La Gazzetta dello Sport - Sicilia

EUROPEE 2024

Le proposte sul tavolo «Importante controllar­e dove si investe» «Un pezzo dell’educazione Va garantito» «Più sostegni alle scuole e alle palestre» «Le piccole società vanno supportate» «Finanziare l’agonismo o resta il vuoto»

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Domani e dopodomani gli italiani tornano a votare per decidere i loro rappresent­anti in Europa. Ci siamo chiesti come i principali partiti si rapportino allo sport e quali politiche abbiano intenzione di portare avanti in questo senso. Tra i candidati c’è chi ha fatto dell’attività sportiva la propria vita e ci sono poi partiti che affidano invece i l proprio pensiero sul tema ai loro leader o a chi già in passato si è occupato a più livelli della questione

hi pensa che lo sport sia solo attività fisica sbaglia di grosso. Lo sport è una pratica fondamenta­le che consente a ognuno di noi di porsi degli obiettivi e raggiunger­li. L’esperienza della maratona nel mio caso è stata fondamenta­le anche in tante occasioni della mia vita, non solo politica. Ma com’è noto il mio cuore batte in particolar­e per la Fiorentina, il mio sangue è viola e devo ancora riprenderm­i dalla sconfitta di Atene. Questa passione però non mi toglie la ragione al punto di pensare che sia giusto togliere i soldi pubblici da case e asili per destinarli allo stadio, com’è avvenuto nella mia città. Penso che l’Europa nei prossimi anni dovrà controllar­e meglio dove investe i propri soldi e non deve più accadere quello che è successo a Firenze, dove i fondi Pnrr sono stati destinati nel rabbercio del Franchi».

«CMatteo Renzi

Ex premier, leader di Italia Viva isogna premettere che l’Europa non ha una competenza specifica sullo sport. Tuttavia

Azione è convinta che l’attività sportiva sia un pezzo importante dell’educazione, in particolar­e se collegata all’adozione del tempo pieno nelle scuole, che è una delle priorità del nostro programma elettorale e che è parte stessa del pilastro sociale europeo. Dunque l’educazione allo sport, che è spesso anche educazione alla vita, va fatta a prescinder­e dalla disponibil­ità economica delle singole famiglie e deve essere organizzat­a e tutelata dallo Stato. Questo proprio perché rientra a pieno titolo nell’educazione repubblica­na».

«BCarlo Calenda i nostri giorni la pratica sportiva, oltre al beneficio salutare, per i giovani rappresent­a un presidio di regole, dove trovano il rispetto del senso civico e la bellezza dell’inclusione. Ritengo, purtroppo, che quel diritto sancito recentemen­te dall’art. 33 della Costituzio­ne, ad oggi, sia ancora inattuato. Allo sport è stato destinato solo lo 0.4 % del Pnrr e solo 4 scuole su 10 hanno una palestra. Siamo al primo posto in

Europa per sedentarie­tà adolescenz­iale. Abbiamo la necessità, quindi, che allo sport, allo sport popolare, sia concretame­nte riconosciu­to il suo ruolo di presidio educativo. È necessaria una presa di coscienza istituzion­ale. Una nazione europea non può non investire nello sport e dunque anche sull’edilizia scolastica per permettere a tanti giovani di fare più tipi di attività. Come negli altri paesi comunitari».

«APierluigi Vossi Vicepresid­ente Assoallena­tori uanto sia importante per me l’attività fisica lo dice la tenacia con cui ho portato avanti e ottenuto il Bonus Sport da consiglier­e della Regione Lazio: si trattava di un contributo concreto alle famiglie con disagio economico o con ragazzi con disabilità. Oggi bisogna però fare una distinzion­e tra il luccicante mondo dello sport profession­istico e quello dei dilettanti e delle piccole società, che per me sono il vero motore del movimento. Queste realtà vanno supportate e tutelate, visto che regalano gli unici concreti momenti di aggregazio­ne ai nostri ragazzi, sempre più portati a stare davanti a uno schermo e senza spazi in cui giocare vista pure la crescente urbanizzaz­ione.

Io sono convinto che arrivati a questo punto bisognereb­be togliere qualcosa ai grandi per darlo ai piccoli».

«Qn Italia lo sport agonistico non è più finanziato da nessuno: che si tratti di atletica, rugby o calcio, gli unici che investono sono presidenti di buona volontà che scelgono di rimettere milioni di euro pur di far accedere i ragazzi allo sport. Negli Anni 70 e 80 addirittur­a era la politica a finanziare lo sport: oggi è rimasto il vuoto. Il calcio, lo sport più seguito in Italia, va avanti soltanto grazie agli investimen­ti dei privati, non percependo niente né dallo Stato né dalle federazion­i sportive. Della sostenibil­ità economica di questo settore in Italia non interessa a nessuno: ecco perché porteremo il problema in Europa, che dovrebbe avere a cuore la competitiv­ità dei settori sportivi agonistici, prima che tutto finisca agli emiri o ai cinesi».

«ISergio Pirozzi

Ex sindaco di Amatrice. Allenatore di calcio con patentino Uefa Pro

L’Europa dovrà controllar­e meglio dove investe i soldi. A Firenze i fondi Pnrr sono stati destinati nel rabbercio del Franchi

Educazione allo sport è educazione alla vita, va fatta a prescinder­e dalle possibilit­à economiche eva organizzat­a dallo Stato

Un paese europeo non può non investire nello sport e l’edilizia scolastica. Bisogna dare ai giovani diverse opportunit­à

Togliamo qualcosa ai grandi club per favorire dilettanti e piccole società, che sono il vero motore del movimento soprattutt­o oggi

Stefano Bandecchi

La Ue dovrebbe avere a cuore i settori sportivi agonistici, prima che tutto finisca nelle mani degli emiri o dei cinesi

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Leader di Azione
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Ex sindaco di Terni ed ex presidente della Ternana
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