La Gazzetta dello Sport - Sicilia
IO ALZO IL MONDO «Uso il sorriso anche in campo La medaglia sempre con me»
passione in grado di emozionarci come in finale».
Per molti Alessia Orro è il volto felice dell’Italia… «Il sorriso è il mio marchio di fabbrica, è una mia caratteristica. Una cosa che mi viene in modo naturale e che in tanti hanno notato. In campo lo uso anche per trasmettere positività alle compagne e smorzare le possibili situazioni di tensione».
▶Oltre
all’oro è arrivato anche il riconoscimento individuale: miglior regista del torneo e i complimenti via social di Maurizia Cacciatori, ex regista azzurra...
«Più che per il riconoscimento sono contenta per la crescita che ho avuto. Ho lavorato tanto su me stessa, sulla tecnica, sulla tattica. Questo risultato è il frutto del duro lavoro svolto in palestra. Sono contenta che questi sacrifici siano stati riconosciuti da chi sa bene la fatica fatta per arrivare a un traguardo del genere. Sono una giocatrice amata e odiata, a volte criticata, sempre paragonata ad altre palleggiatrici. Sono fiera del percorso intrapreso e dei tasselli che ancora dovrò mettere nel mio bagaglio tecnico e d’esperienza. Sono io, Alessia Orro, nel bene e nel male».
▶La provincia di Oristano può festeggiare il secondo oro olimpico nelle ultime due edizioni dei Giochi. Dopo Patta nella 4x100 a Tokyo, è il suo turno. Che cosa avete di speciale?
«Sono molto contenta dei nostri successi. A Parigi anche Stefano Oppo ha vinto l’argento nel doppio pesi leggeri di canottaggio dopo il bronzo di Tokyo. Noi atleti oristanesi abbiamo una chat dove durante l’anno ci scriviamo e teniamo informati dei risultati e dei problemi di ognuno. È un modo per sostenerci a vicenda nel bene e nel male».
La sua crescita è coincisa con l’arrivo in azzurro del ct Velasco. Cosa le ha trasmesso?
«Ha creduto tanto in me, mi ha dato quelle sicurezze che magari mi mancavano. E poi anche nella gestione del gioco. Mentalmente mi ha insegnato e spronato a non pensare troppo all’errore appena fatto ma a guardare avanti. E per una che pensa tanto, esigente con se stessa, è stato un bell’aiuto. Ma non è stato d’aiuto solo per me, a tutta la squadra ha regalato qualcosa».
Alessia Orro, 26 anni, in azione e con la medaglia al collo: ha fatto il suo esordio in Nazionale il 23 giugno 2015 a Padova, Italia-Big Ten Conference 3-0. Ha partecipato a tre edizioni dei Giochi: Rio, Tokyo e Parigi. In basso a sinistra, una sua espressione curiosa
Per voi azzurre queste giornate di festa sono state macchiate dall’episodio del murale di Egonu imbrattato da ignoti. Cosa ne pensa?
«Sono rimasta scioccata per questa cosa. Una cosa brutta per la persona che è Paola, per la giocatrice, per il movimento. Sono disgustata».
Lei ed Egonu avete in comune l’origine dal Club Italia. Correva l’anno 2012...
«Sono state selezionata a un “regional day” e invitata a un provino al Club Italia a Milano. C’era anche Egonu. Abbiamo iniziato da lì la nostra scalata».
▶Ma lei giocava già palleggiatrice?
«No (ride, ndr). A Oristano giocavo schiacciatrice e quando sono arrivata a Milano pensavo di essere stata selezionata per quello. E invece il tecnico federale Marco Mencarelli (attuale dt delle squadre giovanili femminili azzurre, ndr) mi mise con le palleggiatrici. Fu una grande sorpresa, non avevo mai giocato in quel ruolo. E da lì sono arrivata fino alla medaglia d’oro ai Giochi».
TEMPO DI LETTURA 4’55” È nata a Oristano il 18 luglio 1998, dal 2020 è la palleggiatrice del Vero Volley Milano.
Inizia a giocare a pallavolo nell’Ariete Oristano, in serie C, e nel 2013 si trasferisce a Milano al Club Italia (la squadra giovanile federale).
Con la Nazionale ha vinto l’oro olimpico 2024, il titolo europeo 2021, un bronzo continentale nel 2019 e un bronzo mondiale nel 2022