La Gazzetta dello Sport - Sicilia

D’Italia Bettiol tricolore sulle strade di casa «Meglio di un sogno»

Successo solitario del toscano: «Onorerò questa maglia per tutto un anno, e già da sabato al Tour»

- Di Ciro Scognamigl­io

Arrivo

1. Alberto BETTIOL (Ef)

228 km in 5.03’06”, media 45,134

2. Lorenzo Rota (Intermarch­é) a 17”

3. Edoardo Zambanini (BahrainVic­torious)

4. Ganna a 20”

5. Formolo a 26”

6. Aleotti

7. Ciccone

8. Velasco a 54”

9. Fiorelli

10. Ulissi

Da sabato il Tour

Così l’inizio dell’edizione numero 111

Sabato 29 giugno 1a tappa Firenze-Rimini 206 km

Domenica 30 giugno 2a tappa Cesenatico­Bologna

200 km

Lunedì 1 luglio 3a tappa PiacenzaTo­rino

229 km

Martedì 2 luglio 4a tappa PineroloVa­lloire (Fra) 138 km è stato un momento in corsa in cui ad Alberto Bettiol «è venuto da piangere». È lui che lo racconta, quando l’incredulit­à comincia a far spazio alla consapevol­ezza e all’orgoglio per aver compiuto una impresa terribilme­nte romantica: essere diventato per la prima volta - a 30 anni - campione d’Italia, lui fiorentino, in provincia di Firenze. Il tutto a sei giorni – oggi cinque – dal via del Tour che partirà da... Firenze, prima volta dall’Italia di una storia cominciata nel 1903. E Alberto sarà l’unico fiorentino al via. Ma torniamo alla commozione, e lasciamogl­i la parola per rispondere alla domanda: «Quante volte c’è stato il pensiero di Alfredo Martini in testa», in questo Tricolore partito da Firenze che si è concluso a 200 metri dalla casa dello storico c.t. azzurro. «Tante volte. Da quando ho fatto la ricognizio­ne, perché abitava qui, dietro la piazza. Conosco molto bene le

C’figlie, i nipoti. Quando sono partito sull’ultima salita ed ero solo, a cinque chilometri dall’arrivo, mi è venuto un po’ da piangere. Ho pensato ad Alfredo, ho pensato a Mauro Battaglini (il suo agente, morto nel 2020, ndr). A quanto sarebbe stato bello averli qui, in questa occasione».

Emozioni Quando Bettiol aggiunge che è «meglio di un sogno», non scherza. Quando sussurra: «Adesso voglio onorare questa maglia per un anno a tutte le corse, a cominciare dal Tour», trasmette emozione. Alla vigilia il c.t. Daniele Bennati, che in tempi non sospetti lo aveva scelto per guidare la Nazionale nella prova in linea dell’Olimpiade di Parigi (3 agosto), aveva detto: «Alberto non è mai stato così continuo». E ieri, una ulteriore conferma confortata da un numero: quattro. Quattro come le vittorie del fiorentino della Ef tra il 13 marzo e ieri, tante quante ne aveva ottenute tra il 2014 e il 2023 pur tra lampi di classe purissima come il Giro delle Fiandre 2019 e la tappa di Stradella al Giro d’Italia 2021. «Non pensavo neppure io di andare così forte stavolta – confessa -. Al Giro di Svizzera mi ero ritirato, sono stato tre giorni senza bici e ho dovuto prendere degli antibiotic­i per un’infezione a un braccio. Però a questo Tricolore ci stavo pensando da un paio d’anni...».

Scenario Bettiol, con la bici speciale Cannondale preparata per i 10 anni del loro legame e che all’arrivo ha sollevato come un gladiatore alla Van der Poel, ha vinto con autorità. Percorso non banale ma non impossibil­e (228 km volati a oltre 45 di media), con appena 17 corridori arrivati su 140: come da previsioni è stato decisivo il circuito finale di Sesto Fiorentino. Bettiol è andato allo scoperto a 45 chilometri all’arrivo: gli ultimi ad arrendersi alla sua azione, all’ultimo

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