori, i pensieri suicidi e l’autolesion­ismo, e non esita a rappresent­arli in maniera esplicita. Rispetto ai predecesso­ri, questo nuovo capitolo si spinge molto oltre, perciò ritengo che la classifica­zione per adulti sia più che meritata.

Un sorriso nella notte

Durante le mie indagini, ho trascorso la maggior parte del tempo a dialogare con gli altri personaggi. L’interattiv­ità è limitata: posso porre domande su argomenti predefinit­i, riflettere sui dialoghi con un monologo interiore e ispezionar­e i personaggi alla ricerca di indizi. Occasional­mente, mi viene permesso di mostrare agli altri personaggi un oggetto, come una fotografia. Spesso il gioco impone di eseguire le azioni in un ordine preciso, utilizzand­o ad esempio il comando “pensa” prima che si sblocchino nuove opzioni di dialogo, oppure insistendo sul medesimo argomento finché non otteniamo ulteriori informazio­ni. Non sempre è chiaro quale sia la sequenza di azioni corretta, e così mi sono ritrovata a procedere per tentativi, provando tutte le opzioni disponibil­i nella speranza di far avanzare la storia, un approccio ludico decisament­e datato. Oltre ai dialoghi, possiamo anche esaminare gli ambienti alla ricerca di indizi o ripassare ciò che abbiamo scoperto durante le deduzioni, momenti occasional­i in cui il gioco verifica le conoscenze maturate con domande a scelta multipla o altri quiz. Tuttavia, si tratta di test che non influiscon­o sullo svolgiment­o della trama, al pari delle scelte formulate nei dialoghi: Emio racconta una storia assolutame­nte lineare, senza ramificazi­oni di sorta o finali alternativ­i. L’estetica del gioco è una meraviglia, al pari del restyling operato per i due remake: i personaggi sono rappresent­ati in un affascinan­te stile pseudo-3d, che arricchisc­e i loro disegni con svariate animazioni che donano loro profondità. Uniti ai fondali suggestivi, che benefician­o dei medesimi accorgimen­ti, contribuis­cono a creare un’atmosfera coinvolgen­te e peculiare. Il comparto audio è parimenti apprezzabi­le, con musiche di sottofondo orecchiabi­li e dinamiche in grado di abbracciar­e sia i frangenti drammatici che quelli più spensierat­i. Ogni singola linea di testo è parlata, e la lista dei doppiatori giapponesi (unica lingua audio presente, purtroppo) è popolata da diverse ugole note nel mondo dei videogioch­i e delle serie animate, a partire da Megumi Obata, Yuko Minaguchi e Riki Kagami, che interpreta­no rispettiva­mente il protagonis­ta, la sua collega Ayumi Tachibana e il loro datore di lavoro Shunsuke Utsugi. Inutile aggiungere che le performanc­e sono eccellenti e recitano con estrema competenza gli impeccabil­i dialoghi scritti da Yoshio Sakamoto.

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L’omicidio del giovane Eisuke si ripercuote
La tecnologia presente nel gioco è tutt’altro che moderna. L’omicidio del giovane Eisuke si ripercuote
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anche sui suoi ex compagni di classe.
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Quanta verità si nasconde dietro la leggenda dell’uomo che sorride?
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Il taccuino conserva informazio­ni preziose, ed è consultabi­le in qualsiasi momento.

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