La Gazzetta dello Sport - Sicilia
«LA SALVEZZA DEL UN PIENO DI EMOZIONI PER SFONDARE NEL CALCIO HO FATTO PURE IL RIDER»
VERONA È stato il più incisivo fra gli acquisti di gennaio in A «Merito di un ambiente super, di Baroni e della fede»
inque gol e quattro assist: tra gli arrivi di gennaio in Serie A, nessuno ha fatto meglio di Tijjani Noslin. Grande intuizione del d.s. Sean Sogliano, che l’ha portato al Verona a costo zero per un credito maturato in precedenza col Fortuna Sittard. L’olandese ha puntato — e punito — in alto: Inter, Milan, Juve, Atalanta e Fiorentina. «Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere — ha ammesso il 24enne attaccante di Amsterdam —. Sono molto felice per me e per il Verona, che ha vissuto una stagione particolare».
▶Ce
Cla racconti.
«Proprio il giorno in cui sono arrivato se ne andavano in quattro. La prima cosa che ho saputo è che avremmo perso diversi titolari. C’era un’aria strana, ma tutti, noi nuovi appena arrivati e quelli rimasti, abbiamo fatto quadrato e gettato in campo solo emozioni positive. Il resto l’hanno fatto i nostri fantastici tifosi, che ci hanno sempre sostenuto anche nelle trasferte più lunghe. Con queste cose si va lontano, e noi lo abbiamo dimostrato».
▶Dicia⏻⏻ette
partite tutte da titolare, un grande feeling con Baroni. Che però non proseguirà…
«Dal primo momento in cui sono arrivato ho capito che con lui avrei lavorato molto bene. Mi ha aiutato tanto ad ambientarmi. Come ho detto altre volte, non mi aspettavo di partire subito titolare, anche se ho sempre lottato per farlo, in qualsiasi squadra e categoria. Baroni ha creduto in me, gli auguro ovunque andrà di fare una stagione altrettanto soddisfacente come quella appena finita a Verona».
▶Per
il suo modo di giocare senza mai risparmiarsi, lei sembra essere nato con la maglia gialloblù cucita addosso.
«Uno spirito che ho avvertito all’Hellas fin da quando ho firmato il contratto. I giocatori, i tifosi, lo staff, tutto di questo club ti fa subito rendere conto di essere entrato a far parte di qualcosa di veramente speciale».
▶In
quattro mesi in Italia ha già quadruplicato il suo valore di mercato, ma c’è stato un momento in passato in cui non credeva nemmeno di diventare un professionista. «Vero. Ho lottato ogni giorno per questo, attraversando momenti duri come quando ad Amsterdam facevo il rider, cioè le consegne, da Subway per integrare lo stipendio da dilettante».
▶Deve
tanto a sua madre. È vero che quando era ancora
NATO A IL RUOLO impressionato contro il Milan. Sapevo che in Italia avrei trovato ossi duri».
▶Alla nazionale ci pensa?
«Sì, ci speravo, soprattutto alla fine di questo campionato. Rimane il mio primo obiettivo per la prossima stagione. Continuerò a lottare e lottare per la maglia
Sull’Olanda Speravo in una chiamata dopo la mia stagione, ma io non mollo facilmente...
Su Baroni Mi ha aiutato tanto, con lui ho lavorato bene fin dal primo momento