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«Possiamo vincere difendiamo­ci uniti, ora c’è più fiducia»

Stadio Venduti quasi sessantami­la biglietti per la gara di stasera. Le casse per l’acquisto dei tagliandi resteranno aperte anche in giornata «Questa gara per noi è una grande opportunit­à» Morata: «Al Milan per alzare trofei, la storia lo esige»

- Di Andrea Ramazzotti ⏻

Dopo il debutto europeo per i rossoneri sarà già tempo di pensare al derby. Qui gli impegni fino alla prossima sosta

Inter-Milan domenica 22 settembre ore 20.45 e batterà il Liverpool e poi l’Inter nel derby, non si travestirà da Zorro come in occasione della storica qualificaz­ione agli ottavi di Champions ottenuta dallo Shakhtar Donetsk sconfiggen­do il City nel dicembre 2017, ma ieri Paulo Fonseca ha promesso ai giornalist­i che porterà in sala stampa «pasteis de nata», i tipici dolci portoghesi. Alvaro Morata, accanto a lui, ha invece aggiunto che offrirà «jamon serrano». Frasi dette con il sorriso sulla bocca che fanno capire quanto il successo contro il Venezia, il primo stagionale, abbia regalato tranquilli­tà nell’ambiente. «Le vittorie portano sempre fiducia – ha sottolinea­to il tecnico ex Lilla – ed è stato importante sentire l’affetto dei nostri tifosi, prima e dopo la gara. Ora ci aspetta il Liverpool che è una delle formazioni più forti in Europa: ha un gioco posizional­e molto forte e individual­ità che tutti conosciamo. Dobbiamo essere perfetti perché al primo errore contro di loro subisci gol. Possiamo e vogliamo vincere. Dovremo difendere in maniera compatta e tutti insieme. Quella di domani (stasera, ndr) è la partita più importante perché è la prima, ma non posso dimenticar­e che domenica ci sarà il derby. È necessario confermare che stiamo crescendo grazie al lavoro qui a Milanello».

Fonseca non avrà bisogno di caricare particolar­mente la squadra: «Incontri come questo motivano i giocatori e non sono necessarie parole particolar­i da parte dell’allenatore. Loro sono molto forti in attacco e, quando recuperano la palla in certe zone del campo, ti fanno male».

SRiecco la Champions Fonseca ritrova la Champions dopo averla disputata l’ultima volta con lo Shakhtar Donetsk, nel 2018-19. «Per me è un privilegio tornare in questa competizio­ne da allenatore del Milan. Vogliamo iniziare bene perché conquistar­e i tre punti ci porterebbe grande consapevol­ezza e fiducia. È una gara importante, ma non decisiva, una grande opportunit­à per noi». Prima dell’allenament­o il tecnico portoghese si è intrattenu­to con Ibrahimovi­c, ieri tornato a Milanello e seduto in panchina insieme al dt Moncada. Lo svedese ha parlato con la squadra e Fonseca ha aggiunto: «Per noi è un’ispirazion­e ed è importante averlo al nostro fianco».

Morata Altrettant­o importante è aver ritrovato il numero sette che giocherà titolare. «Siamo al Milan per vincere, non per passare il tempo. La storia di questo club esige che disputiamo una grande Champions», ha caricato il bomber che al Liverpool ha già segnato un gol pesante, che ha eliminato i Reds dalla Champions 2019-20. «Quella rete fa parte del passato e voglio segnarne altre con il Milan. Al derby non pensiamo perché porta via energie: ora conta solo battere il Liverpool. Non vedo l’ora di giocare questo match: indossare la maglia rossonera con la patch delle sette Champions dà una carica speciale. Qui si respira un’aria particolar­e». Capitolo undici titolare: Calabria è in vantaggio su Emerson Royal.

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Paulo Fonseca, 51 anni, prima stagione sulla panchina rossonera

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Rafael Leao, 25 anni, attaccante del Milan, e Theo Hernandez, 26, freccia mancina dei rossoneri

il suo sopraccigl­ione e piange. E poi ammette: «Non mi vergogno di aver pianto dopo il 3-0 in semifinale. Certe volte le lacrime sono un segno di forza. E sono pronto a rifarlo, se ad Atene con il Liverpool va come dico». Va come dice il Faccione. Il Milan gioca a memoria, narcotizza la manovra. Con l’aiutino della famosa dea bendata (siamo ad Atene) va in vantaggio sul finire del primo tempo: punizione di Pirlo che sbatte contro Pippo Inzaghi e il pallone va in rete. Segno del destino? Chissà. Nell’intervallo i rossoneri non esultano. Poi ancora Inzaghi, in contropied­e: 2-0. E adesso? Kuyt accorcia e il tempo del recupero diventa infinito. Ansia, tensione, paure. E se arriva il due a due? E poi i supplement­ari? E magari i rigori? Ah, questo Liverpool... Un tormento. Poi l’arbitro fischia ed è una liberazion­e. L’incubo rossonero svanisce nella dolce notte di Atene e il Milan torna sul tetto d’Europa.

Il dolorino di Ibra Poi prova a risalirci. Perché certe notti il Milan, anche in difficoltà societarie, ritorna a fare il Milan. Perché ormai si sono convinti tutti che la vera casa del Diavolo sia l’Europa. Ci riprova, fra brividi e suggestion­i, con il Liverpool nel settembre di tre anni fa. Champions League, Gruppo B, Prima giornata, ad Anfield. Liverpool vs Milan. Il dirigente Paolo Maldini dice: «Non siamo venuti qui a snaturarci, saremo noi stessi». Sì, ma non c’è Ibra, bloccato da un dolorino, roba da vecchi. Fa niente, il Milan sfiora lo stesso l’impresa. I valori in campo confermano un divario ampio fra le due realtà. Finisce 3-2 per il tenebroso Klopp, che a un certo punto se l’è vista parecchio brutta. Sul finire del primo tempo Rebic e Diaz, usciti dal letargo, ribaltano i Reds. Due minuti e buoni sogni, che però sfumano nella seconda parte con Salah ed Henderson. Pioli promette: «Ci vedrete al ritorno». Ma il ritorno, sesta giornata, è un addio alla Champions con dentro pochissimo Ibrahimovi­c. La quarta e ultima sfida con il Liverpool è decisa, dopo i gol di Tomori e Salah, da Divock Origi. Prendiamol­o, dicono al Milan, è veramente buono. Il Milan di Pioli esce dalla Champions. È ultimo del gruppo, ma si congeda con rabbia: ora tutto sullo scudetto. Detto, fatto. Come l’acquisto di Origi. Ma non sarà un’operazione brillante.

TEMPO DI LETTURA 4’12’’ 23-5-2007 Paolo Maldini è il capitano rossonero che solleva la Champions vinta ad Atene, ancora contro il Liverpool negli scontri diretti tra rossoneri e Liverpool: una vittoria per il Milan, un pareggio e due successi per gli inglesi. Nella doppia sfida, questo è il conto complessiv­o dei gol: 8 segnati dai rossoneri, 9 dai Reds

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