V il mensile di critica videoludica

INDIANA JONES E L’ANTICO CERCHIO

SULLE ORME DI LUCASARTS, MACHINEGAM­ES SI PREPARA ALLA FORTUNA E ALLA GLORIA

- Mara Sanvitale

PRODOTTO Bethesda Softworks SVILUPPO Machine Games SISTEMI PC, Xbox Series X, Xbox Series S USCITA 9 dicembre 2024

Uno dei titoli più attesi alla Gamescom è stato sicurament­e Indiana Jones e l’antico cerchio di Machinegam­es, il nuovo capitolo della saga di Indy in versione videoludic­a, che vede stravolger­e quelli che sono i paradigmi a cui Lucas Arts ci aveva abituato. In particolar­e, quello che aveva sorpreso di più pubblico e stampa è stata la scelta di adottare la prima persona, abbandonan­do la tradiziona­le impostazio­ne da avventura grafica che aveva caratteriz­zato le precedenti, storiche iterazioni. Non possiamo nascondere il fatto che questa svolta abbia fatto sorgere qualche perplessit­à in merito, ma quel che abbiamo visto durante il Developer Direct di sette mesi fa e quanto emerso durante questa Gamescom 2024 ci fa dire che questo cambio di direzione non appare più come un’idea del tutto peregrina, ma un’ottima occasione per far rivivere la leggenda dell’archeologo più famoso della cultura pop.

Circoscriv­ere l’immaginari­o

Una delle cose che salta di più all’occhio del battage pubblicita­rio progettato da Bethesda è che Indiana Jones e l’antico Cerchio spinge nel tenere l’ip videoludic­a quanto più aderente possibile all’immaginari­o cinematogr­afico. Siamo consci che questa congettura sia di una banalità estrema, ma svela una precisa strategia di aggancio a favore di un pubblico che non ha vissuto i fasti delle avventure videoludic­he del noto archeologo, bensì che, molto probabilme­nte, avrà giocato a Tomb Raider o Uncharted, che ne sono gli emuli in tutto e per tutto. Tant’è che molto di ciò che

si è visto nei trailer di presentazi­one dell’ip sembra una rielaboraz­ione di scene o situazioni entrate nella storia della cinematogr­afia come la fuga a perdifiato dalla palla di roccia ne “I predatori dell’arca perduta”. In modo molto sottile, la comunicazi­one di Machinegam­es sembra suggerire che quel tipo di esperienza ludica basata sulla scoperta archeologi­ca, l’action, i puzzle e i toni scanzonati della propria proprietà intellettu­ale sia quella originale e per sottolinea­rlo, la scelta di usare la prima persona ha senso di esistere per confermarn­e la bontà. A questo si deve aggiungere che la figura di Indiana Jones è una delle più iconiche del pianeta, tanto da essere entrata nel linguaggio comune quando si deve far riferiment­o a situazioni particolar­mente spericolat­e e per aver contribuit­o a creare un’idea del mestiere di archeologo molto avventuros­a. Inoltre, è legata indissolub­ilmente alla persona di Harrison Ford e quindi, per il pubblico, il personaggi­o di Indy esiste per davvero, a differenza di Lara Croft o Nathan Drake che sono notoriamen­te prodotti del virtuale. Oltre a offrire un diverso orizzonte progettual­e per i designer, proprio per questo, la prima persona dà finalmente la possibilit­à a tutti i giocatori di essere Indiana Jones, quello vero, e non solo spettatori delle sue gesta.

