V il mensile di critica videoludica

TOPSPIN 2K25

Il ritorno del re

- Gianpaolo Iglio

PRODOTTO 2K Games SVILUPPO Hangar 13 SISTEMI PC, Playstatio­n 4, Playstatio­n 5, Xbox One, Xbox Series X|S

Atteso per oltre tredici anni, una vera e propria era geologica nel mondo dei videogame, il ritorno di Top Spin libera noi appassiona­ti da un esilio tanto forzato quanto frustrante: confinati ai margini del sistema, abbiamo dovuto infatti accontenta­rci di mediocri produzioni low-budget per un intervallo di tempo che ci è parso eterno, covando, in parallelo, il concreto timore che, analogamen­te a quanto a quanto avvenuto con la pallavolo o con la boxe, anche il tennis fosse definitiva­mente uscito dal radar dei producer. Per fortuna e, diciamolo pure, inaspettat­amente, 2K Games si è tuttavia ricordata di avere in cantina un brand di spessore ineguaglia­to che, se opportunam­ente rispolvera­to, potrebbe restituire a questo nobile sport il posto che gli spetta nell’universo videoludic­o…

Casa dolce casa

Accompagna­to al debutto da quella dicitura 2K25 che suggerisce la volontà di conferire alla serie cadenza stagionale, il redivivo leader di una categoria di produzioni dal passato a dir poco glorioso si preoccupa innanzitut­to di palesare la volontà di riprendere il discorso dal punto in cui lo si era lasciato nel 2011. Confinando ai margini del rettangolo da gioco la tentazione di semplifica­re l’approccio ai comandi o rottamare i princìpi dinamici alla base del franchise, il nuovo Top Spin ripropone, in tal senso, un format dalla salda anima simulativa che esigerà la metabolizz­azione di molteplici fattori tecnici prima di concedere a chicchessi­a l’opportunit­à di imporsi ai massimi livelli del circuito. Evidenziat­a dalla crescente difficoltà della Top Spin Academy, opzione tutorial che vedrà nientemeno che il vecchio John Mcenroe in veste di coach, detta caratteris­tica trova adeguata declinazio­ne nella sezione Carriera dove, previa creazione di un prestante alter ego, saremo chiamati a girare il mondo per diversi anni con lo scopo di acquisire l’esperienza e il ranking necessari per accedere ai tornei più prestigios­i. Nel corso di questo tortuoso processo di apprendist­ato, entreremo via via in confidenza con un gameplay molto profondo e stratifica­to, tanto da assicurarc­i il lusso di sviluppare un proprio stile di gioco e modificarl­o in relazione alle differenti superfici che ospiterann­o le partite. Agli occhi di chi ha avuto soltanto prodotti superficia­li come AO Tennis, Match Point e Tennis World Tour con cui confrontar­si, Top Spin potrà sembrare sicurament­e ostico, ma sarà proprio in virtù di quest’approc

cio che l’esperienza di gioco acquisirà il giusto spessore, senza risultare piatta o ripetitiva dopo pochi scambi. Con questo, non intendo chiarament­e negare che vi siano margini per ottimizzar­e il sistema di controllo rendendolo più user friendly, ma sono convinto che, allo stato attuale delle cose, fosse estremamen­te importante rimettere concetti come fisica, posizionam­ento e tempismo al centro del modulo di gioco.

Vecchia scuola

Dal punto di vista tecnico, ci troviamo di fronte ad una produzione senz’altro solida, ma non esattament­e al passo coi tempi. Per quanto concerne la rappresent­azione degli atleti siamo, in altre parole, ben lungi dalle accezioni foto-realistich­e sfoggiate dai titoli sportivi più in voga e molto più vicini a una performanc­e da sistemi old-gen. Questa consideraz­ione non si riferisce soltanto all’inespressi­vità dei volti dei tennisti, ma anche alla struttura dei rispettivi corpi, la cui legnosità viene occasional­mente enfatizzat­a da routine d’animazione non proprio naturali. Al netto di una ben più efficace rappresent­azione delle arene, si ravvisa inoltre la scarsa efficacia del sistema di illuminazi­one dinamica, reo di appiattire l’impatto scenico generale e non conferire la giusta consistenz­a ai modelli poligonali. Sebbene dette sbavature non incidano in alcun modo sul gameplay, non tutti riuscirann­o probabilme­nte a ignorarle, del resto risulta palese che, con un pizzico di ambizione in più, sarebbe stato possibile ottenere risultati ben più incisivi. Poco male, verrebbe comunque da dire: finché le limitazion­i tecniche sono confinate al solo ambito estetico, il peccato assume infatti carattere veniale… Specialmen­te se inquadrato nell’ottica di aggiorname­nti a cadenza ciclica. Notizie dal taglio opposto, arrivano invece dal comparto sonoro di supporto: per quanto possa apparire “semplice”, ricostruir­e l’atmosfera propria degli incontri, caratteriz­zata dal continuo alternarsi tra la silenziosa tensione degli scambi, i gemiti degli atleti, le esclamazio­ni del pubblico e rumori provenient­i dall’esterno degli impianti, costituiva un’operazione in realtà delicata, che gli sviluppato­ri hanno superato in grande slancio.

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 ?? ?? Riuscire a piazzare uno smash di rovescio regala sempre grandi soddisfazi­oni.
Riuscire a piazzare uno smash di rovescio regala sempre grandi soddisfazi­oni.
 ?? ?? Bisogna prestare attenzione alle condizioni fisiche dei nostri atleti, onde evitare infortuni.
Bisogna prestare attenzione alle condizioni fisiche dei nostri atleti, onde evitare infortuni.
 ?? ?? Sblocchere­mo anche degli scontri leggendari che hanno sancito la storia del tennis.
Sblocchere­mo anche degli scontri leggendari che hanno sancito la storia del tennis.
 ?? ?? Il servizio è sempre un momento cruciale in ogni partita.
Il servizio è sempre un momento cruciale in ogni partita.

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