La Gazzetta dello Sport - Sicilia
«Sì, io ci credo MILAN sei più forte»
Ruben Loftus-Cheek è un illusionista. Ha una presenza fisica impressionante ma, quando parla, sussurra. In campo travolge con la fisicità, però nella vita legge libri zen e non porta rancore nemmeno a Southgate, che non lo ha chiamato all’Europeo. Ah, nelle foto è il più elegante – non avesse fatto il calciatore, è facile: modello – eppure dice di vestire malissimo. Questo è un viaggio newyorkese nel suo 2024, passando attraverso il centro di Milano, il Brasile del ’70 e ovviamente Londra.
▶Un anno di Milan, un anno di Italia. Come è cambiata la sua vita? Che cosa ha imparato sull’Italia e sul mondo?
«Nella vita a me piace andare con il flusso, senza forzare. Voglio stare nel momento. All’inizio mi sono concentrato solo sul calcio, ora ho capito di più di voi. A Milano realizzi quanta passione ci sia per il calcio, mentre a Londra è diverso: lì c’è più libertà di uscire senza essere riconosciuto».
▶Una cosa bella della nuova vita?
«Mi piacciono gli edifici di Milano. Vivo vicino al Duomo e in città c’è un senso di storia che si respira subito. Sono arrivato da solo, un po’ mi mancano la famiglia e il mio cane, un dobermann, che ho lasciato con mia mamma. Non li vedo molto…»
▶Complicato?
«No, ho cambiato nazione ma mi sono adattato rapidamente. Conoscevo Fik e Oli, Tomori e Giroud, che mi hanno dato una grande mano. Io poi sono abituato ai cambiamenti, in campo ho giocato ovunque…»
▶Allora parliamo dei cambiamenti di Fonseca: che tipo è?
«Molto positivo. Ci alleniamo durissimo, molto intensamente, e va benissimo. Ci incoraggia sempre a fare domande, vuole far passare i suoi concetti più in fretta possibile. Mi sembra molto umile, a contatto con la realtà».
▶Che cosa vi chiede?
«Cose diverse. Stiamo facendo grandi passi, contro City e Real abbiamo giocato davvero un buon calcio e possiamo ancora migliorare in fretta».
▶Andiamo nel dettaglio: quali sono le richieste per lei?
«Noi centrocampisti dobbiamo giocare vicini per combinare. Come squadra vogliamo costruire dal basso, dobbiamo avere sempre delle opzioni per giocare la palla. In alcune situazioni mi trovo a essere il calciatore più avanzato, ma dipende dalle rotazioni. Ci muoviamo molto».
Dopo un mese, c’è l’idea di poter arrivare in alto?
«Questo gruppo ha la spinta per fare meglio ogni anno, lo vedo chiaramente. Abbiamo un nuovo coach e crediamo in lui, sappiamo che cosa vuole e andiamo dritti con le sue idee. Dobbiamo avere fiducia nella squadra ma io voglio andare allenamento dopo allenamento, senza correre».