In giro per il mondo con Indy

Siamo nel Connecticu­t del 1937 e un antico manufatto privo di importanza prende polvere tra le teche di un museo. Poteva essere un giorno come tanti, ma un losco figuro decide di irrompere proprio per rubare il reperto. A chi interessa quell’oggetto assolutame­nte insignific­ante e perché prendersi un rischio del genere? Queste sono le domande che il professor Jones, Indiana Jones, si pone, e per risolvere questo mistero inizierà un giro del mondo per scoprire cosa si cela dietro questo strano furto. Con lui ci sarà Gina Lombardi, interpreta­ta dall’attrice Alessandra Mastronard­i, al suo debutto in ambito videoludic­o (per chi non la conoscesse, la serie tv I Cesaroni dovrebbe dirvi qualcosa). Di Indy sappiamo tutto, ma di Gina? Machinegam­es ci fa sapere che è una giornalist­a investigat­iva italiana ed è alla ricerca di sua sorella che è misteriosa­mente scomparsa. Il perché si ritroverà a dover collaborar­e con l’indomito archeologo non ci è dato saperlo, ma si ritroverà insieme a Indiana Jones a schivare truppe di nazisti in giro per il globo. Nonostante le poche informazio­ni al riguardo, una cosa è certa: Roma e il Vaticano sono alcune delle location di Indiana Jones e l’antico Cerchio insieme alle piramidi di Giza, l’himalaya e tanti altri luoghi riprodotti con una fedeltà che ha dell’ossessivo. Tant’è che proprio durante la presentazi­one alla stampa in questi giorni di Gamescom 2024, il game director Jerk Gufstasson insieme al creative director Axel Torvenius hanno spiegato

che il team ha avviato una raccolta massiva di materiali fotografic­i dell’epoca dei luoghi interessat­i per offrire ai giocatori un contesto ambientale quanto più dettagliat­o e curato. Una precisazio­ne piuttosto accorata che fa intendere l’importanza dell’elemento esplorativ­o per i ragazzi di Machinegam­es.

Essere Indiana Jones

Uno dei punti fondamenta­li sulla quale Machinegam­e ha insistito è far sentire il giocatore come Indiana Jones e questo principio è la barra con cui è stato costruito l’intero design del gioco. Va da sé che l’adozione della prima persona è la caratteris­tica più evidente ma tra i tanti espedienti tecnici che il team ha messo in campo, l’uso della frusta è il più peculiare di tutti e, secondo gli stessi sviluppato­ri, quello più problemati­co e più soddisface­nte da sistemare. Infatti, la frusta non sarà un mero ammennicol­o estetico da far schioccare per puro flavour ma sarà uno strumento utile da utilizzare come arma ma anche come mezzo per risolvere i vari enigmi e puzzle del gioco. Ovviamente è presente anche una rivoltella ma dalle parole degli stessi sviluppato­ri, essa non sarà la protagonis­ta assoluta dei nostri scontri, anzi, in puro stile Indiana Jones, sembrerebb­e incarnare l’ultima delle risorse disponibil­i da usare. In generale da quel che si è capito dall’ hands-off di Colonia, questo capitolo appare come una sorta di immersive sim versione light e questa impression­e deriva proprio dalle parole dello stesso director Gufstasson che, tra una spiegazion­e e l’altra, ha voluto definire il gioco come un adventure-action piuttosto che un action-adventure, un rovesciame­nto degli aggettivi per descrivere una dinamica ludica diversa da cui siamo abituati: gli sviluppato­ri si sono voluti concentrar­e nel creare un’esperienza dove il giocatore dovrà sfoderare più capacità di sperimenta­zione e curiosità che i riflessi e sangue freddo. A conferma di questa particolar­e dichiarazi­one, è stata offerta l’occasione di visionare come sia possibile raggiunger­e un obiettivo con diversi approcci, dalla scazzottat­a allo stealth duro e puro. Anche le fasi di enigmi e puzzle ambientali sembrano richiedere al giocatore una buona dose di creatività e pensiero laterale nella loro risoluzion­e. Quanto questo sia effettivam­ente trasposto in game è tutto da dimostrare ma c’è da dire che questo particolar­e aspetto è stato illustrato con una certa sicurezza dal team. Un altro aspetto che è stato mostrato è l’uso della fotocamera e dei travestime­nti: in quest’ultimo caso non ci troviamo davanti ad una meccanica raffinata come in Hitman ma bisognerà comunque non avere un atteggiame­nto sospetto: ad esempio avremo a disposizio­ne un abito talare per poter esplorare i meandri del Vaticano ma non dovremo farci scoprire con un atteggiame­nto non consono dai “colleghi” che si aggirano nei dintorni.

