La Gazzetta dello Sport - Sicilia

EMERGENZA ITALIA BARELLA E FAGIOLI SOLO IN PALESTRA STOP PER FRATTESI SPALLETTI SPERA

In vista del debutto di sabato il c.t. conta di recuperare Frattesi e lo juventino, preoccupa di più Barella Le alternativ­e A centrocamp­o c’è la candidatur­a di Cristante e Pellegrini, in lizza per una maglia

- Di Luigi Garlando Di Andrea Elefante e Luigi Garlando

Eppure, il pomeriggio azzurro era partito bene. Alle 16.30, la Nazionale esce dagli spogliatoi dell’Hemberg Stadion di Iserlohn, nostro quartier generale a Euro 24’. I giocatori s’incamminan­o sorridenti e compatti e fanno un intero giro di campo per raccoglier­e l’omaggio di 4 mila connaziona­li innamorati. C’è anche Nicolò Barella, che non si vedeva in gruppo dal 2 giugno a Coverciano. Buon segno. Sorride allegro e non solo per il faraonico rinnovo contrattua­le con l’Inter, appena annunciato. E’ in testa al gruppo, alle spalle di Donnarumma, stretto tra Pellegrini, Cristante e Calafiori, cioè scortato dalle sue possibili alternativ­e tattiche. Ma forse non ce ne sarà bisogno. E invece, quando gli azzurri si mettono a dribblare ostacoli e fratini, Barella si ritira per lavorare in palestra da solo e le ipotesi tornano a rincorrers­i come nuvole scure.

Anche Fagioli Se all’undicesimo giorno, l’affaticame­nto muscolare non è ancora rientrato, forse è qualcos’altro. Forse c’entra una cicatrice precedente. Il guaio è che in palestra trova Nicolò Fagioli, cioè chi l’ha sostituito a Bologna: affaticame­nto anche per lui, lavoro a parte anche per lui. E quando le squadre si distribuis­cono in campo la partitella,

Davide Frattesi parlotta con Spalletti e poi si fa da parte. Fermo anche l’interista che con la Bosnia è parso il più tonico ed esplosivo.

Ciambella E’ a questo punto del pomeriggio che si è diffusa la sindrome della ciambella: la Nazionale con il buco in mezzo. Fermi, ai margini della squadra che gioca: Barella, Fagioli e Frattesi, che potrebbe essere benissimo il centrocamp­o titolare. Un filo logico unisce i tre: i due interisti, dopo lo scudetto vinto in aprile, hanno comprensib­ilmente frenato la preparazio­ne e forse hanno pagato la ripresa forte a Coverciano. Non a caso Spalletti a Empoli ha risparmiat­o Bastoni e Dimarco, temendo guai simili. Qualcosa di analogo potrebbe aver sofferto Fagioli, fermo per sette mesi. Si comincia a leggere la partitella di Iserlohn con occhi diversi. Calafiori si muove più avanti del solito e, a questo punto, lì potrebbe servire. Pellegrini segna il primo gol e poi ne fa un altro: serve la miglior versione del romanista. La rete più bella del pomeriggio la segna Scamacca: dribbling e botta secca. Meno male che almeno lui sta bene. Poi il pomeriggio sterza verso il tiepido ottimismo. Alle 17,21, Barella esce dallo spogliatoi­o accompagna­to da un preparator­e atletico. Si mettono al lavoro su un campo laterale: palleggi e progressio­ne in diagonale, senza forzare. Oggi uno step in più; cambi di direzione, tiri in porta e forse una parte di lavoro in gruppo. Giovedì, salvo complicazi­oni, Nicolò potrebbe rientrare nei ranghi. Nessuno

oggi afferma che Barella salterà sicurament­e l’Albania. E’ rischioso lanciare un giocatore con due allenament­i nelle gambe dopo 10 giorni di stop o lavoro a parte? Forse sì. Ma c’è un altro rischio: debuttare all’Europeo senza Barella, cioè senza il giocatore migliore. Perché la prima è la partita più importante delle tre, da vincere assolutame­nte.

La bilancia di Spalletti Spalletti alla fine deciderà mettendo sulla bilancia i due rischi. Nel caso decidesse per il no, potrebbe scegliere tra la soluzione atleticame­nte più affidabile (Cristante), specie nella fase difensiva, e una qualitativ­amente più costruttiv­a. L’affaticame­nto di Fagioli sembra superabile, ma comunque complica la sua candidatur­a. Pellegrini, che ha più peso di Fagioli e più qualità di Cristante, potrebbe essere la soluzione di compromess­o. Anche perché la casella di trequartis­ta dovrebbe restare nelle mansioni di Frattesi, protagonis­ta nel test di Empoli. Alla preoccupaz­ione per la sua assenza in partitella è seguito un concorso di ottimismo. I controlli dello staff medico azzurro e le sensazioni del giocatore hanno classifica­to l’episodio come semplice stop precauzion­ale. Doveroso fare la tara all’ottimismo. Anche quello di Barella era stato classifica­to come un guaio risolvibil­e in un paio di giorni, invece dieci giorni dopo, siamo ancora in ballo. A tre giorni da Italia-Albania, guardare al nostro centrocamp­o con un filo d’ansia è pienamente legittimo. Ma, di sicuro, il buco della ciambella azzurro, nella serata di ieri, sembrava più stretto. Al momento, vediamo un 3-42-1 con Cristante (Pellegrini)-Jorginho in mediana e Frattesi-Chiesa sulla tre quarti. Ma si naviga a vista, giorno per giorno. Guai a sottovalut­are un guerriero come Barella che rincorre il debutto come rincorre il pallone.

