La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Leclerc La mia Monza «Unagaraspe­ciale: IDENTIKIT vogliamo il bis Con Hamilton parlo di musica»

Ha titoli in GP3 e F.2 Da sei stagioni è a Maranello

- Di Luigi Perna

Charles Leclerc, 26 anni, monegasco, è legato alla Casa di Maranello fin dal suo salto di qualità come pilota di monoposto, essendo cresciuto in seno alla FDA (Ferrari Drivers Academy). Con la rossa, fra l’altro, ha conquistat­o due fra le gare più significat­ive e ambite per un pilota della Ferrari: il GP d’Italia sul circuito di Monza, nel 2019, e quello di Monaco, sulle strade del Principato di Montecarlo dove è cresciuto, quest’anno. Nel complesso, in F.1 Leclerc ha colleziona­to 37 podi, comprensiv­i delle 6 vittorie, e realizzato 9 giri veloci

La mattinata di prove al simulatore è conclusa e Charles Leclerc si rifugia nella stanza riservata ai piloti, fra gli uffici al secondo piano dell’edificio della Gestione Sportiva, per un momento di pausa e questa intervista. Fuori c’è una folla di ragazzini, e soprattutt­o ragazzine, schierati ai cancelli della fabbrica di Maranello in attesa che il loro idolo esca sulla Ferrari Purosangue per strappargl­i un autografo o un “selfie”. La febbre di Monza è già scoppiata.

Leclerc, che cosa succede nella sua testa e all’interno del team quando c’è il GP d’Italia?

«È una motivazion­e extra, perché questa gara sentimenta­lmente ha un valore aggiunto, visto che corriamo vicino a casa e davanti ai nostri tifosi. Inoltre c’è attesa perché di solito portiamo novità sulla vettura, specifiche per la pista, e siamo ansiosi di scoprire come funzionera­nno. Avendo vinto nel 2019, tutti abbiamo voglia di ripeterci».

Quali momenti ricorda con più piacere della battaglia contro le Mercedes di Hamilton e Bottas che le diede la vittoria?

«Il momento in cui mi difendo dall’attacco di Lewis alla curva della Roggia, portandolo un po’ fuori, con la preoccupaz­ione per l’investigaz­ione dei commissari che poi per fortuna non hanno dato penalità. Gli ultimi due giri, quando ho visto la gente impazzita sulle tribune. E infine il podio con la marea rossa».

Pensa che quest’anno sarà più difficile battere la McLaren di Norris, la Red Bull di Verstappen o la Mercedes di Hamilton?

«La situazione può cambiare in fretta da circuito a circuito. Ma, guardando le ultime gare, la vettura da battere è la McLaren, anche su una pista veloce».

▶▶itiene che i nuovi sviluppi sulla vettura possano darvi quel decimo o due che vi è mancato dopo il suo trionfo a Montecarlo?

«Ho provato le novità e sono certo che rappresent­ino un passo in avanti. Però bisogna capire se ci mancherann­o uno o due decimi oppure nove decimi in qualifica come a Zandvoort. Venerdì a Monza avremo uno scenario chiaro. Certo, se in gara la situazione sarà come in Olanda dove eravamo vicini, allora un passo avanti potrebbe fare la differenza».

▶Quanto è importante chiudere bene questa stagione in prospettiv­a delle prossime?

«Raddrizzar­e il finale di campionato è molto importante anche in vista del 2025, perché la base tecnica delle vetture sarà la stessa. Prima eliminiamo i problemi e meglio sarà per lo sviluppo della macchina del prossimo anno. Mancano nove gare: vorrei vincerle tutte».

▶I

rinforzi che sta portando Frederic Vasseur basteranno per costruire una macchina vincente anche

se non arriverà Adrian Newey?

«Il successo non dipende da una sola persona, non sarà questo a farci diventare campioni del mondo. Credo nel team e nelle scelte di Fred, nella sua visione, penso sia l’uomo giusto per riportare la Ferrari a vincere. Abbiamo un gruppo solido e ci saranno rinforzi. Inoltre, da quando c’è Fred, abbiamo un metodo di lavoro molto buono. Ci troviamo in un frangente difficile, perché siamo incappati in problemi che non ci aspettavam­o con gli sviluppi, ma dobbiamo reagire. Per tornare al vertice sarà solo questione di tempo».

▶Lei

e Hamilton sembrate già compagni di squadra per come vi si vede in sintonia nel paddock. «Già ci conoscevam­o ma il nostro rapporto è più stretto da quando è diventato ufficiale il suo passagtefa­no Domenicali, presidente e a.d. della Formula 1 ieri ha parlato dei lavori a Monza e dei due GP italiani. «Non possiamo pensare a una F.1 senza GP d’Italia», ha premesso. «Monza - ha aggiunto dopo troppi anni ha iniziato un percorso che per noi era imprescind­ibile sulle strutture. Si è lavorato bene su tutto quello che sta sottoterra, diciamo. Ora bisogna andare avanti su quello che sta sopra, quindi tribune, paddock, hospitalit­y. E bisogna farlo con tempi definiti e certi». Il contratto scade nel 2025 e ora l’Italia è il solo Paese oltre agli Usa con più di un evento. «Le richieste per i GP sono tante. In Africa è articolata quella del Ruanda, anche se servirà qualche anno». Per questo

SNato a Montecarlo il 16 ottobre 1997 inizia a correre sui kart a 7 anni, grazie a papà Hervé, ex pilota di F.3, e Jules Bianchi, figlio del proprietar­io della pista di Brignole. Dopo un secondo posto all’Europeo e due ai Mondiali coi kart, nel 2014 è 2° in Formula Renault e nel 2015 corre in Formula 3 Europea. Nel 2016 vince la GP3 e nel 2017 si ripete in F.2. Nel 2018 debutta in F.1 con la Sauber e da 2019 è alla Ferrari, con cui ha conquistat­o 6 GP e 25 pole.

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Alta fedeltà
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GETTY Capo Stefano Domenicali, 59, è a.d. e presidente della Formula 1
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EPA Nuovo compagno Lewis Hamilton, 39 anni, 7 volte iridato

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