La Gazzetta dello Sport - Sicilia
I CONTI DEL CLUB Quasi un miliardo speso Friedkin, l’investimento deve ancora decollare
Dal 2020 i texani non hanno mai fatto mancare le risorse al club Ma poche le gioie
n questi tempi di grandi tumulti a Trigoria, abbiamo due certezze. La famiglia Friedkin non ha mai lesinato investimenti nella Roma: se n’è avuta conferma nell’ultima sessione di mercato. Allo stesso tempo, l’enorme sforzo finanziario profuso dagli americani nel progetto calcistico italiano non ha trovato, al momento, il giusto riscontro nei risultati sportivi, e nemmeno in quelli aziendali. Perché il quasi miliardo
Ispeso dall’estate 2020, cioè dall’insediamento di Dan e Ryan Friedkin, ha partorito tre sesti posti consecutivi in Serie A (dopo il settimo della prima stagione), la vittoria in Conference e la finale in Europa League. È mancata, soprattutto, quella partecipazione alla Champions che, oltre alla gloria, avrebbe regalato una pioggia di denaro e un salto di qualità nei ricavi. Con una doppia, nefasta conseguenza. I bilanci giallorossi hanno chiuso in costante deficit (-185 milioni nel 2020-21, -219 nel 2021-22, -103 nel 2022-23), con la proprietà costretta a dover iniettare ininterrottamente risorse fresche per assicurare la continuità aziendale del club. E l’enterprise value della Roma, cioè il suo valore d’impresa, è rimasto sostanzialmente bloccato. Quando, quattro anni fa, i texani rilevarono la società, la Roma venne valutata 591 milioni di euro: 199 per l’acquisto delle azioni dalla cordata guidata da Pallotta, più 392 di debiti. Nel report di giugno di Football Benchmark, la stima dell’enterprise value della Roma era di 604 milioni (+9% sul 2023). Quasi al punto di partenza come al gioco dell’oca.
Calcoli Guardando ai documenti ufficiali, l’esposizione dei Friedkin ammontava a 858 milioni al settembre 2023. Dopo i 199 spesi per rilevare le azioni, sono stati effettuati numerosi versamenti nelle casse del club: 163,3 milioni nel 2020-21; 206 nel 2021-22; 232,5 nel 2022-23; 20 nel primo trimestre 2023-24.
Inclusi i 37 necessari per acquisire le restanti quote azionarie, arriviamo appunto a 858 milioni. Negli ultimi 12 mesi si sono materializzate altre iniezioni di equity, anche perché la Roma, pur migliorando il conto economico con un aumento dei ricavi e un taglio dei costi operativi, ha chiuso il bilancio 2023-24 ancora in rosso. Nella campagna trasferimenti estiva, poi, i giallorossi hanno potuto muoversi con minori vincoli Uefa riportando un saldo negativo di circa 80 milioni tra cessioni e acquisti.
Prospettive L’impegno della famiglia Friedkin sull’asset Roma, a oggi, è ormai vicino al miliardo di euro. Va ricordato che Dan è accreditato da Forbes di un patrimonio personale di 7,6 miliardi di dollari. Le difficoltà sono tante, ma i proprietari non vogliono mollare, ha assicurato di recente l’amministratore delegato Lina Souloukou, smentendo voci di cessione: «Grazie agli investimenti e all’impegno a lungo termine della famiglia Friedkin, la Roma punta a occupare una posizione sempre più rilevante nell’élite del calcio europeo e italiano». Il ritorno dell’investimento appare abbastanza lontano, tra una squadra che non decolla e un progetto stadio frenato dalla burocrazia.
TEMPO DI LETTURA 2'16''
forte e la stagione scorsa abbiamo mandato più di 20 ragazzi nelle nazionali giovanili».
▶Si
è divertito anche contro Roma e Juventus… «Preferisco vedere i 2010, c’è meno stress! Certo, sabato mi sono divertito, però poi ho visto i 2010, i loro genitori, li ho ascoltati: mi arricchisce».
▶Avete aperto un po’ di più agli stranieri?
«Sì, ma io vorrei puntare di più sugli italiani: da noi c’è tanto talento, le nazionali giovanili fanno grandi risultati. In Italia manca solo il coraggio».
▶Sabato
per sbloccare la gara la Juve ha messo Weah e Thuram, voi Anjiorin ed Ekong. «Abbiamo coraggio. Vedo come lavora D’Aversa, corregge i giocatori durante gli allenamenti per migliorarli. Ha individuato un gruppo di ragazzi della Primavera su cui lavorare e sta trovando il coraggio per lanciarli. Sa quanti giocatori partiti da Empoli sono arrivati in Champions...».
▶Valorizzate,
vendete, incassate e ripartite. Una scuola vera.
«Sì ma è difficile far quadrare i numeri: le nostre rivali per la salvezza hanno 20-30% di entrate più di noi. Ma non siamo più ultimi per gli abbonamenti, mi solleva».
▶E il nuovo stadio?
«Ora il progetto è alla portata, ci accompagnano aziende importanti. Se partiamo in primavera possiamo giocarci sempre e in 40 mesi si finisce».
▶Lei dove si vede quel giorno?
«Spero che la salute mi accompagni, lo stadio sarebbe il completamento del mio contributo a questa società. Sa cosa mi piace?».
▶Dica.
«Aver creato l’ambiente ideale, con cultura della sconfitta, senza negatività. Qui un calciatore non viene per guadagnare ma per crescere, anche il pubblico li aiuta. Sa cosa accadde con Tonelli?».
▶Co⏻a?
«Era partito male. Un nostro tecnico delle giovanili