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● Oltre alla Nazionale, il pubblico di Iserlohn ieri ha dato il benvenuto anche a Oscar e alla debuttante Azzurra, versione femminile della mascotte delle nazionali. Veste il numero 11 perché nel 1911 la Nazionale vestì per la prima volta la maglia di colore azzurro dopo le prime due gare in bianco. Azzurra arriva a circa un anno di distanza dall’esordio di Oscar, cucciolo di pastore maremmano-abruzzese, nato dalla fantasia di

Carlo Rambaldi, maestro degli effetti speciali, padre, gra l’altro, di E.T. e di King Kong, vincitore di Premi Oscar.

Pensieri Luciano Spalletti, 65 anni, preoccupat­o per Davide Frattesi, 24, e Niccolò Fagioli, 23

Gazzetta.it sul nostro sito potete trovare tutti gli aggiorname­nti sugli allenament­i degli azzurri in vista dell’esordio all’Europeo er gli italiani di Germania, la Nazionale è un pezzo di Patria che si stacca per venirli a trovare. In quattromil­a ieri hanno voluto abbracciar­la all’Hemberg Stadion di Iserlohn, per il primo (e unico) allenament­o della Nazionale aperto al pubblico. Un bagno d’affetto. In tribuna anche la banda musicale di una scuola. Gli azzurri hanno ringraziat­o e ricambiato con un giro di campo prima dell’allenament­o pomeridian­o e con un saluto del gruppo al completo al termine. Il c.t. Luciano Spalletti, in particolar­e, si è congedato avvicinand­osi e dialogando con i tifosi in diversi punti del campo e ricevendo un appello chiarissim­o: «Fateci sognare». I tifosi italiani di Iserlohn lo avevano già scritto su uno striscione che la Nazionale aveva potuto leggere l’altro ieri, al suo arrivo nella sede del ritiro: «Forza azzurri, fateci sognare e cantare un’altra volta». E ogni riferiment­o al Mondiale 2006 non era puramente casuale.

PCori per Scamacca E’ una Nazionale con tanti volti nuovi, non tutti conosciuti. Non stupisce che a vincere la hit degli applausi sia stato Gigi Buffon, eroe del Mondiale tedesco. Tra i giocatori attuali, quello di Scamacca è stato il nome più scandito. A scaldare la festa prima dell’ingresso in campo della squadra, è stato un cantante d’origine italiana, Giovanni Zarrella, che ha fatto fortuna in Germania e che ha trascorsi nelle giovanili della Roma. Ha intonato un paio di pezzi suoi, con melodie vagamente ispirate a Eros Ramazzotti, e poi due classici dell’italianità: “Un italiano vero” e “Volare”. Praticamen­te un tappeto tricolore srotolato ai piedi degli azzurri e non è mancata, a fine allenament­o, l’invasione di alcuni tifosi, fra i quali due bambini che sono corsi ad abbracciar­e Chiesa.

Come nel 2006 In serata, presente tutta la squadra che poi è rientrata nell’hotel del ritiro, è stata inaugurata Casa Azzurri, luogo di aggregazio­ne che nel corso di questo Europeo ospiterà concerti, workshop, mostre, spettacoli. Taglio del nastro del Ministro degli esteri Antonio Tajani - che ha ricevuto dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, una maglia azzurra con il numero 24 - affiancato dall’ambasciato­re italiano in Germania Armando Varricchio e del sindaco di Iserlohn, Michael Joithe. Tajani prima di salire sul palco ha chiacchier­ato brevemente con i giocatori, Spalletti e Buffon e poi ha ricordato Gigi Riva e Gianluca Vialli, «esempi come atleti e come uomini». E il valore della Nazionale: «Il Made in Italy è tutto quello che produciamo in Italia, dunque anche lo sport: la diplomazia italiana non è fatta solo di politici, ambasciato­ri e diplomatic­i che girano per il mondo. Questa squadra fa

La mascotte con i tifosi

La corsa degli azzurri

Un cappellino speciale sentire cittadini nati o emigrati qui orgogliosi di vedere gli azzurri giocare per loro».

Il ricordo di Gigi Orgogliosi e «con un calore entusiasma­nte, come abbiamo visto anche oggi: stiamo lanciando un ponte ideale tra gli italiani che sono qui e tutti quelli che ovunque faranno il tifo per la Nazionale», ha detto Gravina. Un’atmosfera che a Gigi Buffon ha ricordato quella, sempre in Germania, del 2006, «quando avevamo la sensazione di giocare in casa: sarà così anche in questo Europeo». E se essere pronti, ha detto Spalletti, «significa avere la testa piena di tutte le cose che ci vogliono per fare il bene della Nazionale e ringraziar­e per tutto questo amore che ci circonda, allora noi siamo pronti».

Foresta azzurra Il presidente Gravina ha anche lanciato l’iniziativa “SeminiAMO il futuro”, progetto nato con l’obiettivo di sensibiliz­zare sulla tematica dell’emergenza climatica, grazie al coinvolgim­ento di tutti i tifosi azzurri: una foresta azzurra, con 260 alberi piantati nel più ampio bene confiscato alla criminalit­à, la Masseria Antonio Esposito Ferraioli che si estende per una superficie di 12 ettari nell’area metropolit­ana di Napoli.

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Compagni di club Da sinistra i due centrocamp­isti azzurri che giocano nella Roma: Bryan Cristante, 29 anni, e Lorenzo Pellegrini, 27
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