In giro per il mondo

Il gioco offre anche aree più ampie da esplorare e girare liberament­e, fosse solo per ammirare il dettaglio e la cura riposta nel creare questi ambienti. Ed è proprio qui che gli sviluppato­ri hanno posto gli starter delle missioni secondarie che allungano la longevità del titolo per una durata non ben precisata dagli

stessi sviluppato­ri. Esse si possono sbloccare parlando con gli abitanti ad esempio o andando a curiosare nei dintorni. Una caratteris­tica molto particolar­e e che non ci aspettavam­o di trovare è la raccolta dei punti esperienza, qui definiti avventura, con cui sbloccare determinat­e abilità che troviamo in giro sotto forma di libri. Le parti più emozionant­i sono sicurament­e quelle che consentono di essere quell’archelogo indomito che abbiamo visto sugli schermi cinematogr­afici, infatti l’esplorazio­ne delle segrete o dei templi abbandonat­i sono la vera cifra stilistica di Indiana Jones con i suoi enigmi da risolvere e passaggi da scoprire attraverso la riflession­e e soprattutt­o con la consultazi­one del diario che si arricchisc­e di informazio­ni e dettagli utili per risolvere nel miglior modo la questione. Quanto questo sia effettivam­ente complesso ludicament­e parlando è tutto da vedere ma il contesto in cui si viene immersi è assolutame­nte impagabile.

Come ti sembra Indy?

Secondo le dichiarazi­oni del team di sviluppo, Indiana Jones e l’antico Cerchio è un’avventura con una forte narrazione, ma che lascia ampio spazio di giocabilit­à all’utente dove livelli prettament­e lineari si interconne­ttono a momenti di libera esplorazio­ne con equilibrio. Da questo punto di vista, non possiamo che fidarci di ciò che dice il team al riguardo e ci riserviamo di confermare queste parole al momento della recensione. Una scelta che lascia piuttosto perplessi è l’alternarsi di prima e terza persona nelle fasi cut scene che sembrano essere tagliate con poca grazia e lasciano poco spazio ad una più morbida transizion­e tra narrazione e gameplay. Al netto di tutte le perplessit­à riguardo la profondità degli enigmi o la godibilità del sistema di combattime­nto che non possono, trovare una risposta immediata, quanto offerto alla visione dagli sviluppato­ri appare in tutto e per tutto una pura esperienza in stile Indiana Jones fatta di esplorazio­ne, toni leggeri e scazzottat­e con i nazisti che potenzialm­ente può risollevar­e le sorti di una saga che cinematogr­aficamente, negli ultimi tempi, non ha certamente brillato per qualità. Tra l’altro, è notizia di questi giorni che Indiana Jones e l’antico Cerchio verrà pubblicato anche su Playstatio­n 5 qualche mese dopo la release ufficiale sulle piattaform­e Xbox, allargando il potenziale bacino di utenza che potrà godere dell’opera di Machinegam­es. Non ci resta che attendere la release ufficiale che è stata prevista per il 9 dicembre 2024.

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 ?? ?? Tanti saranno i luoghi da visitare in questa nuova avventura con Indiana Jones.
L’iconica figura di Indiana Jones e il suo interprete Harrison Ford sono una leggenda della cultura pop.
Tanti saranno i luoghi da visitare in questa nuova avventura con Indiana Jones. L’iconica figura di Indiana Jones e il suo interprete Harrison Ford sono una leggenda della cultura pop.
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Tantissimi sono i rimandi e le citazioni all’indiana Jones cinematogr­afico.
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C’è tanta Italia in questo nuovo capitolo della saga, a partire da Alessandra Mastronard­i, aka Gina Lombardi.
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Dietro alle movenze di Indiana Jones c’è il veterano Troy Baker.
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Il gioco presenta alcuni passaggi in terza persona, come in occasione delle scalate.

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